Rio Martino, affidamento consulenza legale allo studio romano: non poteva non arrivare la risposta del Commissario Straordinario dell’Ordine degli Avvocati di Latina, Giacomo Mignano, alla lettera del Dirigente del Servizio Ambiente del Comune di Latina Giuseppe Bondì il quale ha difeso la scelta dell’Ente di rivolgersi a professionisti del Foro Romano per dirimere l’annosa vicenda della gestione del Porto Canale
Ormai è una singolar tenzone tra l’Ente di Piazza del Popolo e l’Ordine degli Avvocati che, tramite lettere e contro-lettere, stanno infiammando la cronaca da quando è stato sollevato il caso dell’affidamento di una consulenza legale allo Studio Brugnoletti&Associati di Roma in merito alla concessione della sponda latinense di Rio Martino al Consorzio Nautico di Borgo Grappa, un gruppo di privati che da aprile 2019 ha fatto richiesta al Comune di Latina per il Porto Canale.
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Una disputa talmente accesa che è l’Ordine degli Avvocati, tramite il Commissario Straordinario Giacomo Mignano, a fare la vera opposizione all’amministrazione Coletta la quale, trovandosi con un macigno di anni come Rio Martino, non è sicuramente responsabile di tutto ma ci ha messo del suo per ingarbugliare una vicenda già abbastanza complessa.
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Un’opposizione, quella dell’Ordine, che è sicuramente più attenta di quella che siede nell’assise comunale di Piazza del Popolo: tanto per fare un esempio, la minoranza che non lascia scampo a Coletta per questioni risibili quali foglie sui viali o degrado supposto e generalizzato non si era accorta dell’affidamento allo Studio Brugnoletti&Associati da parte del Dirigente del Comune nonché Rup, architetto Giuseppe Bondì, avvenuta il 14 luglio scorso.
Ad ogni modo, è di oggi, 8 agosto, la lettera con cui Mignano risponde alla lettera che Bondì aveva scritto per respingere al mittente le deduzioni dell’Ordine degli Avvocati ferito dal fatto che una consulenza legale per Rio Martino è stata affidata a colleghi romani, in un momento – tengono a ribadire – di difficoltà economica enorme causa Covid-19.
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Prevedibile da parte di Mignano la replica velatamente stizzita nei confronti del passaggio in cui Bondì parlava di professionalità. Gli avvocati di Latina si sentono offesi e “figli di un Dio Minore” poiché – incalza Mignano – non sono di certo inferiori in quanto a possibilità di svolgere l’incarico legale.
Mignano torna a mettere in discussione il merito della scelta dello studio romano in quanto il Comune ha rinunciato a comparare diverse professionalità, trascurando le Corte dei Conti territoriali, una sentenza del Tar siciliano e il codice dei contratti pubblici, e affidandosi allo studio romano, già peraltro interpellato per un’altra annosa vicenda latinense come quella del cimitero urbano – lo Studio Brugnoletti, inoltre, ha avuto l’affidamento di una consulenza legale anche per la questione delle “suore” nelle scuole pubbliche latinensi: circa 8mila euro.
Non vi è stata, mutuando la sentenza del Tribunale amministrativo siculo, la redazione di un elenco di operatori qualificati – scrive Mignano – né il principio di rotazione, bensì il Comune ha optato solo ed esclusivamente per un affidamento di natura fiduciaria.
Secondo Mignano, la Determina del Dirigente Bondì sarebbe violativa dei predetti principi ma non avrebbe inoltre agito correttamente poiché non si è rivolta alle risorse interne all’Ente. Per il Commissario dei togati pontini, infatti, l’Avvocatura Comunale non avrebbe declinato l’incarico per poi dare il via libera alla professionalità esterna rappresentata dallo studio romano. Tutt’altro. A dimostrarlo sarebbero la stessa Avvocatura di Piazza del Popolo che, con un nota trasmessa il 6 agosto alla Commissione Trasparenza del Comune di Latina, ha asserito che: “In ogni caso – pur nelle note, gravissime condizioni di carenza di personale togato – si è rappresentata per la prima come per la terza ipotesi, la disponibilità dell’Avvocatura Comunale a fornire supporto legale rispetto alle specifiche questioni implicate – come correttamente si verifica in ordine al ventaglio delle questioni che l’Ente sottopone all’attenzione della Struttura“.
Al di là della forma, però, Mignano entra nel merito della questione: non esiste, infatti, la potenzialità di un contenzioso tra Comune e il Consorzio privato che richiede la gestione della sponda latinense del Porto Canale di Rio Martino. Ossia: non esiste la ragione per la quale l’Ente sta pagando oltre 43mila euro di consulenza legale a favore dello studio Brugnoletti&Associati di Roma. Il motivo? Il Consorzio Nautico di Borgo Grappa non ha minacciato azioni giudiziali ma si è limitato a sollecitare l’adozione di un provvedimento da parte dell’Amministrazione (ndr: inoltrando due diffide). Tesi che secondo Mignano è la stessa Avvocatura Comunale a confermare.
Da ultimo – ma è certo che questa storia non finisce con quest’ennesimo capitolo – Mignano ribadisce la sproporzione del compenso di oltre 43mila euro. Secondo il Decreto Ministeriale numero 55 del 2014 l’importo non avrebbe potuto superare la somma di 14,167 euro. Fuori, quindi, di quasi 30mila euro. L’Ordine degli Avvocati chiede allora di poter sottoporre al suo visto la parcella della Brugnoletti&Associati in segno di trasparenza: “Siamo istituzionalmente deputati ad una simile attività”.