Dall’11 luglio scorso il guardiano cimiteriale Fausto Castaldi risulta indagato per induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione minorile. I fatti incriminati andrebbero dal settembre 2015 al febbraio 2019. All’attenzione della Procura di Roma ci sarebbero presunti reati commessi sia nella Capitale che, nell’ultimo periodo, nel perimetro del Comune di Sezze. Le vittime sarebbero almeno due: un’adolescente italiana, 15enne nel 2015, e una ragazza di famiglia romena, 13 enne all’epoca dei primi avvenimenti.
INDAGINI IN CORSO SU DUE BINARI
Dal 17 al 19 luglio gli uomini delle forze dell’ordine avrebbero preso visione anche di documenti presenti all’interno dell’ufficio servizi cimiteriali del Comune. Esisterebbe quindi un secondo filone di indagine riguardante un presunto “traffico di loculi”. Il giorno del sequestro operato dai Carabinieri forestali delle stalle di legno in Via Melogrosso su un terreno di proprietà di Castaldi, nell’articolo “Il guardiano del cimitero di sezze fu denunciato nel 2013 e il sindaco ne era informato” si era riportato come almeno dal 2013 il guardiano fosse persona nota presso la Stazione setina dei Carabinieri a seguito di una denuncia sporta da un residente (E.M.) per lesioni provocate ai danni di quest’ultimo.
QUEL 9 GENNAIO 2013
Secondo quanto riportato nel verbale di querela acquisito dalla Legione dei Carabinieri il 9 gennaio 2013 alle ore 10 e 30 il cittadino E.M. si sarebbe recato presso il cimitero comunale di Sezze dove un’impresa edile stava eseguendo dei lavori. Nell’occasione E.M. portava con sé della documentazione da far firmare al titolare dell’impresa per ottenere le necessarie autorizzazioni al fine di commissionare dei lavori personali all’interno dello stesso cimitero.
“LE AUTORIZZAZIONI LE DO IO QUI DENTRO!”
Mentre E.M. entrava nel cimitero tramite il cancello principale incontrava il custode, Fausto Castaldi, il quale chiedeva il motivo dell’accesso all’utente. E.M., dopo aver fornito adeguate spiegazioni, veniva accompagnato da Castaldi nel punto in cui il titolare dell’impresa stava lavorando. Improvvisamente il guardiano, dopo aver sottratto i documenti all’utente, avrebbe iniziato a gridare senza motivo apparente: “Le autorizzazioni le do io qui dentro!“.
LO SCHIAFFO DI SEZZE CON PROGNOSI DI 5 GIORNI
Alle grida il custode avrebbe fatto seguire uno schiaffo al volto ai danni di E.M., facendolo cadere rovinosamente a terra e provocandogli la lussazione dell’incisivo superiore, una contusione cranica con piccola ferita nella regione occipitale e una contusione dello zigomo sinistro. Stando al verbale il pronto intervento dei presenti avrebbe impedito che la situazione avesse sviluppi peggiori. Ci sarebbero state infatti quattro persone presenti sul luogo dei fatti, oltre al custode e al malcapitato.
IL CAPO UFFICIO TECNICO CONVOCA IL CUSTODE
Ora emergono fatti nuovi intorno alla vicenda. Un’ora dopo gli accadimenti l’ing. Mauro Vona, responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune, si sarebbe recato presso il cimitero comunale e avrebbe chiesto alla presunta vittima di riportargli dettagliatamente i fatti. Dal momento che l’accaduto configurava una violazione del Codice disciplinare in materia di disciplina del personale, ricadendo nella fattispecie “alterchi di particolare gravità con vie di fatto negli ambienti di lavoro, anche con utenti”, Vona convocava in Comune Castaldi, con eventuale assistenza legale, contestandogli l’addebito. L’incontro tra il guardiano e il dirigente del settore Lavori Pubblici sarebbe avvenuto il 28 gennaio dello stesso anno.
COSA SUCCESSE DOPO L’INCONTRO TRA VONA E IL GUARDIANO?
Resta da capire quali effetti abbia avuto l’incontro. È noto che il 16 gennaio, una settimana dopo le lesioni, il sindaco Andrea Campoli ricevette il contenuto del verbale dei Carabinieri, fornitogli dallo stesso denunciante. Nell’articolo Maggioranza a rischio: Bernasconi va all’opposizione si era riportato come la lettera firmata da E.M. ed indirizzata al primo cittadino fosse rafforzata da un’interrogazione protocollata dalla consigliera Luciana Lombardi. La stessa esponente della maggioranza consiliare nell’interrogazione mirava a far luce sulla vicenda.
UN’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DISARMATA
Documenti alla mano, Campoli dal 16 gennaio al 28 gennaio ha dato supporto al dirigente Vona nell’attivazione del procedimento disciplinare nei confronti del Castaldi. Resta da chiarire cosa sia avvenuto nei giorni successivi alla convocazione a Palazzo De Magistris, ossia se si sia proceduto o meno a sospensione del dipendente in attesa di giudizio da parte della magistratura. È vero, in un quadro normativo in cui la Pubblica Amministrazione sembrerebbe disporre di mezzi non adeguati nel frenare ipotetici eccessi manifestati da singoli dipendenti (nel caso specifico il custode cimiteriale), intervenire per una classe dirigente politica diventa complesso. Fatto sta che il custode parrebbe essere rimasto sempre al suo posto, e quantomeno il sindaco e il dirigente erano a conoscenza di ciò che era stato capace di fare nell’esercizio della sua funzione. E se avesse picchiato di nuovo un cittadino? E poi, cosa significa che “le autorizzazioni le do io qui dentro”? È certo che l’amministrazione abbia fatto tutto il possibile?