APRILIA: “TUMORI E SILENZI”. LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE CHIEDONO IL NUMERO VERDE

Carmen Porcelli e Rosalba Rizzuto
Carmen Porcelli e Rosalba Rizzuto

Le associazioni ambientaliste di Aprilia tornano a denunciare l’inquinamento nella città: “Il Carnevale distrae l’attenzione”

“Mentre il Carnevale distrae la maggior parte degli apriliani, qualche farabutto brucia indisturbato materie plastiche e dal tardo pomeriggio di ieri, 20 febbraio, l’aria di Aprilia ha quell’odore acre che ben conosciamo.

Purtroppo, noi cittadini siamo inermi, il nostro Comune non ha ancora istituito il numero verde per le emergenze ambientali che avrebbe consentito ai cittadini residenti nei pressi di impianti industriali e di trattamento rifiuti di segnalare miasmi ed emergenze, un’esigenza avvertita soprattutto dopo i disastri Loas, Freddindustria e a seguito delle decine di roghi che vengono appiccati ai rifiuti sparsi per il territorio. Incendi dopo i quali non è mai seguita alcuna bonifica. Forse, che la ASL non si attivi per tutelare la salute pubblica perché l’Arpa ogni volta sentenzia che tutto è regolare, nella norma, al punto che le indagini successive ai disastri non rilevano mai nell’aria diossine, furani, composti del cloro, azoto, anidride carbonica? Pensano di farci credere che ogni rogo liberi nell’atmosfera ossigeno puro? Ci sembrava di aver dedotto altro, nei panegirici della cosiddetta “indagine epidemiologica” (volutamente inutile ai fini di analisi di correlazione), a proposito dei numerosi casi di decessi a causa di tumori (con dati già obsoleti al momento della pubblicazione):

  • –  “Chiaramente l’utilizzo dei dati di mortalità a livello comunale, e il disegno di tipo geografico, non consentono in linea generale la formulazione di valutazioni causali, ma l’individuazione di una serie di indicazioni di possibile rilevanza eziologica da approfondire con studi mirati, senza per questo ovviamente dilazionare l’indifferibile opera del risanamento ambientale e di promozione della salute nei cittadini coinvolti.”
  • –  “A tal riguardo lo scrivente Servizio ritiene che nella fattispecie, ove il legislatore abbia individuato dei valori limite tabellari, essi siano stabiliti sulla base concettuale dei “valori limite soglia”, i quali, se superati, possono risultare pregiudizievoli per l’ambiente e conseguentemente anche per la salute della popolazione esposta al rischio. Di conseguenza, nel caso venga considerata una situazione di pericolo per la salute pubblica e per l’ambiente, il SISP ritiene importante precisare, in un’ottica di precauzione e di prevenzione primaria finalizzata al contenimento ed alla limitazione dell’esposizione della popolazione, che ogni superamento dei limiti tabellari stabiliti dalla normativa rappresenti una causa di insalubrità ed un potenziale rischio per la salute della popolazione esposta, sicuramente incidente sulla modificazione della rilevanza probabilistica del rischio stesso.”

Ne abbiamo dedotto, ed abbiamo rivolto queste domande pubblicamente nel corso di una assemblea pubblica (alla quale non ha preso parte nessun esponente dell’amministrazione comunale), che:

  • –  La presenza di un polo chimico-farmaceutico e di numerosi impianti di trattamento rifiuti, combinata con l’assenza di controlli nell’ottica del Life Cycle Assessment (dalla culla alla tomba) delle materie lavorate, potrebbe aver concorso alla devastazione del nostro territorio?
  • –  Le discariche mai bonificate in 30-40 anni sono state la causa – per via della esposizione continua e protratta nel tempo – di una combinazione di inquinanti presenti nell’aria, nelle acque, negli alimenti, nei prodotti di consumo e/o nei luoghi di vita e di lavoro – di possibili gravi ripercussioni sulle condizioni di salute, dagli effetti potenzialmente gravi ed invalidanti?
  • –  A cosa è servito questo studio se non a convincerci che andavano bonificate le vecchie discariche abusive e i relativi fusti tossici interrati ovunque, cosa prevista dalla legge e che il Comune di Aprilia non ha fatto per 30 anni?
  • –  Come si intende procedere con il contenimento dell’inquinamento, se non si conoscono i limiti tabellari, non si effettua il monitoraggio ambientale, non si sequestrano gli impianti fuorilegge?
  • –  Cosa andrebbe invece fatto per tutelare la salute a livello preventivo, piuttosto che contare i morti e i malati onoclogici? Ovviamente non è arrivata alcuna risposta concreta, ogni giorno siamo distratti dalle emergenze o dalle promesse di fondi e finanziamenti per l’una o l’altra cosa, ma sulla salute registriamo solo silenzi collettivi. Eppure, a noi i conti non tornano, il tema viene ripetutamente sottovalutato e i pericoli per la salute sottostimati. Soprattutto se ne va della vita delle persone e della salute dei giovani! All’alba e al tramonto (21 febbraio) l’aria ancora bruciava la gola; mentre il fosso Leschione (tombato fino alla Borgata Agip) dove emerge, emana da giorni esalazioni ed olezzi nauseabondi e soffocanti; la centralina Arpa è spesso inattiva e, se non bastasse, quando rileva, nessuno si preoccupa del superamento dei valori delle polveri sottili. Siamo stanchi di veder morire di tumore tanti concittadini e tutto questo per l’irresponsabilità delle istituzioni! Sindaco, assessori, istituzioni preposte al controllo, voltano lo sguardo altrove. Anzi, se possibile, fanno abbattere gli alberi, abbandonano al degrado il territorio, tombano i fossi, impermeabilizzano suolo agricolo, autorizzano/rinnovano ogni sorta di impianto industriale, che aggiunge emissioni ad emissioni, limitandosi a “difendere” l’ambiente attraverso mozioni ed atti di facciata. Senza veramente preoccuparsi di compiere interventi per ridurre emissioni, contenere il consumo di suolo, rinaturalizzare i corsi d’acqua, punire chi sversa inquinanti, controllare che gli impianti depurino le acque prima di sversarle, sequestrare siti inquinati imponendo bonifiche, promuovere scelte di vita sostenibili, ridurre il traffico di auto, vigilare sulle periferie lasciate nel degrado. Come se non bastasse è stato redatto un Pinqua, passato in consiglio comunale a pieni voti, che prevede l’abbattimento dell’unico piccolo boschetto esistente nel centro di Aprilia, anziché valorizzarlo integrandolo nel “corridoio verde”, per farci passare una strada (casualmente proprio lì, quando già ne sono previste due vicinissime), costeggiante campi sportivi e aree destinate a verde! Una bieca operazione di greenwashing, questo Pinqua. La politica qui si preoccupa solo di preservare le poltrone, altro che salute e ambiente!!

Avevamo richiesto un numero verde per emergenze ambientali, centraline di monitoraggio in continuo sulla turbogas, sul tbm, sugli impianti assoggettati ad AIA, IPPC, Seveso… Niente! La nostra città, per lor signori, non è un polo chimico-farmaceutico, con una assurda capacità di collettamento di rifiuti laziali, con un preoccupante quadro di mortalità! Secondo le menti illuminate che ci governano, qui ad Aprilia stiamo benissimo! Aprilia è una città turistica, godiamo di ottima salute, l’aria è più salubre di quella della Dolomiti, le acque più salutari di quelle di Pejo, tra poco verranno da tutto il mondo a curarsi alle Terme di Aprilia, ridente cittadina pontina, dove la gente muore nel silenzio assordante dell’irresponsabilità di chi pretende di salire al governo per propri interessi, non per mettersi al servizio della collettività”.

Così, in una nota, Carmen Porcelli per “La Città degli Alberi” e Rosalba Rizzuto per “Aprilia Libera ODV”.

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