ABUSI SESSUALI ALLA SCUOLA MEDIA, PARLA LA MADRE DELLA RAGAZZA MOLESTATA DAL BIDELLO: “È CAMBIATA DOPO IL TRAUMA”

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Abusi sessuali su una minorenne a scuola: prosegue il processo al bidello sessantenne arrestato nell’ottobre 2022

Davanti al I collegio de Tribunale di Latina presieduto dal giudice Gian Luca Soana – a latere i giudici Fabio Velardi e Francesca Coculo -, si è aperto il dibattimento del processo nei confronti del bidello accusato di abusi sessuali ai danni di una studentessa delle medie, all’epoca dei fatti, tra il 2018 e il 2019, tredicenne. Il processo aveva visto, a luglio scorso, la citazione, come responsabile civile, del Ministro dell’Istruzione che, sebbene una notifica fatta pervenire correttamente dal Tribunale di Latina, oggi, 11 ottobre, era assente.

Ad aprile, il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, ha deciso per il rinvio a giudizio del bidello 64enne, residente a Nettuno, accusato di aver palpeggiato e molestato una studentessa minorenne in una scuola a Latina. L’uomo, C.G. (le sue iniziali), assistito dagli avvocati Restante e Giordano, era oggi presente in aula.

Il 30 novembre 2022, si era svolto l’incidente probatorio della giovane che oggi ha 17 anni e frequenta un liceo del capoluogo di provincia. Secondo l’accusa, rappresentata in aula dal Pm Marco Giancristofaro, la ragazza, ormai quattro anni fa, tra il 2018 e il 2019, avrebbe subito, in terza media, le attenzioni e le molestie dei bidello di 64 anni, accusato di violenza sessuale aggravata dall’età della vittima che all’epoca dei fatti frequentava una scuola media di Latina. L’episodio più grave di abuso nei confronti della minorenne sarebbe avvenuto peraltro all’interno del bagno della scuola media. Un particolare confermato dalla madre della ragazza che, oggi, è stata interrogata come testimone dal sostituto procuratore Giancristofaro, dall’avvocato Manchisi che difende gli interessi della ragazza costituitasi parte civile e dall’avvocato difensore, Giordano, che assiste il bidello.

A ottobre 2022, una volta arrestato e posto ai domiciliari dai Carabinieri di Latina, l’uomo era rimasto in silenzio davanti al Gip Giuseppe Cario. Il bidello, che nel frattempo è stato sospeso dalla scuola in cui lavora, era stato arrestato nella prima settimana di ottobre 2022 dai Carabinieri di Latina con l’accusa di aver abusato della ragazzina nel 2019. Le manette erano scattate la mattina del 7 ottobre, presso il plesso scolastico della scuola media del capoluogo. I militari dell’Arma di Latina lo hanno prelevato, in pieno orario scolastico, vista la misura urgente degli arresti domiciliari da applicare.

Nel corso dell’incidente probatorio, davanti al Gip Giuseppe Cario, la ragazza, oggi una adolescente di 17 anni, aveva confermato tutto il quadro accusatorio. Ecco perché l’intero incidente probatorio è agli atti del processo. Ascoltata in modalità protetta per ovvi motivi, la giovane, difesa dall’avvocato Manchisi e assistita da una psicologa, ha ripercorso le varie fasi dell’approccio sessuale dell’uomo: dall’offerta di comprarle una merendina, fino al tentativo di baciarla e ai palpeggiamenti ricevuti suo malgrado. Il 64enne, al momento, non si trova più agli arresti domiciliari ma, come misura cautelare, ha la prescrizione di non potersi avvicinare alla teenager e alla scuola media dove lavorava né alla scuola frequentata ora dalla ragazza.

Sicuramente accorata la testimonianza della madre che ha dovuto parlare della figlia, oggi adolescente, e dei problemi che intercorsero a distanza di un anno nella psiche della giovane.

La figlia – ha spiegato la madre interrogata dal Pm – a un certo punto “appariva agitata e non voleva più andare a scuola“. Le prime manifestazioni di disagio si esplicitarono nel corso del 2021, a quasi due anni di distanza dai fatti contestati. Il motivo è stato spiegato anche dalla madre: a inizio 2020, quando poco prima, nel 2019, c’era stato l’episodio più grave, intervenne la pandemia e il lockdown. Gli studenti non andarono più a scuola e lo stesso destino naturalmente capitò alla figlia che, come tutti, saltò gli esami di terza media.

Praticamente la figlia non ha più l’occasione di incontrare il bidello e passa direttamente alle scuole superiori. Ma quel tarlo, secondo la madre, continuava a sconvolgerla tanto che i genitori, a settembre 2021, decidono di affidarla alle cure di una psicoterapeuta. È proprio alla professionista che la ragazza confessa quanto accaduto nel terzo anno di medie. Racconta che l’episodio più grave è avvenuto in un bagno della scuola dove il bidello la segue, le prende il viso e la bacia. E ancora: palpeggiamenti su cosce e sedere, e sempre attenzioni ossessive di ogni genere. Come quella volta che, durante la lezione di educazione fisica dalla quale la ragazza era esonerata, “mia figlia fu avvicinata dal bidello che le disse “come sei carina oggi, perché non mi dai un bacio“.

È quando abbiamo deciso con mio marito di farla seguire da una terapeuta che la ragazza ha finalmente parlato di quanto vissuto“. Lì sono uscite le molestie, successivamente confessate anche a padre e madre. La terapeuta, dopo aver ascoltato gli abusi, disse alla ragazza di spiegare tutto ai genitori e, nel caso non avesse trovato la forza, avrebbe dovuto raccontare tutto a genitori.

La ragazza si reca dai genitori e come dice la madre in aula: “si vergognava, ci diceva che aveva una cosa brutta da dirci, aveva paura proprio di dirlo. Mia figlia piangeva, era traumatizzata e io le dissi calmati perché mamma sta qui per ascoltare“. Alla fine “mi disse tutto, che le aveva toccato sedere e cosce, ma si sentiva lei colpevole invece di vittima. Noi come genitori ci siamo accorti del cambiamento subito: da bravissima a scuola a ragazza solare, era diventata chiusa in se stessa, non ha più voluto fare equitazione, aveva perso interesse in tutto”.

A sapere delle molestie, è emerso che erano un paio di amiche e il fidanzatino dell’epoca. Eppure nessuno ebbe la forza di denunciare e a quanto pare neanche la scuola. La madre della ragazza, infatti, parlò anche con la dirigenza scolastica e uscì fuori che c’erano state altre segnalazioni rispetto ai comportamenti morbosi dell’uomo nei confronti di alunne. Non successe niente, nessun provvedimento preso, fino all’arresto del bidello quando fu sospeso.

“Mia figlia anche oggi non vuole ripercorrere più cosa ha vissuto e sapendo che dovevo venire qui non stava bene”, ha detto la madre a chiusura della sua testimonianza. “Da donna e da madre gli atteggiamenti del bidello non possono essere sopportati”.

Il prossimo 10 gennaio ci sarà una nuova udienza nella quale verranno ascoltati altri testimoni dell’accusa, tra cui il padre della ragazza e un professore della scuola media.

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