RESET, CLAN TRAVALI: UDIENZA FIUME DELL’EX CAPO DELLA SQUADRA MOBILE DI LATINA

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Salvatore Travali e Alessandro Zof

Processo “Reset”: prosegue l’esame di uno testimoni chiave, si tratta dell’ex capo della Squadra Mobile di Latina

È ripreso con il nuovo anno anche il processo scaturito dalla maxi indagine di DDA di Roma e Squadra Mobile di Latina che contesta al clan Travali l’associazione mafiosa.

Dopo il duro colpo all’accusa arrivato ieri con la sentenza della Corte d’Appello di Roma che ha escluso l’aggravante mafiosa per due dei membri del clan, tra cui l’esponente di spicco, nonché cognato dei Travali, Francesco Viola, il processo col rito ordinario, che vede alla sbarra trenta imputati, è ripreso così come era finito lo scorso novembre, ossia con l’escussione dell’ex capo della Squadra Mobile di Latina, Giuseppe Pontecorvo, ora in servizio a Bologna, che, così come l’anno scorso, ha ripercorso, interrogato dai Pm Luigia Spinelli e Francesco Gualtieri, metodologie d’indagine, i contatti tra i membri del clan e gli episodi contestati nei capi d’imputazione.

Vice Questore Aggiunto Giuseppe Pontecorvo
Il Vice Questore Aggiunto Giuseppe Pontecorvo

Una udienza fiume iniziata alle ore 10,30 del mattino e finita alle 16,30, con la prima novità. Come noto, non è più il giudice Laura Morselli a presiedere il III collegio del Tribunale di Latina dove si celebra il processo, ma è l’ex giudice per le indagini preliminari, Mario La Rosa, affiancato dai colleghi Simona Sergio e Paolo Romano.

Ad ogni modo, il dirigente di polizia, Giuseppe Pontecorvo, firmatario della monumentale informativa che, a marzo 2020, costituì il perno sul quale si sostanziò l’indagine denominata “Reset”, ha iniziato con il chiarire in aula come si è proceduto dal punto di vista investigativo: da una parte l’inchiesta Don’t Touch, il cui processo ha portato alla condanna definitiva del gruppo Travali ma come associazione per delinquere semplice; dall’altra le nuove risultanze, stimolate dalle dichiarazioni dei due ex affiliati al clan, ora collaboratori di giustizia, Agostino Riccardo e Renato Pugliese. Tra gli elementi utilizzati dagli investigatori anche immagini social postate dagli stessi membri del clan.

Sin da subito, così come ha chiarito Pontecorvo, gli investigatori hanno individuato i quattro fornitori di droga del clan: Alessandro Zof e Valeriu Cornici, soprattutto per marijuana, Luigi Ciarelli, per l’hashish, e Gianluca Ciprian, per la cocaina. Tutti e quattro, tranne Luigi Ciarelli (facente parte del clan omonimo), sono considerati dagli inquirenti come essere stati intranei al gruppo Travali.

Così come a novembre scorso, non sono mancate le tensioni tra l’accusa e il collegio difensivo composto dagli avvocati Marino, Angelo e Oreste Palmieri, Frisetti, Montini, Gullì, Marcheselli, Cardillo Cupo, Zeppieri, Siciliano, Vita, Vitelli, Farau, Censi, Iucci, Coronella. Alcuni dei legali, tra cui Cardillo Cupo, Angelo Palmieri e Vita, hanno eccepito più volte sulla circostanza per cui l’ex capo della Mobile di Latina citasse, nel corso della sua testimonianza, fatti riguardanti personaggi non indagati né imputati in questo procedimento.

Inoltre, secondo gli avvocati difensori, Pontecorvo non poteva raccontare dettagliatamente gli episodi inerenti i due processi “Don’t Touch” e “Alba Pontina”, che hanno costituito una base per l’indagine Reset, poiché non ha partecipato alle indagini (venne in servizio a Latina nel giugno 2019). Dirimente, quindi, per i difensori, il perimetro delle dichiarazioni dentro il quale deve muoversi il dirigente di polizia.

Alla fine il Tribunale ha ribadito ciò che era stato deciso a novembre scorso: Pontecorvo può citare nomi e circostanze, sebbene siano estranei processualmente, ma non di certo storicamente per ricostruire genesi e rafforzamento del clan Travali sul territorio. D’altra parte, come avevano motivato i due pubblici ministeri, Spinelli e Gualtieri, che si erano naturalmente opposti alle eccezioni delle difese, l’inchiesta Reset parte dallo studio delle indagini e dei processi “Don’t Touch” e “Alba Pontina”, con un trait d’union ineliminabile: i due collaboratori di giustizia, Renato Pugliese e Agostino Riccardo, le cui dichiarazioni, come ha specificato anche oggi Pontecorvo, sono state valorizzate e riscontrate nel quadro dell’inchiesta Reset. Erano prima affiliati al clan Travali, successivamente, con gli arresti dell’inchiesta “Don’t Touch”, avvenuti nell’autunno 2015, i due, Riccardo e Pugliese, passarono nel clan Di Silvio del ramo di Campo Boario, retto da Armando Di Silvio detto “Lallà”. Infine, dopo un altro arresto, la decisione di collaborare con lo Stato. Non si può, in sostanza, sorvolare su quei due processi, perché costituiscono la base di quello che si sta celebrando.

Alla fine del lungo esame, il processo è stato rinviato al prossimo 9 febbraio quando gli avvocati difensore contro-esamineranno Pontecorvo, dopodiché, tempo rimasto permettendo, saranno ascoltati come testimoni due degli investigatori della Squadra Mobile di Latina che hanno collaborato all’indagine, in special modo ascoltando in presa diretta una mole enorme di intercettazioni che costituiscono un architrave dell’inchiesta e che dimostrano, secondo l’accusa, rapporti e legami tra membri del clan e personaggi utili alla proliferazione della loro azione criminale.

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