INCHIESTA RESET: DDA CHIEDE I RINVII A GIUDIZIO PER IL CLAN TRAVALI

Salvatore e Angelo Travali
Salvatore e Angelo Travali

Operazione Reset: dopo avviso di conclusione indagini per gli indagati ritenuti appartenenti al Clan Travali, DDA chiede rinvio a giudizio

Sarà deciso il prossimo 10 dicembre, dinanzi al Giudice per l’udienza preliminare di Roma Monica Ciancio, il destino di 33 indagati per l’inchiesta portata a compimento lo scorso febbraio 2021 con gli arresti con cui è stata contestata l’associazione mafiosa dedita allo spaccio e alle estorsioni in capo al Clan Travali.

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A giugno scorso, i sostituti procuratori della Procura/DDA di Roma Corrado Fasanelli e Luigia Spinelli avevano chiuso le indagini per 34 indagati nell’inchiesta eseguita dagli uomini della Squadra Mobile di Latina. Nel frattempo, uno degli indagati, Giuseppe Travali detto Peppone, padre anagrafico dei fratelli Angelo detto “Palletta” e Salvatore “Bula”, considerati a capo del sodalizio, è deceduto.

Il rinvio a giudizio è stato, quindi, chiesto per Angelo Travali detto “Palletta”, classe 1986, Salvatore Travali detto “Bula”, classe 1990, Francesco Viola, classe 1981, Vera Travali moglie di quest’ultimo, Alessandro Zof detto “il topo” classe 1984, George Valeriu Cornici, classe 1974, Luigi Ciarelli, classe 1970, Davide Alicastro, classe 1992, Ermes Pellerani, classe 1984, Cristian Battello, detto “Schizzo”, classe 1988, Fabio Benedetti, classe 1975, Costantino “Cha Cha” Di Silvio classe 1967, Antonio Giovannelli, classe 1978, Giovanni Ciaravino , classe 1983; Silvio Mascetti classe 1971, Alessandro Anzovino detto “Ciba”, classe 1993, Antonio Peluso, classe 1980, Valentina Travali, classe 1987, Antonio Neroni detto Caniggia, Dario Grabrielli detto “Rame”, Mirko Albertini, Angelo Morelli, Matteo Gervasi, Manuel Ranieri, Shara Travali (sorella di Angelo e Salvatore), Giorgia Cervoni, Francesca De Santis, Denis Cristofoli, Franco Della Magna detto Ciccio, Corrado Giuliani, Tonino Bidone, Riccardo Pasini e il poliziotto Carlo Ninnolino. In tutto 33 persone, indagati a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, numerose  estorsioni aggravate anch’esse dal metodo mafioso ed un omicidio, aggravato dalla finalità di agevolazione mafiosa.

Molti di quelli coinvolti nell’operazione Reset si trovavano già in carcere – come i Travali e Cha Cha – per le condanne definitive subite nel primo filone del processo Don’t Touch che ha sancito l’associazione per delinquere semplice.

Tra coloro destinatari dell’avviso di conclusione indagine, ci sono anche l’agente di polizia Carlo Ninnolino e l’imprenditore Riccardo Pasini, entrambi assolti nei vari gradi di giudizio del processo Don’t Touch, ma richiamati in causa dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, ex appartenenti al Clan Travali, Renato Pugliese e Agostino Riccardo (anche loro indagati nell’operazione Reset, il cui procedimento è stato separato): secondo la DDA, Ninnolino anche per il tramite di Pasini soffiava le informazioni sulle indagini ai Travali. I due pentiti, infatti, hanno avuto un ruolo importante per far riaprire molti casi sfuggiti all’inchiesta Don’t Touch e poi riscontrati dal lavoro della Squadra Mobile di Latina.

Per l’Antimafia, il sodalizio era strutturato come un clan, aveva rapporti con altri clan e narcotrafficanti, come a Terracina e Aprilia, e riforniva di cocaina, marijuana e hashish piazze di spaccio nel capoluogo, a Sezze, Cisterna e Aprilia.

Una ventina le estorsioni contestate e persino un omicidio che per gli inquirenti ha l’aggravante mafiosa, quello ai danni del rumeno Giuroiu avvenuto a marzo 2014 per il quale sono stati già condannati via definitiva Manuel Ranieri, Mirko Ranieri e Ionut Adrian Ginca.

Gli approfondimenti investigativi hanno rivelato che l’omicidio, sebbene pianificato e premeditato da Mirko e Manuel Ranieri e Ionut Adrian Ginca per ragioni sentimentali, aveva visto la partecipazione di Angelo Travali, il quale aveva fornito le armi ai fratelli Ranieri, che erano suoi spacciatori di fiducia, e fatto loro da staffetta con la propria macchina nella fase del rapimento della vittima.

L’organizzazione si sarebbe avvalsa di quattro fornitori di droga principali identificati in Gianluca Ciprian per la cocaina, il 43enne broker del narcotraffico pontino, arrestato dalla Guardia Civil spagnola, per sui l’Antimafia procederà a parte; nel numero tre del Clan rom del Pantanaccio, Luigi Ciarelli per l’hashish; infine in Gheorghe Valeriu Cornici, con socio in affari Alessandro Zof, per la marijuana. Tramite loro, il Clan Travali avrebbe monopolizzato il mercato della droga a Latina città fino agli arresti dell’operazione Don’t Touch avvenuti a ottobre 2015.

Le parti offese, secondo i Pm Fasanelli e Spinelli, sono ventinove persone tra cui professionisti, commercianti, imprenditori e ristoratori.

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