Sospeso dall’attività lavorativa il dirigente regionale Massimo Luciano, a capo dell’area decentrata Lazio Sud e Latina
Un’ordinanza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cassino ha sospeso dal servizio il dirigente della Regione Lazio, Luciano Massimo, 66 anni, a capo dell’area decentrata Lazio Sud e Latina per l’agricoltura.
Il dirigente regionale è finito in una inchiesta dei Carabinieri del Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale di Frosinone con l’accusa di corruzione. Stamani, i Forestali hanno eseguito la misura cautelare disposta dal gip cassinate. Luciano sarebbe indagato insieme a un funzionario e a otto imprenditori, nell’ambito di un’inchiesta inserita in una indagine più ampia iniziata anni fa.
Secondo gli inquirenti, Luciano avrebbe ottenuto dagli imprenditori posti di lavoro per la figlia, benzina, bottiglie di vino, pranzi e altre regalie, servizi di transfer da Terracina a Caserta, in cambio dell’ottenimento dei fondi europei. A beneficiare di questi fondi, imprenditori che si muovono nella provincia di Frosinone e di Latina con le loro aziende agricole. In tutto sono dieci gli indagati.
La figlia sarebbe stata assunta in un’azienda agricola di Latina, grazie all’intermediazione di un dipendente del suo ufficio, Giuseppe La Rocca, indagato anche lui. “Ma che ha detto se la piglia o no?”, chiede Luciano a La Rocca. “”Ha detto sì, che se la piglia comunque a tua figlia”. E allora il dirigente risponde: “Ah, così? Non la vuole neanche conoscere?”.
Ad eseguire l’ordinanza di misura cautelare, emessa dal gip di Cassino, i militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale (N.I.P.A.A.F.) del Gruppo Carabinieri Forestale di Frosinone.
Le indagini sono iniziate nel 2020 con il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Frosinone e poi per competenza sono passate alla Procura della Repubblica di Cassino.
Sotto la lente degli investigatori, le attività legate all’erogazione di fondi europei per lo sviluppo rurale (PSR), di competenza della Regione Lazio.
In particolare l’ipotesi ruota intorno verte all’attività del Dirigente Regionale che, in cambio di forniture di generi alimentari, rifornimenti di carburante per l’auto personale, assunzione di una figlia e promessa di assunzione per un altro figlio, si adoperava a favore dei soggetti che chiedevano i contributi europei.
In un primo caso il Dirigente riceveva da un noto imprenditore, a cui sono riferibili diverse società che si occupano di allevamento di bufale e di produzione di generi alimentari bufalini nella zona ciociara, numerosi prodotti alimentari, nonché diversi rifornimenti di gasolio per la sua auto, a fronte dell’emanazione di atti del suo ufficio a favore delle aziende.
In un’altra occasione il Dirigente, al fine di favorire la celere definizione di una pratica relativa ad un finanziamento richiesto dall’amministratore di un’azienda agricola con sede in Romania, ma con un’unità locale nel frusinate, riceveva generi alimentari, bottiglie di vino nonché un pranzo in un noto ristorante del Cassinate.
In un terzo episodio, si impegnava alla pronta risoluzione delle problematiche inerenti le pratiche di finanziamento da una società cooperativa agricola con sede nel pontino, ottenendo in cambio l’assunzione della figlia presso tale società.
Il Dirigente era disponibile anche alla pronta risoluzione delle criticità che potessero rallentare la chiusura di un procedimento relativo ad un finanziamento chiesto da un imprenditore agricolo del Cassinate, anche intercedendo presso i funzionari che materialmente si occupavano delle pratiche, ricevendo in cambio il rifornimento di carburante per la sua auto.
In una quinta circostanza il Dirigente si è fattivamente adoperato sia per la promozione dell’attività di un noto imprenditore del cassinate, sia per la celere definizione della procedura volta a ottenere un finanziamento richiesto dalla ditta di cui l’imprenditore è titolare, nonché offrendogli rassicurazione sulla veloce risoluzione di ogni problematica, ottenendo in cambio la promessa di assunzione del figlio.
In un ultimo caso il Dirigente si interessava attivamente dei procedimenti che interessano un imprenditore titolare di un’azienda olearia, informandolo sullo stato di avanzamento dei procedimenti stessi e rassicurandolo sui tempi di erogazione del finanziamento, incaricando i funzionari istruttori; in cambio il Dirigente otteneva continui rifornimenti di carburante per la sua auto e diverse forniture di olio.
L’inchiesta diventa importante anche per la provincia di Latina perché da uno dei filoni d’indagine è partita quella, condotta dal Procuratore Capo di Latina, Giuseppe De Falco, e dal sostituto Valentina Giammaria, a carico del senatore originario di Fondi e coordinatore regionale di Forza Italia, Claudio Fazzone. Il senatore, al momento Presidente della Commissione Ambiente al Senato della Repubblica, risulta indagato per corruzione impropria o per l’esercizio della funzione. Insieme a lui risulta indagato anche il summenzionato dirigente regionale Luciano Massimo, oggi sospeso dal servizio, un appartenente alla Polizia di Stato, un assessore all’Urbanistica al Comune di Fondi, Claudio Spagnardi, un imprenditore del settore alberghiero e il dirigente di una scuola primaria della provincia di Latina.
Fazzone, secondo gli inquirenti, avrebbe contattato, ingerendo nei suoi confronti, il dirigente della Regione nel periodo del lockdown da Coronavirus in modo che gli istituti scolastici I.S.A.S “Alberto Soccodato”, collegati all’università Unicusano, ottenessero una proroga per un corso sull’agricoltura.
Una proroga da ottenere in cambio dell’interessamento del senatore per una raccomandazione della figlia del dirigente in merito a un posto di lavoro. Inoltre, il senatore, per un altro episodio, si sarebbe relazionato con il poliziotto e l’albergatore per alcuni lavori da fare in casa.