PROCESSO “WHITE FRUIT”: “A FORMIA UN’ASSOCIAZIONE CHE SMERCIAVA DROGA CON CONTINUITÀ”

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Il tribunale di Cassino

Operazione anti-droga a Formia: sono uscite le motivazioni della sentenza per i 12 imputati coinvolti nell’inchiesta “White Fruit”

È arrivato alla conclusione, lo scorso aprile, il primo grado del processo che vedeva sul banco degli imputati il gruppo che, secondo gli inquirenti dell’Antimafia di Roma, che hanno coordinato le indagini del Commissariato di Polizia formiano e della Guardia di Finanza di Latina, aveva costituito un sodalizio tra Formia e il sud pontino dedito al traffico di sostanze stupefacenti.

Un processo iniziato a febbraio 2023, davanti al collegio del Tribunale di Cassino composto dai giudici Gioia-Sangiovanni-Cerase, che è andato spedito fino alle richieste di condanna formulate lo scorso 20 marzo. Al termine della sua requisitoria, il pubblico ministero della Procura/DDA di Roma, Francesco Gualtieri aveva chiesto condanne pesanti per gli imputati. Tra le più gravose: 17 anni di reclusione per Carmina Fustolo e 15 anni e 6 mesi per suo marito Italo Ausiello, ritenuti essere i punti di riferimento dediti allo spaccio.

La terna dei giudici aveva emesso le condanne a carico degli imputati, assolvendo dal reato di associazione per delinquere Ivan Calenzo e Laura Supino, difesi dagli avvocati Vincenzo e Matteo Macari, Enrico De Meo, difeso dall’avvocato Samarelli, Civita Lombardi, difesa dall’avvocato Pasquale Di Gabriele e Luca Centola, assistita dall’avvocato Marrocco. Questi imputati, che comunque sono stati condannati per altri capi d’imputazione, sono stati liberati da ogni misura cautelare.

Di seguito, tutte le condanne. 14 anni e 8 mesi di reclusione per Carmina Fustolo e 13 anni e 9 mesi per suo marito Italo Ausiello. A seguire tutti gli altri: 7 anni per il militare della Finanza, Roberto De Simone4 anni e 6 mesi per Gianfranco Simeone8 anni e 2 mesi per Emanuele Tornincasa7 anni e 5 mesi per Angelo Lombardi4 anni e 1 mese per Civita Lombardi7 anni e 1 mese per Giuliano D’Urso4 anni e 2 mese per Luca Centola4 anni e 1 mese per Enrico De Meo4 anni e 5 mesi più 23mila euro du multa per Ivan Calenzo4 anni e 3 mesi più 21mila euro di multa per Laura Supino.

Per Fustolo, Ausiello, De Simone, De Meo, Simeone, Angelo Lombardi e D’Urso, è stato riconosciuto il reato associativo.

Prima di questa sentenza, due degli imputati, coinvolti nella operazione anti-droga eseguita il 24 maggio 2022 a Formia, erano stati già giudicati in due gradi di giudizio, rimediando due condanne, seppur dimezzate in sede di Appello: si tratta di Marco Massimiani e Alì Abbassi Ali. Sentenze che, comunque, hanno ridimensionato le richieste formulate dell’accusa, in molti casi dimezzando le pene.

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I giudici di Cassino hanno ritenuto provata la penale responsabilità degli imputati. “È stata – scrivono i giudici – una struttura organizzata, sia pure rudimentale fondata sull’accordo a commettere un numero indeterminato di reati e animata dall’”affectio societatis”. Gli indagati hanno condiviso consapevolmente il programma criminoso e parteciparono attivamente alla sua realizzazione indipendendemete dai rispettivi e, talvolta, autonomi interessi personali”. Secondo i giudici “le risultanze processuali hanno dimostrato pacificamente l’operatività, nel periodo di contestazione, di un’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, capeggiata da Carmina Fustolo e Italo Ausiello, che si avvalevano di ulteriori sodali, per realizzare un continuativo smercio di sostanze stupefacenti principalmente nel territorio di Formia”.

Un ruolo preminente all’indagine e al dibattimento del processo è stato dato dai collaboratori di giustizia, tra cui Giuseppe Basco: “Le loro dichiarazioni per la loro pregnante valenza accusatoria hanno consentito di acquisire al dibattimento importanti elementi di prova in ordine sia alla partecipazione di alcuni degli imputati sia alla sussistenza dei numerosi capi d’imputazione”.

LA VICENDA GIUDIZIARIA – A ottobre 2022, il Giudice per le indagini preliminari Tribunale di Roma Francesco Patrone, su richiesta del sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Corrado Fasanelli, aveva disposto il giudizio immediato per tutti i 14 soggetti colpiti dall’ordinanza di custodia cautelare emessa a fine maggio (12 arresti in carcere e 2 ai domiciliari.

La decisione del Giudice per le indagini preliminari era arrivata a distanza di quasi un mese dalla richiesta del Pm Fasanelli. Ad affrontare il processo sono coloro destinatari del provvedimento di restrizione della libertà eseguito a maggio: Italo Ausiello (classe 1964) nato a Ceva (Cuneo), Carmina Fustolo (classe 1967) detta “Mina” di Formia, Enrico De Meo (classe 1990) nato a Gaeta, Luca Centola detto “Fruscichetta” (classe 1983) di Formia, Giuliano D’Urso detto “Lupo” (classe 1975), Ivan Calenzo nato a Napoli (classe 1978), Laura Supino di Formia (classe 1985), Roberto De Simone detto “Moncicci” o “Roberto il finanziere” o “El Chapo” di Formia (classe 1971), Marco Massimiani detto “Ue ue” nato a Cori (classe 1980), Emanuele Tornincasa detto “Manuel”, “Luciano” o il “Piccoletto” di Napoli (classe 1996), Civita Lombardi detta “Gnocca” o “Zoppa” di Formia (classe 1985), Angelo Lombardi di Formia detto “Dentino” (classe 1972), Gianfranco Simeone detto “Melone” di Formia (classe 1969) e Alì Abbassi di Velletri ma residente a Cisterna (classe 1989). Risultano, comunque, ancora indagati, a piede libero, altre sedici persone accusati di aver fatto parte dell’associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di droga nel sud pontino.

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Le accuse per gli indagati sono gravi: associazione finalizzata al traffico, cessione e detenzione di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione e porto abusivo di armi comuni da sparo.

La peculiarità e la pericolosità sociale dell’indagine era data anche dal fatto che due dei principali soggetti promotori dell’organizzazione criminale, (Ausiello e la compagna Carmina Fustolo, sorella di Salvatore Fustolo colpito da provvedimento di sorveglianza speciale e anche da un attentato incendiario), erano titolari di un minimarket ubicato al centro di Formia (in realtà un piccolo alimentari chiamato “Più Gusto”, non sempre aperto) e nei pressi di alcuni Istituti scolastici, dell’Ospedale Dono Svizzero, del locale S.E.R.T. e non molto lontano dai luoghi della movida formiana frequentata da giovani che pertanto diventano potenziali clienti.

A gennaio 2023, la Corte di Cassazione, pronunciandosi su un ricorso respinto da parte di uno degli imputati che chiedeva l’annullamento della misura cautelare, ha utilizzato parole nette sul sodalizio formiano fatto emergere dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Latina. Gli ermellini hanno scritto che il gruppo guidato da Ausiello-Fustolo è una “organizzazione piramidale”.

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