ALBA PONTINA: PROCURA DEPOSITA I PRECEDENTI DI ALTRI PERSONAGGI FUORI DAL PROCESSO

Armando Lallà Di Silvio
Armando Lallà Di Silvio

Alba Pontina: udienza interlocutoria al Tribunale di Latina per il processo che contesta al Clan Di Silvio l’associazione mafiosa

Il pm Claudio De Lazzaro ha depositato dei precedenti, inseriti in procedimenti penali, anche con sentenze non definitive, che riguardano soggetti imputati nel processo, come Armando “Lallà” Di Silvio, e anche al di fuori di esso come i fratelli Maricca, Carlo ed Enzo, ed Ermanno D’Arienzo detto Topolino. Tre personaggi di peso negli ambienti criminali pontini e l’ultimo di questi, come ha ricordato il sostituto procuratore De Lazzaro in Aula, padre di Angelo Travali detto “Palletta” a cui il 416bis è contestato nella recente operazione di Squadra Mobile e DDA denominata Reset. Vicende che dovrebbero aiutare l’accusa a dimostrare la colpevolezza degli imputati del processo Alba Pontina.

Il collegio del Tribunale presieduto dal giudice Gian Luca Soana ha concesso i termini a difesa e la prossima udienza, dal momento che quella odierna si è conclusa in meno di un’ora, è stata fissata il 25 maggio quando parleranno i due pm De Lazzaro e Spinelli, i legali delle parti civili e il difensore di uno degli imputati: Tiziano Cesari. Lo stesso Tribunale ha negato il confronto richiesto dall’avvocato Angelo Palmieri tra Armando “Lallà” Di Silvio, imputato numero uno al processo, e i due collaboratori di giustizia Renato Pugliese e Agostino Riccardo, più volte insultati in Aula dal capo-famiglia di Via Muzio Scevola.

Il Tribunale ha, fissato un’altra udienza del processo per il 22 giugno quando a intervenire sarà il collegio difensivo degli imputati.

Il processo, come noto, vede alla sbarra il boss Armando Lallà Di Silvio, la moglie Sabina De Rosa, la cognata Angela detta “Stella”, la figlia Sara Genoveffa, e ancora Giulia Di Silvio, Francesca De Rosa, Tiziano Cesari, e Federico Arcieri (marito di Sara Genoveffa) e Tiziano Cesari. I reati contestati sono il traffico di droga, le estorsioni, l’intestazione fittizia dei beni ecc. finalizzati all’associazione mafiosa.

Per coloro che avevano scelto il rito abbreviato, il processo ha visto celebrarsi già il secondo grado di giudizio. Condanne per i figli del boss Armando “Lallà” Di Silvio, 10 anni e otto mesi a Ferdinando Pupetto Di Silvio, 12 anni e sei mesi a Gianluca Di Silvio,  11 anni e 10 mesi a Samuele Di Silvio. Resta l’aggravante mafiosa sebbene il reato dell’associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti sia stato riqualificato in un’ipotesi più tenue. 
Pene ridotte anche per Daniele Sicignano detto “Canarino” (4 anni e 20 giorni), Gianfranco Mastracci (tre anni e quattro mesi), Valentina Travali (due anni e due mesi), Mohamed Jandoubi e Hacene Hassan Ounissi (2 anni e 4 mesi) e Daniele Coppi (un anno e 4 mesi).

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