VIOLENZA E PESTAGGI A LATINA, INIZIA IL PROCESSO PER ARTUSA: PARTE OFFESA UNO DEI CONDANNATI

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Operazione “I Pubblicani” a Latina: iniziato il processo per l’unico che ha scelto il rito ordinario, Alessandro Artusa

Si è svolta la prima udienza davanti al III collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Laura Morselli – a latere i giudici Simona Sergio e Paolo Romano – per il 58enne originario di Messina, ma stabile a Latina da sempre, Alessandro Artusa. L’uomo è accusato di sequestro di persona e minaccia.

Il suo processo scaturisce dall’operazione “I Pubblicani”, eseguita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, guidati dal Maggiore Antonio De Lise, lo scorso aprile 2022, sotto il coordinamento della DDA di Roma.

Gli altri imputati, accusati, a vario titolo, dei reati di rapina, sequestro di persona, estorsione aggravata, lesioni personali aggravate dall’uso di armi, detenzione e porto illegali in luogo pubblico di arma comune da sparo, porto di armi ed oggetti atti ad offendere e traffico di sostanze stupefacenti, sono stati già condannati a febbraio dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Piepaolo Bortone. 

A febbraio scorso, il Gup Bortone aveva disposto per Alessandro Artusa il rinvio a giudizio. Il pontino di origini siciliane, difeso dagli avvocati Maurizio Forte e Pasquale Cardillo Cupo, avrebbe dovuto comparire oggi, 13 aprile, in udienza, ma non è stato tradotto dal carcere dove si ritrova ristretto per i reati contestati. Per tale ragione, il processo è stato rinviato al prossimo 21 giugno.

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A novembre scorso, Artusa è stato destinatario del provvedimento della sorveglianza speciale da parte del Tribunale di Roma – Sezione Specializzata Misure di Prevenzione, su proposta dell’allora Questore di Latina, Michele Spina. Inoltre, in attesa del giudizio nel processo odierno, Artusa ha rimediato una condanna a oltre 5 anni per detenzione di chili di droga insieme ad altri coimputati. Insomma per uno che aveva finito di scontare in carcere la condanna a 26 anni per l’omicidio, in concorso con Antonello Tozzi e Giuseppino Pes, del delitto del beneventano Francesco Saccone freddato nel 1998 in Piazza Moro a Latina, l’attività, almeno a quanto risulta dalle indagini e dai processi, è stata frenetica dopo la scarcerazione.

Artusa, ad ogni modo, per il processo rinviato oggi, dovrà essere giudicato in ragione delle violenze messe in atto contro uno dei già condannati col rito abbreviato, sempre per il medesimo processo “I Pubblicani”. Si tratta di Gianluca Pezzano, oggi parte offesa, a febbraio condannato dal Gup Bortone, che, nel quadro investigativo e processuale, ha sì ceduto droga, ma risulta anche vittima di pestaggio e violenza a causa di debiti per la sostanza stupefacente. Una punizione che sarebbe stata compiuta da Amine Harrada, l’uomo di origine marocchina condannato per essere stato l’esecutore della violenza ai danni del medesimo Pezzano.

Pezzano sarebbe stato prelevato con la forza, a suon di botte, da Artusa, Roberto Ciarelli e Giuseppino Pes. Tuttavia, già in udienza preliminare, il capo d’imputazione sul sequestro di persona è stato stralciato e non viene più contestato ad Artusa. Rimangono in piedi i reati di estorsione, lesioni aggravate dall’aver agito in più persone, detenzione di un coltello e di una pistola finalizzata a minacciare Pezzano.

L’accusa, come per il rito abbreviato, è rappresentata dal Pubblico Ministero Martina Taglione.

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