SMANTELLATA CELLULA DI MAFIA NIGERIANA: RIFORNIVA PUSHER DI LATINA E CISTERNA

ovuli cocaina

I carabinieri di Santa Maria Capua Vetere hanno sequestrato sei chili di droga e smantellato un’organizzazione con base a Castel Volturno che importava dall’estero e spacciava in Italia anche verso Latina e Cisterna

Arrestatati tre nigeriani e un uomo del Niger legati alla mafia nigeriana, con base a Castel Volturno (in provincia di Caserta), e ora accusati di associazione per delinquere dedita all’importazione, distribuzione in Itali e trasporto nonché cessione di droga: in tutto sei chili tra eroina e cocaina (4650 gr. di eroina e 1350 gr. di cocaina).

L’ inchiesta, coordinata dalla Dda di Napoli, ha accertato che la droga veniva importata da “corrieri ovulatori“, che accettavano di ingerire capsule contenenti droga di un peso varabile tra 500 grammi e un chilo e mezzo, in cambio di compensi tra i tremila e i seimila euro.

I carabinieri della compagnia di Santa Maria Capua Vetere (in provincia di Caserta), insieme alla stazione di Grazzanise (nel sempre casertano), tramite i piani di volo e le liste dei passeggeri, hanno ricostruito la sistematicità con cui l’organizzazione (radicata in Italia e in altri Paesi europei) inviava i corrieri in Italia. In totale, nel corso delle indagini, sono stati arrestati nel tempo 13 corrieri e sequestrati 368 ovuli.

La droga proveniva da Nigeria, Kenya, Madagascar, Ruanda, Brasile, Turchia e Spagna. Era destinata alle piazze di spaccio dove una fitta rete di “pusher” la rivendeva al dettaglio. Tra le piazze di spaccio individuate, oltre che a Sant’Antimo (in provincia di Napoli) e Padova, anche Latina e Cisterna di Latina. I pagamenti delle partite di cocaina ed eroina avvenivano tramite circuiti internazionali di trasferimento di denaro quali Western Union o Money Gram, oppure con accrediti su carte PostePay.

I capi e i componenti dell’organizzazione, per eludere le indagini delle forze dell’ordine, ricorrevano a schede telefoniche intestate a soggetti inesistenti o estranei all’organizzazione, oppure usavano indirizzi di posta elettronica con provider esteri e telefonavano da diversi Call Center o da alcuni Internet Point. I contenuti delle conversazioni captate, che avvenivano attraverso un linguaggio criptico e convenzionale decodificato dai Carabinieri (lo stupefacente veniva indicato facendo ricorso a termini del tipo “merci”, “vestiti”, “scarpe” mentre l’espressione “mangiare bene” veniva utilizzata per indicare la capacità del corriere di trasportare ovuli nello stomaco), hanno consentito di appurare e fotografare le modalità con cui gli indagati realizzavano l’illecita attività.

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