BOMBE E BUOI DEI PAESI TUOI, A PRIVERNO È POLEMICA

Le operazioni di trasporto della bomba

“Priverno non conta nulla nel panorama politico provinciale ed è una settimana che siamo diventati lo zimbello della provincia” – lo ha dichiarato la consigliera comunale di Agenda per Priverno Rosie Fania ieri, durante le operazioni di rimozione della bomba di Rio Fresco, poi fatta brillare a Priverno.

Rosie Fania
Rosie Fania

In realtà, le operazioni sono andate per il meglio: nessun ostacolo all’organizzazione del Comune di Formia, della Prefettura e di tutti gli enti e le realtà coinvolte, al di là delle tensioni che ci sono state nelle settimane precedenti dopo le iniziative, giudicate da più parti auto-referenziali, del sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano.
I sindaci di Formia e Priverno, Paola Villa e Anna Maria Bilancia, e il vice prefetto vicario Vittoria Ciaramella hanno espresso la più piena soddisfazione per l’iter che si è concluso al meglio. Obiettivamente trovare un punto dolente all’evento di ieri che ha incluso la sicurezza di 16mila persone è un esercizio di difficile realizzazione. E, per una volta, si può dire che le caselle sono andate al posto giusto e tutto ha funzionato grazie alle Istituzioni che hanno gestito un evento molto delicato – non è usuale, d’altra parte, trovarsi con un residuato bellico della Seconda Guerra Mondiale, altamente pericoloso, e ottenere un risultato positivo. Eppure c’è qualcuno che, ieri, nel corso della giornata, ha espresso la sua contrarietà all’operazione Rio Fresco, evidenziando, a suo dire, alcune domande sulla dignità della sua città: Priverno.
A parlare, come detto, è stata la consigliera comunale Rosie Fania che col suo post – PERCHÉ DOBBIAMO PRENDERCI UNA BOMBA NON NOSTRA?💣- ha avanzato questioni che, a suo dire, dimostrerebbero di come Priverno sia la città rifugio di ogni male della provincia, un luogo simile ad un anfratto dove riporre tutti i problemi più scottanti del territorio pontino, dalla bomba di Formia al compost della Sep.

Visionata tutta la documentazione possibile, tra provvedimenti, ordinanze e articoli di giornale, eppure un motivo valido sulla necessità di far brillare un residuato bellico nella cava Barbetti non l’ho trovato. – attacca la Fania – Qualche domanda vorrei porla io adesso: perché da Formia si deve rischiare di spostare un ordigno per 70 km? Perché da Formia si è dovuti arrivare a Priverno? Prima ci sono tanti altri comuni anch’essi con siti di cava, come mai si è preferito proprio Priverno?Non è che, come al solito, le istanze di questo territorio vengono messe da parte rispetto a quelle di altri? Perché dobbiamo sempre essere il Comune nel quale si risolvono i problemi degli altri (Sep da diciassette anni, ora la bomba)? Ma se la bomba fosse stata rinvenuta a Priverno, possiamo veramente credere che la stessa sarebbe stata trasportata a Formia o in altri comuni del sud pontino? Quei Sindaci si sarebbero opposti e state sicuri che avrebbero avuto la meglio. Qui invece tappeti rossi. Diciamoci la verità: Priverno non conta nulla nel panorama politico provinciale ed è una settimana che siamo diventati lo zimbello della provincia. E non si provi a nascondersi dietro al parere del Prefetto, perché la Politica quando conta sa come difendere il proprio territorio da un evento indesiderato se evitabile. E questo era evitabile, ma da noi la politica crede di recuperare la centralità con le festicciole. E allora, tra un fiore e un vicolo, teniamoci le bombe degli altri“.
Nel giorno in cui la sinergia tra istituzioni, enti e società pare abbia funzionato alla perfezione, torna il campanilismo, stavolta in salsa lepina. Insomma, superata la crisi esplosiva, per la Fania bombe e buoi dei paesi tuoi.

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