ACQUALATINA NON SI TOCCA, IL FUGGI FUGGI DEL CENTRODESTRA DI LATINA: IL PASSAGGIO A ITALGAS LASCIATO ALLE ALTE SFERE

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Il consigliere comunale di Forza Italia Giuseppe Coriddi
Il consigliere comunale di Forza Italia Giuseppe Coriddi

Acqualatina, la mozione presentata dal Movimento Cinque Stelle a Latina non passa nell’assise di Piazza del Popolo

Si è discussa, finalmente, nel consiglio comunale di Latina, la mozione sulla questione della annunciata vendita della totalità delle quote di Idrolatina, la società detenuta dalla multinazione francese Veolia, alla società italiana Italgas. La mozione è stata presentata dalla consigliera comunale Maria Grazia Ciolfi (M5S) e condivisa e firmata da tutte le forze di opposizione.

Come noto, Italgas e Veolia hanno chiuso il contratto di vendita delle partecipazioni detenute dal gruppo francese negli acquedotti di Lazio, Campania e Sicilia. Secondo quanto annunciato da Italgas lo scorso giugno, per l’acquisto delle partecipazioni Italgas riconoscerà al Gruppo Veolia complessivamente circa 115 milioni di euro (in termini di equity value), in parte subordinati al raggiungimento di alcuni obiettivi delle società operative.

Maria Grazia Ciolfi

L’accordo prevede, tra le altre società coinvolte, l’acquisizione del 100% di Idrolatina che a sua volta detiene il 49% circa di Acqualatina spa, ossia il gestore idrico dell’Ato4, vale a dire i comuni pontini, più Anzio e Nettuno e altri enti comunali ciociari. In poche parole l’acqua di tutti noi che, in questa estate tropicale, dove il cambiamento climatico si fa sentire – al netto dei beoti della negazione -, sta mancando a più riprese, anche nel capoluogo pontino. Solo a Latina, infatti, ci sono intere zone della città – vedi in Via del Malconsiglio (Borgo Grappa) – dove l’acqua non manca da ore (come ricordato da alcuni consiglieri comunali d’opposizione, in primis Ciolfi), ma da giorni. A sopperire ci sono i pozzi che pescano dalla falda e spesso restituiscono acqua contaminata, dunque inquinata.

Lo scorso 5 luglio, la maggioranza di centrodestra del Consiglio Comunale di Latina, quello in cui andò in scena il dibattito sul Gay Pride pontino, rinviò la mozione Ciolfi sostanzialmente per via dell’orario. Oggi, 25 luglio, dopo la lunga discussione sulle linee programmatiche del Sindaco Matilde Celentano, la mozione Italgas-Acqualatina quantomeno è stata introdotta in aula dalla consigliera pentastellata.

Il punto sostanziale della mozione – ha ribadito Ciolfi in aula – è chiedere al Sindaco Celentano, quale rappresentante del socio pubblico Comune di Latina in Acqualatina e membro della conferenza dei Sindaci e Presidenti dell’EGATO4 (peraltro con potere di forza rilevante, considerato il voto ponderato che premia Latina), di mettere in atto tutte le azioni politiche e di controllo necessarie a verificare che, se avviata la vendita delle quote private, la procedura stia avvenendo nel rispetto delle norme sia della legge vigente sia in osservanza della convenzione e delle norme statutarie

Dalle lande della Provincia di Latina, dicono che nessun atto formale è arrivato da parte di Veolia e Italgas, ecco perché l’ultima conferenza dei sindaci indetta dal Presidente Gerardo Stefanelli ha saltato a piè pari il problema.

I bene informati sanno che il passaggio a Italgas sarebbe accettato dalla maggior parte dei Sindaci, solo che sicuramente uno dei primi cittadini di peso, nella provincia, come Armando Cusani non è d’accordo. E quello che conta più di tutti e che sempre ha contato più di tutti pur non essendo amministratore locale – il senatore Claudio Fazzone (Forza Italia) – si è acquattato in attesa di capire il corso degli eventi.

Campagna, Majocchi e Fiore

Forza Italia, oggi come ieri, ossia sin dalla costituzione di Acqualatina (ormai 20 anni fa), rimane sempre l’ago della bilancia e il Partito Democratico – l’altro partito di sistema nello scacchiere nazionale e pontino – come al solito pende da una parte e dall’altra: se i consiglieri comunali Dem di Latina, Leonardo Majocchi e Valeria Campagna, oggi spingevano per votare la mozione Ciolfi e lo facevano convintamente, richiamando anche principi basilari come il referendum del 2011 completamente relegato all’oblio dai capiscioni della Realpolitik, ci sono sempre quelli – il consigliere regionale Salvatore La Penna in primis – che virano verso il consociativismo politico (proseguendo la storia d’amore politico con Fazzone) a favore degli interessi di una società, Acqualatina, la cui gestione dell’acqua pontina è fallimentare. E non è passato inosservato, oggi, il silenzio della consigliera comunale Daniela Fiore sul tema. Anche lei ha votato a favore della mozione Ciolfi, ma non ha sprecato un sibilo sulla questione, lasciando il campo ai giovani.

La mozione, ad ogni modo, è stata concertata e sponsorizzata dal Movimento Cinque Stelle pontino che, almeno in questo, sta dimostrando di essere attivo. Presentata dalla consigliera “eretica” formiana Paola Villa, la mozione è stata raccolta ed elaborata anche a Latina e lo sarà pure a Terracina dove, nell’assise, la coalizione che ha espresso il consigliere comunale Fabrizio Di Sauro ha come azionisti di minoranza i pentastellati locali.

Secondo la mozione 5Stelle, l’atto di compravendita da Veolia a Italgas non solo sarebbe nullo in base alla legge e al parere pro-veritate rilasciato nel 2017 dal professore Lucarelli (quando a interessarsi della quota privata di Acqualatina fu Acea), ma emergerebbe la contrapposizione alla Convenzione che con il cambio della proprietà, di fatto, cambierebbe la natura stessa della Convenzione. Nel 2017, Acea, come ricordato in aula dalla consigliera Ciolfi, aveva provato a fare una operazione del genere, e con una delibera dei Sindaci e dei Presidenti dell’Egato 4 veniva  espresso da parte pubblica il non gradimento della vendita a privati del 49% delle quote di Acqualatina se non attraverso partecipazione a gara pubblica. La vendita al privato, quindi, sarebbe in evidente violazione e in contrasto con norme di legge, senza contare che pende da tempo, davanti al Tar di Latina, un ricorso di Acea contro la decisione della Conferenza dei Sindaci dell’Ato4 che manifestò contrarietà al passaggio delle quote private nella società pubblica, il cui socio di maggioranza è Roma Capitale.

Tuttavia, al di là del merito della discussione, che ha visto gli interventi anche dei consiglieri comunali d’opposizione Nazzareno Ranaldi, Dario Bellini e Damiano Coletta – il quale, nel 2017, fu, come sindaco di Latina, tra i promotori di un eventuale passaggio della quota privata di Acqualatina al pubblico dei Comuni (un’impresa fallita ben presto per mancanza di liquidità e soluzioni alternative) – a risaltare è stato il fuggi fuggi di molti consiglieri comunali di maggioranza. Una scena non proprio edificante per quanto riguarda l’onore e la disciplina che si deve a una carica pubblica.

Dapprima, il consigliere comunale Enzo De Amicis. Colui che da sindaco papabile del Pd, con salto carpiato, si è ritrovato a fare il capogruppo della Lista Celentano in Consiglio, ha provato a sabotare di nuovo la mozione Ciolfi, sposando la linea dell’inabissamento voluta dal Presidente provinciale Gerardo Stefanelli e sotto-traccia da Fazzone: Italgas non comunica niente, noi eletti dal popolo aspettiamo gli eventi, inutile esporsi. E quando mai.

Dopo che il Presidente del Consiglio Comunale Raimondo Tiero ha dato il via libera affinché Ciolfi iniziasse a spiegare la sua mozione, De Amicis è andato via, alla faccia del rispetto isitituzionale.

Enzo De Amicis
Enzo De Amicis

Successivamente, si è capito che la maggioranza non aveva proprio voglia di parlare di un argomento che evidentemente non può essere toccato perché, come sempre è stato, deve essere deciso nelle segreterie di partito, dai capibastone e dai manager privati. Ecco che, quindi, alla fine, a votare sono stati solo in 24: 8 voti favorevoli (tutti dell’opposizione) e 16 contrari. Mozione bocciata.

Il grottesco, invece, si è manifestato con le giustificazioni fornite dai colleghi di maggioranza per spiegare perché molti consiglieri non c’erano più, volatilizzati: la Lega aveva l’assemblea provinciale; Furlanetto è dovuto andare via – parola del vice presidente del consiglio comunale di Latina Giuseppe Coriddi (Forza Italia) – perché la moglie sarebbe rimasta scioccata dopo un furto subito in casa nei giorni scorsi; altri ancora avevano improrogabili impegni famigliari.

A delucidare sui motivi delle assenze, si è inerpicato, valicando vieppiù il grottesco, anche il sempre attento agli equilibri Cesare Bruni (Fratelli d’Italia), il quale, da decano dell’aula, a dispetto di un suo rivendicato passato da militante fascista, sembra sempre più un ecumenico doroteo.

Cesare Bruni

“Nei pochi interventi pronunciati in aula i consiglieri del centro desta si sono nascosti dietro motivazioni vaghe e senza entrare nel merito, dimostrando una difficoltà a prendere posizione, derivante dagli equilibri politici connessi alla gestione della società.” Così affermano, in una nota arrivata in serata, i consiglieri Bellini, Campagna, Ciolfi, Damiano e Floriana Coletta, Fiore, Isotton, Majocchi e Ranaldi, all’esito della votazione della mozione sulla cessione delle quote di Idrolatina a Italgas.

“Dispiace innanzitutto che il centrodestra abbia mostrato scarso interesse su questo tema, a tal punto che il numero legale è stato tenuto grazie alla presenza della minoranza. L’acqua è un bene comune e le modalità di gestione incidono sulla qualità del servizio erogato alla cittadinanza. Assistiamo ad una serie continua di disservizi e interruzioni idriche, spesso con scarso, se non assente, preavviso a fronte di bollette che sono aumentate negli ultimi anni. Per questa ragione abbiamo presentato una prima mozione, a cui succederanno una serie di atti, a partire dalla richiesta di convocazione di Acqualatina per un’audizione in commissione ambiente e lavori pubblici. Spiace che il centrodestra non abbia colto l’occasione di unirsi a questa battaglia. Come minoranza la nostra attenzione su questi temi resterà alta con un lavoro capillare nelle commissioni competenti”.

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