Mancano meno di due anni alle prossime elezioni comunali e con sempre maggiore frequenza i dirigenti locali più importanti della Lega e di Fratelli d’Italia, che abbiamo rispettivamente ribattezzato Lega made in Latina e Fratoni d’Italia made in Latina, si propongono per la guida della città.
A dire il vero, si propongono di tornare alla guida della città.
Infatti, come Latina Tu ha più volte evidenziato, i maggiori esponenti di “Lega made in Latina” e “Fratoni d’Italia made in Latina” hanno partecipato da protagonisti ai “governi” Zaccheo/Di Giorgi rendendosi corresponsabili del malgoverno che ha caratterizzato quelle amministrazioni.
Tanto che, come inquadravamo in “Latina Ambiente Spa, quella delibera che ci ricorda i politici di oggi“, abbiamo descritto come la Hall of Fame dell’usato insicuro la classe dirigente di Latina dei due partiti in questione.
Che i cittadini di Latina non ne potessero più di certi politici (gli stessi che oggi si ripropongono) è apparso in tutta la sua evidenza in occasione delle elezioni comunali 2016 quando l’attuale senatore di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini sostenuto da Enrico Tiero fu surclassato al ballottaggio da Damiano Coletta.
LBC, DALLE STELLE ALLE STALLE
Dopo tre anni di amministrazione, Latina Bene Comune dovrebbe dimostrare maturità e senso della realtà analizzando con capacità di autocritica i risultati della propria amministrazione e le scelte di natura politica operate.
A giudicare dalla veemenza con cui si sono scagliati ultimamente contro i tre dissidenti passati al Gruppo Misto (Salvatore Antoci, Oliver Tassi e Massimo Di Trento), trattati come nemici del popolo, sembrerebbe invece che LBC stia andando in tutt’altra direzione.
LBC non riesce a percepire il diffuso malcontento verso l’operato dell’amministrazione e al tempo stesso non riesce a rendersi conto che ha definitivamente perso tutti gli elettori di centrodestra che hanno votato LBC e Coletta in ragione dello sbandierato civismo, che sin da subito è stato tradito e continua ad essere tradito (leggi “Latina Bene Comune: da lista civica a lista civetta”).
LBC dovrebbe sì rivendicare il merito di aver interrotto la continuità con le precedenti amministrazioni, ma al tempo stesso dovrebbe avere l’umiltà di ammettere di non aver saputo dare le risposte che la città si aspettava e di non rappresentare più la stessa cosa del 2016, non essendo più riconosciuta come un movimento civico ma piuttosto come una cosa di sinistra non meglio identificata.
LBC E LE ELEZIONI COMUNALI DEL 2021
In assenza di questo bagno di umiltà, LBC fa il gioco proprio di coloro che è solita definire quelli di prima.
Nel contesto descritto LBC non può pretendere, come sembra voler fare, di assumere il ruolo di chi intende porsi alla guida di quello che Coletta ha chiamato “campo largo” in alternativa alle destre.
Tale scelta non ha alcuna prospettiva.
Ne spieghiamo sinteticamente le ragioni.
1 – Impostare una campagna elettorale per le comunali di Latina come una sorta di crociata contro le destre è un suicidio. Comprendiamo che probabilmente a Coletta e ai suoi piacerebbe rinverdire il ricordo del Fronte popolare delle elezioni del 1948, ma la politica è una cosa seria e non può essere vissuta come un cineforum.
2 – Il plebiscito a favore di Coletta in occasione del ballottaggio del 2016 è dipeso dalla totale mancanza di fiducia dei cittadini verso la classe dirigente del centrodestra. Ebbene, la classe dirigente del centrodestra è sempre la stessa e tutti i suoi maggiori esponenti hanno avuto ruoli di rilievo nelle amministrazioni Zaccheo/Di Giorgi. È evidente quindi che questo è un argomento spendibile nella campagna elettorale per le comunali.
3 – Una volta individuato un argomento spendibile, accompagnato ovviamente da un programma concreto e realizzabile, occorre individuare anche delle persone spendibili. Ebbene, se gli ellebiccini facessero veramente un bagno di umiltà non potrebbero che arrivare alla conclusione che il simbolo LBC non è più spendibile, per via della enorme delusione che i cittadini nutrono verso l’attuale amministrazione. Ormai LBC non è più un collante ma un respingente.
4 – Il “campo largo” di cui parla Coletta non è altro che un’alleanza con il PD. Stiamo quindi parlando del partito che qui a Latina si caratterizza per le stucchevoli e interminabili diatribe tra Moscardelli e Forte (leggi “Il PD di Latina: quelle diatribe a mezzo stampa che puzzano di morte”). Stiamo quindi parlando del partito che non è mai stato riconosciuto come una opposizione credibile rispetto al malgoverno della città di Zaccheo e Di Giorgi (leggi “A qualcuno piace perdere facile”). Insomma, il campo largo che viene prospettato appare come una alleanza tra perdenti, una sorta di red carpet per la sfilata elettorale delle tante odiate destre.
E ALLORA?
Sono passati solo tre anni dal ballottaggio del 2016, per cui è presumibile ritenere che i cittadini di Latina non abbiano dimenticato il disastro di cui sono stati responsabili i politici di “Lega made in Latina” e “Fratoni d’Italia made in Latina” in campo dal 2002 al 2015.
È ragionevole pensare che non vogliano affidarsi alle solite facce che imperversano nel centrodestra dal 2002 e che hanno dimostrato incapacità e negligenza amministrativa.
Insomma, esiste un grande spazio politico a livello di politica locale, che la città si aspetta sia riempito da persone e volti credibili e capaci.
Le parole chiave sono proprio persone e volti.
I partiti, che sembrano sempre di più i contenitori del nulla, sono preda di personaggi che cercano soltanto uno spazio, qualunque esso sia e dovunque si trovi, in cui collocarsi per soddisfare le proprie ambizioni personali, cosa che avviene in maniera massiccia e inquietante soprattutto a livello locale.
Ecco perché è sempre più importante che le persone libere si affranchino da simboli che ormai sono solo sigle e loghi da utilizzare nel mercato della politica.
Oltre al mercato della politica, appannaggio di personaggi che coltivano soltanto i propri interessi personali, esiste e sempre esisterà la Politica, che ormai non può che essere, almeno a livello locale, prerogativa diretta dei cittadini senza bisogno di strutture intermedie (i partiti) che sono al servizio di chi della politica fa un vero e proprio mestiere.
L’unica alternativa possibile al ritorno di chi già ha governato in maniera pessima è quella di un fronte di persone credibili disponibili a impegnarsi nell’amministrazione della città, che si concentri sui contenuti e sulle idee e vada al di là delle etichette destra – sinistra che a livello di amministrazione locale non hanno proprio senso.
Ebbe a dire Luigi Pirandello che nel lungo tragitto della vita si incontrano molte maschere e pochi volti.
Ebbene, l’auspicio per Latina è che i volti riescano a fare fronte comune contro le maschere e che le persone credibili e capaci si coalizzino per sconfiggere i personaggi (in cerca d’autore o, per meglio dire, in cerca di poltrone e potere).