Commissione Ambiente in Comune di Latina: individuazione della nuova discarica. Dopo la disponibilità data dal Sindaco Damiano Coletta per il sito vicino allo stabilimento della Plasmon, tornano a riunirsi i consiglieri comunali. La Commissione aveva due punti all’ordine del giorno: discarica di Borgo Montello e nuova discarica di inerti
Lo schema era prevedibile: da una parte Coletta e Carlo Medici (il Presidente della Provincia è stato invitato dalla Commissione comunale) a spiegare la bontà della scelta all’insegna della “responsabilità” e persino dell’opportunità che un sito di stoccaggio di inerti offre a un territorio (fortunatamente non si è citata la parola “resilienza”, tanto brutta quanto abusata), e dall’altra l’opposizione, con il consigliere leghista Massimiliano Carnevale che ha gioco facile ad attaccare Coletta che si è esposto senza aver concertato la scelta con i Comuni di Sabaudia e Fondi (l’altra città individuata per ospitare il sito di inerti) i quali hanno già detto un no categorico alle decisioni della conferenza dei sindaci.
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Il Sindaco Coletta ha, però, corretto il tiro rispetto alla settimana scorsa dichiarando che per lui il sito del Comune di Latina, al confine con Sabaudia e Pontina, non sarebbe l’ideale. Ragion per cui, tra le condizioni poste in sede di conferenza dei sindaci (un sito nel sud pontino o persino altri due; ristori per gli abitanti gravati dalla discarica di Borgo Montello; valutazione tecnica del nuovo sito “Plasmon”), il primo cittadino pontino ha ribadito di voler affidare ad alcuni consulenti tecnici – dovrebbero essere due con competenze ambientali e tecnico-logistiche – la “perizia” finale sul sito vicino alla Plasmon e l’eventuale via libera o niet definitivo.
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Una scelta difficile che per Medici e Coletta deve essere comunicata meglio, nonostante far andare giù a una comunità la scelta di un nuovo deposito di rifiuti, dopo 50 anni della quarta discarica d’Italia (Borgo Montello) tra camorra, affari e inquinamento, sia un’impresa titanica, con il centrodestra pronto a spingere sul fatto che, gratta gratta, il sindaco ellebiccino sta regalando una seconda discarica al capoluogo di provincia. Il consigliere comunale di minoranza Giovanna Miele ha attaccato l’attuale maggioranza anche con un altro must degli ultimi anni. Ossia che il Comune di Latina, col fallimento di Latina Ambiente, ha perso il controllo delle quote della società Ecoambiente, ad ora riconducibile al gruppo Cerroni e controllante alcuni degli invasi di Via Monfalcone. La discarica di Borgo Montello è dunque privata: un argomento interconnesso, secondo i politici e la commissione odierna, alla discarica di “nuovo conio”. Ad ogni modo per Miele, come per Carnevale, Valletta e Tassi, non c’è stata comunicazione per la nuova discarica: posizioni criticate dall’Assessore all’Ambiente Dario Bellini, sopratutto in riferimento a Miele, perché l’iter per la decisione sulle discariche era noto, a maggior ragione per chi, come lei, è un consigliere provinciale oltreché comunale. Dichiarazioni rintuzzate dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia Andrea Marchiella che ha sostenuto che Coletta decide per la discarica solo dopo l’accordo elettorale con il Partito Democratico (da sempre a favore per una discarica a Latina, barattando la scelta con la chiusura definitiva di Borgo Montello)
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Presente all’incontro mattutino anche il Dirigente Settore Ecologia e Tutela del Territorio della Provincia di Latina Antonio Nardone che ha ricordato come il documento prodotto dalla sua squadra di tecnici è stato un lungo lavoro i cui esiti sono stati resi noti a gennaio 2020, ma le cui radici affondano negli indirizzi del 2018. Anno, peraltro, in cui la Provincia di Latina ha licenziato il suo piano rifiuti che, come ha ricordato Medici, è stato vidimato anche dal Piano Rifiuti regionale approvato il 5 agosto 2020.
Al di là di altri interventi come quelli dei consiglieri ribelli Olvier Tassi e Salvatore Antoci – entrambi hanno richiamato sindaco e maggioranza per non aver condiviso la scelta della discarica e sul tempo ormai perduto -, va detto che l’opposizione in Consiglio Comunale non poteva non sapere che ci fosse in atto una decisione di tal portata, come quella della discarica, dal momento che le riunioni in provincia, poi tramutate in Comitato ristretto dei sindaci/Assemblea, andavano avanti da gennaio 2020.
Nulla avrebbe vietato di chiamare il Sindaco in Consiglio per un resoconto, oppure nulla avrebbe ostacolato, come avvenuto a Sezze e Sermoneta, la convocazione di un assise comunale con un unico punto all’ordine del giorno, sotto forma di mozione: no alla discarica nel proprio Comune di riferimento. Una scelta che ha messo d’accordo opposizione e maggioranza nei centri lepini; a Latina sarebbe stato diverso? Qualcuno avrebbe votato sì a una futura discarica, con tutto il carico negativo, sul lato dei consensi, che si porta dietro? È evidente che come Latina Tu scriveva mesi fa, il Consiglio Comunale a Latina ha dormito.
Il Sindaco Coletta, dopo i muri iniziali, ha adottato di fatto la linea del Partito Democratico a Roma e a Latina, eppure l’opposizione avrebbe potuto mettere in difficoltà la maggioranza e non l’ha fatto pur sapendo che in ballo c’era il sito vicino alla Plasmon (Migliara 45) e al Parco Nazionale del Circeo, almeno da luglio. Fatto sta che ora a preoccuparsi sono i cittadini di Borgo San Michele e quelli di Borgo Grappa, quelli sì con la facoltà di essere ignari.
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Scelta improvvida da parte dell’amministrazione Lbc: primo perché il territorio di Latina ha pagato già 50 anni di camorra, affari e inquinamento in Via Monfalcone; secondo perché è chiaro che Coletta non ha fatto i conti con altre amministrazioni, su tutte Fondi e Sabaudia. È mancata concertazione, questo è evidente, e chi fa politica ha il dovere di dialogare. Oggi, ad ogni modo, Medici ha dichiarato che a Fondi ci sarebbe un’apertura per il sito inquinato di Quarto Iannotta.
Tuttavia l’opposizione, perché non si è mossa? Aspettava il patatrac per soffiare contro la scelta di Coletta? Il dubbio è lecito. Latina Tu chiese, proprio a luglio, ai consiglieri comunali e regionali della Lega, nell’ambito di una conferenza stampa dopo l’incursione degli stessi dentro il deposito rifiuti di Abc, sui pericoli di una nuova discarica di Latina. Risposero, tramite il consigliere regionale Tripodi, che loro erano per l’inceneritore. Eravamo a luglio.
LA NOTA DI LBC –
Discarica di Borgo Montello e sito di stoccaggio per inerti. Sono stati questi i due temi toccati oggi nella commissione Ambiente del Comune di Latina, presieduta dalla consigliera Loretta Isotton. Temi posti fortemente all’attenzione della politica e dell’opinione pubblica in questi giorni.
Alla seduta odierna, come sempre in streaming, hanno partecipato eccezionalmente anche il sindaco di Latina Damiano Coletta, il presidente della Provincia Carlo Medici e l’ingegner Antonio Nardone, dirigente del servizio Ecologia e Tutela del Territorio della Provincia di Latina. Presenti anche l’assessore comunale all’Ambiente Dario Bellini e Giuseppe Bondì, dirigente del servizio Ambiente e Politiche Energetiche del Comune di Latina.
In commissione sono stati chiariti alcuni punti importanti. Innanzitutto la necessità di lasciare chiusa la discarica di Borgo Montello, con la sua bonifica ed il successivo ristoro per i residenti di Via Monfalcone, direttamente interessati per cinquant’anni dalla servitù della discarica. Condizioni poste dal sindaco Coletta per la valutazione dell’idoneità dell’area indicata dalla Provincia per la realizzazione di un sito di stoccaggio per inerti.
“Sulla questione della discarica di Via Monfalcone – ha sottolineato Isotton – va detto che non si può più abusare di un territorio che per 50 anni ha dovuto sopportare il peso di un sito con migliaia di tonnellate di rifiuti, con l’inquinamento delle falde che conosciamo e traffici incontrollati. Riguardo al sito di stoccaggio, invece, non dobbiamo più usare la parola discarica: essa infatti si riferisce ad un passato in cui si smaltivano i rifiuti in modo obsoleto, antieconomico e dannoso per l’ambiente senza recupero energetico e senza chiusura del ciclo dei materiali. Qui invece stiamo parlando della realizzazione di un piano industriale provinciale che deve essere gestito pubblicamente ed in cui si deve applicare l’economia circolare. Nei siti di stoccaggio andrà infatti ciò che, tra i rifiuti urbani, a fine processo, non può più essere differenziato: ecco perché più saremo bravi a differenziare, meno materiali saranno stoccati. L’area indicata per Latina è quella di una fabbrica dismessa in un’area industriale sulla Pontina. Il sindaco – spiega ancora Isotton – ha preso atto di questa indicazione, ma pur rendendosi disponibile a considerarla, farà valutare anche da tecnici a nome del Comune la reale adeguatezza del sito perché nessun aspetto venga trascurato. Nulla finora è stato ancora deciso.
La proposta fatta da più parti, compreso il nostro sindaco, è stata comunque quella di avere più d’un sito. Almeno tre: uno nel nord, uno al centro e uno al sud della provincia di Latina. Questo per suddividere il carico in modo più equo e per responsabilizzare tutti i comuni a produrre meno rifiuti attraverso la regola delle 5 R: riduzione, riuso, riciclo, raccolta e recupero. Il territorio è unico e va condiviso con responsabilità: i confini sono solo sulle carte, nella natura non ci sono confini netti: le falde acquifere, i corsi d’acqua, e il mare, l’aria, il suolo, se inquinati danneggiano tutti. Siamo una comunità grande che vive un territorio molto bello, ma anche molto fragile, e basta poco perché scelte poco opportune lo rovinino. Le scelte vanno condivise con grande responsabilità perché stiamo trattando argomenti davvero importanti: i cittadini di oggi ce lo chiedono, ma dobbiamo rendere conto anche al futuro”.
“Finalmente la politica si sta assumendo le proprie responsabilità – ha puntualizzato la consigliera Laura Perazzotti – sia a livello provinciale che comunale: la questione ambientale non può più essere rimandata. I cittadini sanno che in ogni atto della nostra vita, possiamo scegliere da che parte stare. Il ciclo dei rifiuti deve assomigliare al ciclo della natura, all’interno della quale tutto si trasforma e si chiude”.
“Trovo giusto – ha affermato la consigliera Maria Grazia Ciolfi – che il confine territoriale per l’individuazione dei siti di stoccaggio sia identificato a livello provinciale e non comunale, perché il territorio è unico e certe scelte non devono trasformarsi in una lotta tra sindaci perché un sito utile a tutti ricada nel territorio di competenza dell’altro. In questo senso vanno apprezzate le aperture che in queste ore vanno delineandosi anche da parte di altri comuni. La natura pubblica degli impianti è di fondamentale importanza, perché garantisce un intero territorio ed evita eventuali speculazioni di privati.
Trovo incomprensibile invece – conclude Ciolfi – l’atteggiamento dell’opposizione: da Lega, Fratelli d’Italia e dalla consigliera Miele abbiamo assistito soltanto a critiche vuote, senza alcuna volontà costruttiva, a fronte di nessuna proposta da parte loro. Questo non solo non è fare opposizione, non è proprio fare politica”.