Caso Lollo: tre delle condanne nei confronti di tre imputati sono diventate definitive, a stabilirlo la Corte di Cassazione
La Corte suprema ha deciso sui ricorsi presentati, dopo le condanne in Appello, da parte di tre dei protagonisti della vicenda che nel 2015 terremotò il Tribunale di Latina con quello che è diventato storia per la città di Latina come il caso dell’ormai ex giudice Antonio Lollo.
Come noto, nel 2015, gli accertamenti della Squadra Mobile dell’allora ex vicequestore, Tommaso Niglio, fecero emergere quel “consolidato sistema corruttivo, grazie al quale i consulenti nominati dal giudice (ndr: Lollo) nelle singole procedure concorsuali, abitualmente corrispondevano a quest’ultimo una percentuale dei compensi a loro liquidati dal giudice stesso“. Lollo, in soldoni, concedeva incarichi ai consulenti liquidando parcelle più alte e facendosi restituire, a seconda dei casi, una cospicua percentuale.
Tra le le persone arrestate, quattro finirono in carcere e quattro ai domiciliari. Si trattava, per l’appunto, del giudice della sezione fallimentare del Tribunale, Antonio Lollo, dei commercialisti Marco Viola, Vittorio Genco e Massimo Gatto (su cui dopo torneremo). Ai domiciliari la moglie del magistrato Antonia Lusena, e sua madre, nonché cognata del giudice Lollo, Angela Sciarretta, già vice questore in servizio come dirigente nella Questura di Latina. Colpiti con i domiciliari furono anche un imprenditore, Luca Granato e, assestando altri due colpi all’autorevolezza delle Istituzioni, un sottufficiale della Guardia di Finanza in servizio in Procura, Roberto Menduti (indagato anche l’altro finanziere Franco Pellecchia, poi assolto), uno dei tanti esempi di infiltrazioni che agevolano la criminalità a Latina e pronvincia, e una cancelliera del Tribunale, Rita Sacchetti.
Ora, invece, la Cassazione ha reso definitive per l’architetto Fausto Filigenzi a 2 anni e 6 mesi, per l’avvocato Luigi Fioretti a 1 anno e 9 mesi (riducendo la pena che in Appello era stata disposta in 2 anni) e per il sottufficiale della Guardia di Finanza Roberto Menduti.