Sequestro ed estorsione dell’avvocato, per Ernesto Pantusa e i presunti complici il Tribunale di Roma ha stabilito le condanne riducendo di molto le richieste della Procura di Latina
Quadro fortemente ridimensionato per Pantusa, Sabrina Fiorucci, Fabrizio Fava e Salvatore Carleo.
Il 15 luglio, a Roma, di fronte al giudice dell’udienza preliminare Paola Della Monica, il pm pontino dell’inchiesta denominata Stelvio (dall’auto Alfa Romeo con cui l’imputato avrebbe sequestrato l’avvocato originario di Santa Maria Capua Vetere) Antonio Sgarrella aveva svolto la sua requisitoria contestando il sequestro di persona a scopo di estorsione con metodo mafioso nei confronti dei quattro imputati.
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Già, pochi mesi prima, a febbraio 2020, Il Tribunale della Libertà di Roma, pur confermando il carcere per Ernesto Pantusa, escluse l’ipotesi formulata da Procura di Roma e Latina coordinate dalla DDA capitolina: secondo i giudici del Riesame non c’era l’aggravante mafiosa derivante dal fatto che i quattro avevano sventolato in faccia all’avvocato casertano la foto di un camorrista, tal “Pesce”, minacciando che se non avesse restituito il denaro lo avrebbero portato dinanzi a lui.
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Ed è proprio da questa restituzione che, ieri, il giudice dell’udienza preliminare di Roma Della Monica, giudicando col rito abbreviato scelto dai quattri imputato, ha derubricato il reato per Ernesto Pantusa, 44 anni di Latina, per cui il pm aveva chiesto 20 anni con l’aggravante mafiosa, da sequestro a scopo di estorsione ad esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Il pontino è stato condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione per sequestro e la rapina di una borsa e un assegno non intestato sottratto all’avvocato di Santa Maria Capua Vetere il quale, il pomeriggio del 25 giugno 2019, presso il Comando Stazione Carabinieri di Latina, aveva denunciato di essere stato sequestrato dal medesimo Pantusa e i suoi complici, per poi essere condotto in un capannone di Borgo Santa Maria e lì picchiato.
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Anche per gli altri imputati condanne ridotte. Il pm Sgarrella aveva chiesto 12 anni ciascuno, mentre il gup Della Monica ha comminato due anni a Debora Fiorucci, 51enne di Sermoneta, due anni a Salvatore Carleo, 63 anni di Morena (Roma) e un anno e mezzo a Fabrizio Fava, 62 anni di Tivoli (Roma).
In sostanza, pur dovendo aspettare le motivazioni della sentenza per comprendere appieno, è passata la linea che i quattro hanno chiesto all’avvocato 69enne di Santa Maria Capua Vetere soldi che, a detta loro, dovevano tornare indietro poiché – questa è stata la tesi della difesa – il legale non si era presentato in alcune cause che vedevano coinvolti gli imputati, non svolgendo al meglio la sua professione.
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