CAMPING SOLE AZZURRO: LO SGOMBERO IMPOSSIBILE. BATTAGLIA TRA COMUNE E COOP

Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato
Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato

Camping Sole Azzurro: una nuova pronuncia del Consiglio di Stato blocca lo sgombero dell’area. L’ennesimo capitolo di una saga infinita

Probabilmente non finirà mai il contenzioso tra Camping Sole Azzurro e Comune di Latina sull’area di Foce Verde che, per l’ente di Piazza del Popolo, va sgomberata essendo stata occupata abusivamente dai gestori del campeggio sul lungomare del capoluogo di provincia. Il privato, ossia la società Camping Sole Azzurro, non molla e, tramite l’avvocato Fabio Raponi, ribatte colpo su colpo all’ente di Piazza del Popolo.

Ora, un decreto cautelare del Consiglio di Stato, disposto dal Presidente Giulio Castriota Scanderbeg, lo scorso 18 gennaio, ha sospeso l’ultima ordinanza del TAR di Latina, accogliendo l’istanza cautelare presentata dall’avvocato Raponi, per conto di Camping Sole Azzurro, e sospendendo lo sgombero. La camera di consiglio, da cui dovrebbe uscire la decisione definitiva da parte di Palazzo Spada (ma il condizionale è d’obbligo, considerata l’intricata vicenda giudiziaria), è fissata per il 13 febbraio 2024.

Un passo indietro per sintetizzare la vicenda. Dopo l’ordinanza del Consiglio di Stato risalente allo scorso 9 novembre, con cui i giudici del massimo grado amministrativo si sono espressi respingendo l’appello della Camping Sole Azzurro, è arrivata una seconda ordinanza, stavolta del Tar, che si è espressa sui motivi aggiunti dal ricorrente privato.

Lo scorso 9 novembre, il Consiglio di Stato aveva stabilito che “l’impossibilità di effettuare lo sgombero dell’area nel termine fissato è un problema di fatto che troverà una concreta soluzione attraverso un accordo informale con l’amministrazione“. Un accordo che dovrà essere trovato tra Comune e Camping Sole Azzurro, costretto a sgomberare.

Solo che la società del Camping Sole Azzurro, tramite l’avvocato Fabio Raponi, aveva presentato un nuovo ricorso al Tar, integrato da motivi aggiunti, contro Comune di Latina, difeso dagli avvocati Anna Caterina Egeo e Alessandra Muccitelli, e Agenzia delle Entrate, assistita dall’avvocatura di Stato.

Il ricorso chiedeva l’annullamento di tutta una serie di atti del Comune di Latina e dell’Agenzia delle Entrate fino alla decisione di far sgomberare l’aria e di ottenere, da parte dell’ente di Piazza del Popolo, a titolo di indennità risarcitoria per occupazione senza titolo delle unità immobiliari, la somma di 102.948,60 euro.

Tramite ordinanza del 6 dicembre, il Tar aveva praticamente ribadito ciò che ha spiegato nella precedente ordinanza Palazzo Spada, poiché “non si rinvengono elementi per cui discostarsi da quanto affermato nell’ordinanza n. 208 del 12.10.2023, confermata da ordinanza del C.d.S. n. 4496 del 9.11.2023, anche tenuto conto che nella specie trattasi di attività amministrativa esercitata in un contesto non paritetico conseguente alla confisca penale“.

Per tale ragione, il Tar aveva rigettato la domanda di tutela cautelare presentata dal Camping Sole Azzurro, condannando la ricorrente alla spese di 1500 euro a favore del Comune di Latina. Il Consiglio di Stato, invece, su appello del Camping, come detto, ha sospeso l’efficacia del provvedimento di sgombero, rimandando tutto al prossimo febbraio.

E sì che il Comune, come si legge nell’istanza presentata dall’avvocato Raponi, aveva provato a sgomberare l’area, forte dell’ultima pronuncia del 6 dicembre. Infatti, lo scorso 17 gennaio, la Polizia locale del Comune di Latina ha tentato di iniziare lo sgombero dell’area in Via Capraia, avvertendo la custode che la medesima Polizia avrebbe provveduto in modo coattivo entro i tre giorni successivi. Uno sgombero, però, che doveva essere bloccato, come aveva fatto notare con pec dall’avvocato del Camping, in ragione dell’appello cautelare presentato contro il pronunciamento dicembrino del Tar.

Secondo i ricorrenti, vi sarebbe “la palese illegittimità dell’ordine di sgombero in quanto l’autotutela esecutiva non può essere esercitata su beni che non appartengono al demanio o al patrimonio indisponibile“. Il Comune, per quanto proposto dal privato in appello, “si è limitato ad effettuare la voltura catastale della proprietà comunale in asserita esecuzione della sentenza della Corte d’appello penale n. 9172 del 20 novembre 2017 che aveva disposto la confisca ritenendo che il camping costituisse di fatto una lottizzazione abusiva.

Da sgomberare, come noto, ci sono “102 piazzole, per un totale di 4.896 metri quadri, quasi tutte cementate, pavimentate e dotate degli impianti elettrico, idrico e di scarico delle acque reflue; n. 93 roulotte rese intrasportabili con mezzi normali, n. 43 preingressi in struttura rigida della superfi8cie media di 10 metri quadrati ciascuno, n. 84 manufatti in struttura rigida adibiti a cucina, n. 37 verande in materiale plastico antistanti le roulotte, n. 37 lavabi a servizio delle piazzole, n. 87 strutture metalliche coperte con telo ombreggiante a protezione delle sottostanti piazzole, viali interni con pavimento tipo industriale rifinito in resina colorata e vialetti secondari in terra battuta e ghiaia, area destinata a parcheggio di circa 2.500 metri quadri“. E secondo il legale difensore sarebbe stato “oggettivamente improponibile che entro sabato 20 gennaio 2024 siano rintracciati tutti i proprietari delle predette opere e gli stessi abbiano la possibilità di rimuoverle”. Dunque, in attesa della nuova pronuncia del Consiglio di Stato, tutto resta immutato.

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Nel mese di agosto, come noto, fu pubblicata l’ordinanza per la cessazione dell’attività del noto Camping Sole Azzurro, al lido di Latina. Pochi giorni dopo, una nuova ordinanza per far sgomberare i luoghi, oltreché a chiedere una indennità risarcitoria per oltre 100mila euro. Uno sgombero che il Comune di Latina aveva provato a far valere dopo che il camping aveva subito una confisca.

Il 13 ottobre, però, quando pareva essere arrivata a un punto la questione dello sgombero dell’area, il Consiglio di Stato aveva ribaltato al decisione del Tar di Latina. Palazzo Spada, infatti, aveva accolto l’istanza dell’avvocato Raponi, che difende gli interessi del camping, emettendo un decreto cautelare che sospendeva l’ordinanza del TAR del 12 ottobre.

Una vicenda annosa quella del Camping Sole Azzurro, anche dal punto di vista penale. A luglio 2022, infatti, il Servizio Patrimonio del Comune di Latina, a tre anni dalla sentenza definitiva di confisca dei beni arrivata nel 2019, prendeva atto di ciò stabilendo la gratuita acquisizione al patrimonio comunale dell’area confiscata al Camping Sole Azzurro a Foce Verde. Lo stabiliva la determina numero 1154 del 20 luglio 2022.

Le indagini della magistratura sul camping partirono addirittura nel 2007 e si concentrarono sulla lottizzazione abusiva contestata poi agli imputati.

La Corte di Appello di Roma, nel 2017, riformò la decisione con la quale, a novembre 2010, il Tribunale di Latina aveva assolto gli imputati Sandro Scifoni, Mario Proietto, Dino Aisa, Pasqualina Cavese e Rita Pisciotta, all’epoca dei fatti componenti del consiglio di amministrazione della coop “Sole Azzurro” dal reato di lottizzazione abusiva deturpamento di bellezze naturali, dichiarando l’estinzione della contravvenzione per morte del reo e nei confronti degli altri imputati per intervenuta prescrizione.

La Corte d’Appello accolse il ricorso della Procura di Latina e ordinò la medesima confisca dell’area ritenuta abusivamente lottizzata per circa 13.138 metri quadrati. L’area, lottizzata dalla coop Sole Azzurro, era soggetta anche a vincolo ambientale; al contrario furono realizzate, senza le necessarie autorizzazioni ed in violazione della normativa statale e regionale e degli strumenti urbanistici.

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