Oggi, all’indomani della rimozione di Mara Carfagna e Giovanni Toti, solo a giugno delegati da Silvio Berlusconi in persona per il ruolo di coordinatori di partito, Fazzone sbotta e lo fa con tutta la forza che possiede rilasciando un comunicato durissimo: “Un partito che il 19 giugno nomina due coordinatori con l’intendimento di rinnovarsi e di trovare una sintesi sul percorso da intraprendere per il futuro e che poco più di un mese dopo li rinnega è sull’orlo della follia. Quanto accaduto ieri a margine dell’incontro del cosiddetto tavolo delle regole ha del tragicomico. Berlusconi con un atto di forza ha volto dimostrare che il partito è suo. Legittimo. Ma si è caduti di nuovo nello stesso errore. Scelte come queste devono essere condivise con la base e non calate dall’alto. Un partito che vuole cambiare, davvero e non solo a parole deve ripartire dalla base, non può continuare a marginalizzare ed ignorare la classe dirigente che è la vera forza del partito e che doveva essere resa partecipe di queste decisioni. Berlusconi può fare quello che vuole ma deve dire in modo palese, ed una volta per tutte, quale è il suo intendimento. Ci sono tante persone, tanti amministratori che hanno creduto e credono in lui. Dobbiamo dare certezze ai nostri amministratori. Riportare il partito sui territori, tra i cittadini che devono essere ascoltati non ricordati solo quando è il momento della campagna elettorale. Siamo in difficoltà a dare giustificazione a questi atteggiamenti schizofrenici. Forza Italia in questo modo si sta arenando su un binario morto. È un treno che non ha né il coraggio né la voglia, evidentemente, di creare uno scambio per mettersi su una direttrice nuova che possa portarci a riconquistare il dialogo e la credibilità con i nostri elettori attraverso un’azione politica decisa. C’è bisogno di un rinnovamento metodologico, organizzativo e di rappresentanza. E di una linea politica vera, concreta su cui combattere per dare risposte ai cittadini. Mi auguro che quanto accaduto in queste ore sia solo un comunicato sbagliato altrimenti è una brutta pagina per il partito e presto ciascuno prenderà la sua strada”.
Ora, premessa la legittimità delle parole del senatore Fazzone, non si capisce bene di cosa si stupisca, dal momento che da sempre Berlusconi dispone del suo partito come vuole e quando vuole. È evidente che quando ciò procurava voti e poltrone, la Jugoslavia di capataz, ras e cacicchi di Forza Italia rimaneva unita, ora che il partito è in declino quanto le magie di Otelma agli esponenti dei territorio non va più bene.
D’altronde, in politica, tira più un pelo di voto che un carro di coerenza.