Una delle città del Lazio con più beni confiscati alla criminalità organizzata: Sabaudia si prepara all’assegnazione di immobili e terreni stabilendo le linee guida
In tutto sono 51 i beni confiscati – 14 terreni e 37 unità immobiliari urbane – nel territorio del Comune di Sabaudia ma, come viene evidenziato nella delibera di Giunta datata 22 aprile, all’Ente ne sono stati destinati 48 di cui 34 unità immobiliari.
Di questi 48, però, solo 40 sono effettivamente nella disponibilità del Comune “a causa”, si legge nel provvedimento disposto dalla Giunta Gervasi, “di necessarie verifiche e approfondimenti”.
Dei 14 terreni disponibili, 10 si trovano a Colle Piuccio e saranno utilizzati, nella volontà della Giunta, a fini istituzionali. Terreni che, come noto, un tempo sono appartenuti al campano trapianto a Sabaudia Salvatore Di Maio, implicato in varie vicende che lo hanno visto spesso sulle pagine della cronaca locale. L’ex carabiniere Di Maio è stato un personaggio conosciuto e rispettato a Sabaudia per anni, una figlia consigliera comunale (Rosa Di Maio), un altro figlio, Francesco, la cui tabaccheria fu colpita da interdittiva antimafia, e un patrimonio, compresi immobili citati nella delibera di Giunta del 22 aprile 2020, valutato intorno ai 30 milioni di euro.
Patrimonio che finì prima sequestrato in seguito all’operazione “Underwood”, poi definitivamente confiscato quando, in parallelo, il “Nostro” ha subito un processo per collusioni con il clan avellinese dei Cava. Caduta l’aggravante di agevolazione della camorra, Di Maio fu assolto per il reato di riciclaggio, ma fu condannato a 4 anni per estorsione, indultati, con lo sconto di pena di 3 anni.
Altra storia, vecchi tempi, ma che ritornano prepotentemente con la delibera di Giunta varata dal sindaco Gervasi e i suoi assessori (era assente l’ormai ex Innocenzo Angelo D’Erme) che riporta un po’ indietro le lancette della memoria. Ricordi che non possono essere sottaciuti in una città che negli anni è stata teatro oscuro di trame non finite, almeno nell’immediato, nelle pagine della cronaca, più attenta agli abusi degli stabilimenti o alle polemiche cittadine sui mondiali di canottaggio. Ma la camorra, a Sabaudia, c’è sempre stata e la città è tornata d’attualità anche nelle dichiarazioni di uno dei due pentiti ex affiliati al Clan Di Silvio di Latina.
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Tuttavia, bene ha fatto la Giunta di Sabaudia ha stilare delle linee guida per assegnare questi beni di cui si deve superare un passato che mai deve essere omissato. E questi terreni un tempo dell’impero Di Maio sono definiti “per completamento convenzione urbanistica” (dietro l’acquisizione di questi terreni c’è una intricatissima vicenda giudiziaria e amministrativa).
Altri beni, come scritto in delibera, saranno ad uso abitativo, sociale, culturale, musicale. La prevalenza nell’assegnazione, almeno a quanto scritto nella delibera, verterà su persone bisognose, diversamente abili, cooperative e associazioni di ambito sociale, a tal punto che nel provvedimento della Giunta – che di solito sono burocratici e noiosi – viene citato un celeberrimo aforisma più di natura storico-letteraria che tecnico, ossia quello di Paolo Borsellino (un po’ abusato in realtà, e mai del tutto rispettato): “Il fresco profumo di libertà“.
Per quanto riguarda le modalità più concrete di assegnazione, tutte a titolo gratuito, è richiamato il regolamento approvato a novembre 2019, ad esclusione dei beni confiscati ad uso istituzionale come i terreni di Colle Piuccio. Inoltre, tolti i beni ad suo locativo, gli altri avranno una durata di assegnazione di 5 anni prorogabile una sola volta per altri 5 anni. Il Comune, con l’ausilio della Polizia Locale, potrà effettuare ispezioni, controlli, verifiche del bene assegnato e dei loro assegnatari per comprendere se il fine per cui è stato destinato è effettivamente rispettato arrivando, nei casi specifici, a dichiarare decaduta la concessione.
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