DE MEO SMENTISCE FAZZONE: FORZA ITALIA IN FORMA E SOLIDA. MA SOLO DOPO LO SCRANNO IN EUROPA

Il sindaco di Fondi Salvatore De Meo e il senatore Claudio Fazzone, entrambi di Forza Italia
Il sindaco di Fondi Salvatore De Meo e il senatore Claudio Fazzone, entrambi di Forza Italia

Seguire Forza Italia in provincia è un esercizio che può portare a involontari (da parte dei protagonisti locali del partito) effetti grotteschi, peraltro degni delle uscite di Silvio Berlusconi che negli ultimi anni, causa anche un naturale avanzamento dell’età, ha deliziato gli italiani con numerose perle.

Eppure, anche qui a Latina e provincia non si scherza con la commedia all’italiana. Ieri vi avevamo dato conto del duro j’accuse di Claudio Fazzone, il reuccio forzista che da venti anni domina la politica pontina, le sue partecipate pubblico-private, i destini di sindaci, consiglieri, parlamentari. Uno che a politique politicienne non è secondo a nessuno. Senza menzionare i cortocircuiti istituzionali (vedi caso Frattasi, l’ex prefetto di Latina), inconvenienti giudiziari risolti dopo anni e vere e proprie leggende che aleggiano sulla sua persona. Ma se ieri Fazzone aveva parlato di un partito dominato da non meglio precisati consigliori esterni che dettano la linea politica del partito – non la sua in provincia però, perché da sempre decide lui – e nepotismi/favoritismi con tanto di candidature di segretarie (chi?), amici (?) e parenti (?), oggi il suo sodale di partito, definito dalle cronache politiche come suo delfino da sempre, il sindaco di Fondi, Salvatore De Meo, dichiara tutt’altro. Anzi, vuoi per l’euforia di essere approdato a Bruxelles, ci descrive un partito che sprizza gioia e stabilità da tutti i pori. Con buona pace del suo leader politico nonché coordinatore regionale Claudio Fazzone che aveva delineato uno scenario da Vietnam politico interno a Forza Italia, accennando addirittura a una prospettiva di messa in liquidazione del partito fondato da Berlusconi nel 1994.

Sono fiero di questo bellissimo risultato – ha dichiarato De Meo – che premia il lavoro intenso e meticoloso di chi mi ha sostenuto per settimane con entusiasmo e generosità. La mia elezione è il frutto di un appassionato lavoro di squadra da parte di una classe dirigente che da oltre due decenni è profondamente radicata nei territori e si impegna quotidianamente, a qualsiasi livello istituzionale, a recepire le istanze dei cittadini. La politica lontana dalla società è una politica contro i territori, mentre in provincia di Latina Forza Italia ha sempre dimostrato di essere vicina alle persone puntando al coinvolgimento, alla partecipazione e alla condivisione”.

Parole diametralmente opposte a quelle di Fazzone che invece ieri attaccava dichiarando che “il partito non si è saputo rinnovare, conseguentemente non è stato capace di fare un’attenta analisi al proprio interno e domandarsi perché c’è stata una perdita di consensi“. Sarà che le parole di Fazzone sono cadute come un meteorite, facendo drizzare le orecchie a tanti in Forza Italia; arrivate a mezzo stampa, tuttavia, prima che il senatore sapesse che De Meo era stato incluso nei parlamentari europei che ce l’avevano fatta insieme al leghista Matteo Adinolfi (lambito dallo scandalo “voto di scambio/Del Prete”) e a Nicola Procaccini, il sindaco di Terracina in quota Fratelli d’Italia e appoggiato niente di meno che dalla sua leader in persona Giorgia Meloni.

Fatto sta che alle parole gioiose di De Meo, Fazzone non ha ribadito i suoi cahiers de doléances. E d’altra parte, ieri, De Meo non ha parlato nei termini di oggi, ossia entusiastici come l’esultanza di Tardelli, ma è rimasto in silenzio, lasciando quindi che fosse Fazzone a esprimere le istanze di delusione per un partito in crisi.

Ma allora qual è la verità per i maggiorenti di Forza Italia? Un partito alla deriva o solido come un marmo di casa Arcore?
È possibile che sia stata sufficiente una poltrona in Europa per De Meo a placare gli animi di Fazzone, e fare pari e patta con gli altri due partiti di centrodestra? 
Senza sperticarsi in pensose analisi, noi ci sbilanciamo. Sì, sembrerebbe proprio così. Una poltrona e passa la paura. Qualcuno si domanderà: e le segretarie e gli amici e i parenti che infestavano il partito? E le presenze estranee che influenzavano le scelte di Forza Italia? Insomma, tutte le denunce di ieri da parte di Claudio Fazzone?
Svanite come le foglie al vento di Bruxelles. E rivissero felici e poltronati.

 

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