CONFISCA DI 11 MILIONI AL PLURIPREGIUDICATO MANCINI

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I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno proceduto alla confisca dei beni, per un valore di oltre 11 milioni di euro, riferibili a Fernando Mancini, classe 1972, noto pluripregiudicato di Nettuno. Oltre alla confisca, è stata disposta l’applicazione della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di polizia con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, per la durata di 5 anni.
Il patrimonio accumulato con i proventi delle attività illecite si costituisce di conti correnti bancari, quote di maggioranza di società, un lussuoso stabilimento balneare, una rivendita di tabacchi, 90 unità immobiliari, tra cui una villa signorile di circa 400 metri quadrati con piscina, 41 appartamenti, 35 magazzini/garage, capannoni industriali e terreni e una lussuosa imbarcazione.
Il provvedimento emesso dal Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione si inserisce nel quadro dell’operazione “Domus Aurea“, risalente al 2015, che aveva il disposto del sequestro anticipato dei beni riconducibili a Mancini per i reati di associazione a delinquere, evasione fiscale, fallimenti pilotati, truffe, traffico di stupefacenti e riciclaggio di denaro.
Il curriculum criminale di Mancini inizia già nei primi anni ‘90, da cui emerse un’infiltrazione nella realtà economica del territorio nettunese.
Mancini, con l’ausilio di prestanome, familiari e non, aveva acquisito immobili, locali commerciali ed aziende, tra cui il noto stabilimento balneare “Belvedere“, attraverso il reinvestimento di cospicue somme di denaro sporco. L’uomo aveva finanziato gran parte degli investimenti immobiliari facendo rientrare in Italia, attraverso lo “scudo fiscale”, una parte dei profitti delle attività illegali, occultati in Spagna nel luglio del 2005 (circa 10 milioni di euro), così come accertato nel corso dell’indagine denominata Hummer e condotta dalla Guardia di Finanza di Nettuno
Mancini si avvalse anche di un professionista di Nettuno, esperto nella gestione di società estere, e riciclò i proventi accumulati dal commercio di automobili in evasione dell’IVA.

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