UN’ALTRA SORVEGLIANZA SPECIALE PER UNO DEGLI OMOFOBI CHE AGGREDÌ UN UOMO NEL BAR SULLA SS PONTINA

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Comando Provinciale Carabinieri di Latina
Comando Provinciale Carabinieri di Latina

I Carabinieri del Reparto Operativo-Nucleo Investigativo di Latina, guidati dal tenente colonnello Antonio De Lise, hanno notificato un decreto di applicazione della misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza al 33enne di Fondi, Salvatore Di Manno.

Il provvedimento è stato emesso dalla III Sezione Penale specializzata in misure di prevenzione del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Latina. Il 33enne fondano è ritenuto pericoloso in quanto soggetto che vive abitualmente con i proventi di attività delittuosa e dedito alla commissione di reati che pongono in pericolo la sicurezza e la tranquillità pubblica. 

Il Comandante del Nucleo Investigativo di Latina, Antonio De Lise
Il Comandante del Nucleo Investigativo di Latina, Antonio De Lise

L’attività di indagine, eseguita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, sotto la direzione della Procura pontina, ha consentito di dimostrare come il giovane, sin da quando era poco più che maggiorenne, quasi senza soluzione di continuità, sia stato una persona dedita ad attività delittuosa quali reati contro il patrimonio, la persona, la pubblica amministrazione e in materia di stupefacenti.

Il provvedimento obbligherà il giovane, per i prossimi 3 anni, a non allontanarsi dal comune di residenza o abituale dimora, a non uscire dalla propria abitazione nell’arco orario compreso dalle 22.00 alle 06.30, a darsi immediatamente alla ricerca di un lavoro ed a non associarsi a persone che hanno subìto condanne e sono sottoposte a misure di prevenzione. 

Di Manno è diventato piuttosto noto alle cronache locali poiché responsabile di aver aggredito insieme ad altri sodali un ragazzo a Terracina. Il motivo dell’aggressione è stato di stampo omofobo, in quanto il ragazzo è stato picchiato perché omosessuale. A novembre 2023, il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Pierpaolo Bortone, ha condannato sia Di Manno che gli altri imputati per il reato di lesioni aggravate.

I fatti risalgono alla mattina del 31 agosto 2022 quando, all’interno di un bar di Terracina, sulla SS Pontina, Di Manno e gli altri imputati, agendo in gruppo, hanno minacciato con frasi intimidatorie e discriminatorie, connesse al suo orientamento sessuale, un giovane terracinese che stava consumando la colazione, colpendolo violentemente con calci e pugni, anche al capo, e utilizzando un portacenere in metallo recuperato dai tavolini presenti nell’esercizio.

Al termine dell’udienza delle scorso novembre, il Gup Bortone, alla presenza del Pm Giorgia Orlando, ha condannato tutti e quattro gli imputati: 1 anno e 8 mesi per Michele Ciaccia e Salvatore Di Manno; 1 anno e 10 mesi per Massimiliano Di Crocco; infine 1 anno e 4 mesi a Francesco De Filippis.

Tutti e quattro i condannati, inoltre, a novembre 2022, sono stati destinatari del provvedimento del Daspo urbano emesso dal Questore di Latina, Raffaele Gargiulo. Il provvedimento vieta loro di vivere la movida di Terracina, precludendo la frequantazione dei locali della sera.

La sorveglianza speciale a Salvatore di Manno segue di poco lo stesso provvedimento comminato, sempre su impulso dei Carabinieri del Reparto Operativo-Nucleo Investigativo di Latina, a un altro dei quattro aggressori: Michele Ciaccia.

Infine, nel 2020, Di Manno fu condannato per aver intrapreso una folle fuga da Fondi e Cellore per eludere il fermo delle forze dell’ordine. Il 29enne, alla guida della sua Mini Cooper bianca, voleva sfuggire alle Forze dell’Ordine e ha dato vita all’elusione di ben tre posti di blocco arrivando, con la sua spericolata guida, fino nel casertano, a Baia Domizia, dove è stato fermato da due autotreni piazzati sulla strada.+

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Lunga la scia dei contusi a causa del suo comportamento: tre militari dell’Arma investiti e un poliziotto contuso quando, una volta fermato, il 29enne aveva provato a dimenarsi e fuggire. Di Manno spiegò le sue “gesta” con la motivazione di essere fuori orario coprifuoco e di aver bevuto. Si era al tempo delle restrizioni anti-Covid.

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