ASL DI LATINA E DECRETO: ECCO COSA DEVONO RISPETTARE I CITTADINI CHE RIENTRANO DALLE ZONE ROSSE

ZONE ROSSE

L’Asl di Latina comunica le modalità da rispettare tassativamente per tutti coloro che rientrano dalla Zone rosse colpite dall’emergenza Coronavirus-Covid 19

Tutte le persone presenti nel territorio della provincia di Latina che nei quattordici giorni antecedenti alla data di pubblicazione del DPCM 8 marzo 2020 hanno fatto ingresso, stanno facendo o faranno ingresso nella Regione Lazio provenienti dalla Regione Lombardia e dalle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia,

DEVONO
comunicare tale circostanza alla email dedicata rientrozonarossa@ausl.latina.it;

indicando i seguenti dati: nome, cognome, codice fiscale, indirizzo, telefono mobile (cellulare), indirizzo email, medico di base e sua email, datore di lavoro e sua email, provincia di provenienza, data di arrivo in provincia di Latina.

Osservare la permanenza domiciliare, il divieto di spostamenti e viaggi e di rimanere raggiungibile per ogni eventuale attività di sorveglianza fino a 14 giorni dalla data del rientro, salvo comparsa di sintomatologia o diversa valutazione a cura del Dipartimento di Prevenzione.

In caso di comparsa di sintomi, la persona deve osservare le disposizioni dell’ordinanza 2/2020, qui riportate per comodità di lettura:

a. avvertire immediatamente il MMG/PLS (medico di medicina generale o pediatra di libera scelta) e l’operatore di Sanità Pubblica che attiva presso il domicilio la procedura di esecuzione del test;

b. indossare la mascherina chirurgica (da fornire all’avvio del protocollo) e allontanarsi dagli altri conviventi;

c. rimanere nella sua stanza con la porta chiusa garantendo un’adeguata ventilazione naturale, in attesa dell’eventuale trasferimento in ospedale.

Inoltre, Il Decreto della presidenza del Consiglio emanato ieri prevede già da questa mattina il monitoraggio delle summoninate “aree a contenimento rafforzato”, tra le quali l’intera Lombardia e le altre 14 province di Piemonte, Emilia, Veneto, Marche: Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini in Emilia Romagna, Pesaro e Urbino nelle Marche, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli in Piemonte, Padova, Treviso e Venezia in Veneto. Ma non riguarda solo i cittadini che vivono in quelle aree. Come è facilmente prevedibile, ci saranno anche persone che, per necessità di lavoro, dovranno partire anche dalla provincia di Latina e dal Lazio (e delle altre regioni e province d’Italia) e recarsi nelle Zone Rosse.
Costoro dovranno spiegare, attraverso un modulo (scaricalo qui) per quale ragione debbano recarsi lì. Per spostarsi in ragione di esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute è necessario presentare ai controlli certificazione che attesti il motivo per derogare alla direttiva di ridurre il più possibile il movimento da un’area all’altra (e con questo la diffusione del contagio). Le limitazioni riguardano le persone e non le merci.  

Chi si sposta per esigenze motivate potrà presentare ai controlli un’autocertificazione. Il modulo è stato messo a disposizione dal dipartimento di Pubblica sicurezza. Resta comunque il divieto assoluto a spostarsi, senza eccezioni, per le persone sottoposte a quarantena o positive al coronavirus.

I controlli saranno eseguiti lungo le linee di comunicazione e le grandi infrastrutture dalla Polizia stradale e lungo la viabilità ordinaria anche dall’Arma dei carabinieri e dalle polizie locali. La Polizia ferroviaria curerà invece, con la collaborazione del personale delle Ferrovie dello Stato, delle autorità sanitarie e della Protezione civile, su tutte le linee ferroviarie controlli su tutti i passeggeri in entrata e uscita dalle stazioni per eseguire le verifiche sullo stato di salute dei viaggiatori con i termoscanner. Anche in stazione, come ai posti di blocco lungo le strade, per andare incontro ai cittadini che non hanno il modulo la Polizia ferroviaria fa compilare le certificazioni anche al momento all’apposito desk di controllo.

Il decreto del Governo stabilisce che chi viola le prescrizioni è punito con l’arresto fino a tre mesi e l’ammenda fino a 206 euro, secondo quanto previsto dall’articolo 650 del codice penale sull’inosservanza di un provvedimento di un’autorità. Ma pene più gravi possono essere comminate per chi adotterà comportamenti, come ad esempio la fuga dalla quarantena per i positivi, che possono configurare il reato di delitto colposo contro la salute pubblica, reato che persegue tutte le condotte idonee a produrre un pericolo per la salute pubblica.

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