Accusato di rapina ed estorsione: è stato condannato definitivamente il trentenne di Latina, Ahmed Jeguirim
La Corte di Cassazione, respingendo il ricorso presentato dall’imputato Ahmed Jeguirim, 30 anni, ha reso irrevocabile la sua condanna per rapina.
A marzo 2023, la Corte d’Appello di Roma aveva confermato la pena di 4 anni e 6 mesi per il 30enne in ordine al reato di rapina ai danni di un giovane avvenuta nel capoluogo.
Una condanna che confermava quella stabilita, nell’estate del 2022, dal collegio del Tribunale di Latina presieduto dal Giudice Francesco Valentini. Il Pm Valerio De Luca aveva chiesto per Jeguirim la pena complessiva di 6 anni.
Furono i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Latina, all’esito di articolata attività di indagine, su disposizione dei Sostituti Procuratori Antonio Sgarrella e Martina Taglione, a trarre il 30enne in arresto a gennaio 2022.
Ahmed Jeguirim, peraltro, era già detenuto presso la Casa Circondariale di Viterbo per altri reati. Il giovane era stato coinvolto in episodi finiti all’attenzione dei Carabinieri quali rapina e persino spari con un fucile a canne mozze. Per una rapina commessa a Pontinia, però, Jeguirim era stato assolto.
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Nello specifico, le investigazioni avevano permesso di accertare che Jegurim avrebbe rapinato, armato di un coltello, un ventenne di Latina in Piazza del Popolo (tra febbraio e luglio 2018), strappandogli la catenina che portava al collo e colpendolo ripetutamente con diversi pugni al volto, minacciandolo di ulteriori ripercussioni nel caso in cui questi avesse riferito a qualcuno dei fatti.
Inoltre, il 29enne era accusato di una estorsione continuata nei confronti di altri due giovani locali che, sotto minaccia, anche di morte, oltre che a seguito di lesioni e percosse, si sarebbero visti costretti a consegnare all’uomo oltre 600 euro e uno stereo, a causa di un asserito debito con un avvocato, che lo avrebbe dovuto difendere per una ulteriore denuncia che lo stesso avrebbe ricevuto per reati simili.
Ad ogni modo, secondo la Cassazione, la Corte di appello con motivazione approfondita e logica ha ritenuto, in modo del tutto conforme al giudice di primo grado, pienamente provata la responsabilità del ricorrente per le imputazioni ascritte.
Una condanna definitiva che è arrivata praticamente al contempo del provvedimento di sorveglianza speciale, su richiesta dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina, disposta per Jeguirim dal Tribunale di Roma.