Intervento della consigliera regionale del Movimento 5 Stelle sul protocollo di intesa tra Regione, Comune e Prefettura di Latina per il “nuovo” Al Karama
“Invece di procedere a un’attività costante di integrazione come ci chiede l’Europa, a Latina si sposta temporalmente e fisicamente il problema dei campi rom”. Così Gaia Pernarella, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Lazio dopo aver letto i contenuti della deliberazione della Giunta regionale che a metà febbraio (ndr: 18 febbraio) ha approvato un protocollo di intesa con il Comune e la Prefettura di Latina per la riqualificazione del campo di Al Karama.
Un protocollo che stabilisce un cronoprogramma piuttosto complesso e che dovrebbe completarsi nel 2022. Previsti la messa in sicurezza dei siti con la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti e la bonifica dalle fibre di amianto presenti nell’area dove dovrebbe sorgere la cosiddetta nuova Al Karama.
Poi gli interventi per la costruzione di quest’ultima sono divisi un due tranche. Le operazioni, infatti, riguarderanno in una prima fase, l’area del compendio destinata alla posa in opera dei moduli abitativi e dei servizi, così da consentire, ultimata la bonifica, il completamento del nuovo campo alloggiativo temporaneo; in una seconda fase si procederà alla bonifica dell’adiacente area relativa ai fabbricati esistenti.
Poi gli interventi per la costruzione di quest’ultima sono divisi un due tranche. Le operazioni, infatti, riguarderanno in una prima fase, l’area del compendio destinata alla posa in opera dei moduli abitativi e dei servizi, così da consentire, ultimata la bonifica, il completamento del nuovo campo alloggiativo temporaneo; in una seconda fase si procederà alla bonifica dell’adiacente area relativa ai fabbricati esistenti.
L’opera sarà finanziata dalla Regione Lazio e, peraltro, il protocollo permette al Comune di Latina di rateizzare le spese relative all’utenza elettrica, sospendendo eventuali compensazioni per recupero crediti antecedenti. La realizzazione è a carico dell’Ente di Piazza del Popolo e per la stessa è già stata affidata la gara alla ditta romana HTR Bonifiche s.r.l., aggiudicataria dell’appalto dei lavori di ristrutturazione e riqualificazione del centro di accoglienza Al Karama nel Comune di Latina, con una copertura finanziaria per 188.179 euro.
Ad ogni modo, la consigliera 5 stelle orienta la sua attenzione a monte, ossia sul fatto che i campi di questo genere dovrebbero essere già superati da un pezzo..
“Quando lo scorso mese di gennaio abbiamo appreso attraverso un comunicato stampa dell’imminente sottoscrizione dell’accordo – spiega Pernarella – con pazienza abbiamo atteso la pubblicazione dell’atto così scoprendo quanto in realtà già immaginavamo ovvero che il finanziamento e il provvedimento di bonifica dell’area di Al Karama, e di quella adiacente dove verranno installati moduli abitativi sostitutivi, prende il via nel maggio 2008. Quando, come viene citato nella delibera, l’allora Presidente del Consiglio dei Ministri dichiarò lo stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi del territorio delle regioni Campania, Lazio e Lombardia”.
“Epoca a cui di fatto risale il progetto del Comune, poi finanziato dalla Regione, per la realizzazione di un nuovo campo – continua Pernarella – Una bonifica dei luoghi e una fornitura di moduli abitativi rimasta in sospeso e che oggi si vorrebbe riprendere, i lavori dureranno ben un anno e mezzo, creando quello che a tutti gli effetti ci sembra essere un nuovo campo provvisorio che temiamo possa diventare niente altro che un ampliamento del vecchio. Che tra l’altro ci risulta ancora in difetto per quanto riguarda i requisiti urbanistici posti dalla legge regionale 82/1985″.
“Tutto questo – sottolinea la Consigliera 5 Stelle che già era stata prima firmataria di un’interrogazione e una mozione sul tema nella scorsa legislatura – mentre l’Unione Europea da quasi un decennio ci chiede come e quando riusciremo a garantire accesso all’istruzione, occupazione, assistenza sanitaria ed alloggi superando quella che ancora oggi è emarginazione sociale, discriminazione, povertà e illegalità, un ghetto dove le prime vittime sono donne e bambini, come anche gli episodi di cronaca ci raccontano quasi quotidianamente“.