TOUCH&GO, DROGA E VIOLENZA A SCAURI: CHIESTI QUASI 150 ANNI DI CARCERE PER I 12 IMPUTATI

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Operazione Touch&Go, violenza e spaccio a Scauri: le richieste di condanna del Pm della Direzione Distrettuale Antimafia Corrado Fasanelli

Lo scorso mese, il Pm aveva iniziato la requisitoria per le persone coinvolte nell’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, con l’esecuzione dell’ordinanza avvenuta nell’estate del 2020. Oggi, 10 novembre, come previsto sono arrivate le richieste di condanna.

Si tratta degli imputati che hanno scelto il rito ordinario: Marco Barattolo, Armando Danilo Clemente, Domenico De Rosa, Giuseppe De Rosa, Giancarlo Di Meo, Giuseppe Leone, Francesco Leone, Giovanni Nocella, Raffaella Parente, Matteo Rotondo, Daniele Scarpa e Giuseppe Sellitto. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Pasquale Cardillo Cupo, Edoardo Fascione, Gianluca Di Matteo, Vincenzo Macari, Danilo Riccio, Luca Scipione, Massimo Signore, Giovanni Valerio.

Ecco di seguito le richieste del Pm Corrado Fasanelli al termine della requisitoria: 13 anni di reclusione per Armando Danilo Clemente; 14 anni ciascuno per Giuseppe e Domenico De Rosa; 13 anni per Giovanni Nocella; 13 anni ciascuno per Francesco e Giuseppe Leone; 14 anni per Matteo Rotondo; 13 anni per Matteo Barattolo; 13 anni per Daniele Scarpa; 12 anni e 6 mesi per Giancarlo Di Meo; 12 anni per Giuseppe Sellitto; 3 anni e 6mila euro di multa per Raffaella Parente.

Al centro del processo il sodalizio che la Direzione Distrettuale Antimafia considera camorristico e che da Scampia/Secondigliano colonizzò diverse piazze di spaccio del sud pontino, partendo da Scauri considerata la loro base principale

Il gruppo, secondo la ricostruzione dei Carabinieri di Formia e del Comando Provinciale di Latina, aveva detronizzato la piazza sul lungomare di Minturno controllata da Giuseppe Fedele detto Geps oppure ‘o viecchio, ossia la vecchia guardia legata ai clan del sud pontino, in particolare i Mendico e gli Antinozzi e i campani Gallo.

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La droga arrivava “sia dalla Campania che dall’estero, in particolare dalla Spagna” e “veniva rivenduta al dettaglio rifornendo le varie piazze di spaccio nei comuni del litorale pontino attraverso i vari appartenenti al sodalizio”. Lo ricordava il gip del Tribunale di Roma Ezio Damizia nell’ordinanza di custodia cautelare che portò, il primo luglio del 2020, agli arresti 22 persone ritenute facenti parte di un unico gruppo criminale. Capi indiscussi” del gruppo che operava sul litorale di Minturno “sono i fratelli Domenico e Raffaele Scotto, originari del quartiere napoletano di Secondigliano.

Legati prima al potente clan Licciardi e poi al clan Sacco Boschetti-Mallo, gli Scotto riuscirono a portare dalla loro parte i pusher del luogo e spinsero il raggio d’azione criminale anche a Gaeta, Formia e persino Ponza. Chi non accettava la nuova legge, veniva colpito anche con azioni violente e dinamitarde.

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Tutti i componenti del gruppo criminale, compresa una donna, Raffaella Parente, poi liberata dal Riesame, sono accusati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, possesso di armi e materiali esplodenti, minaccia, violenza privata e lesioni, con l’aggravante di aver agito con metodo mafioso.

A luglio 2021, il gup del Tribunale di Roma, Gerardi, ha condannato tutti i componenti del gruppo che ha avevano scelto il rito abbreviato, escludendo l’aggravante mafiosa. Nell’ordine: 18 anni e 5 mesi di reclusione per Domenico Scotto, 16 anni e 8 mesi a Raffaele Scotto e a 18 anni e 2 mesi a Stefano Forte di Minturno, detto Fortone, di Minturno. E ancora, 17 anni per Amedeo Prete di Villaricca, detto Minchino, 16 anni e 8 mesi per Michele Aliberti di Napoli, 8 anni e 4 mesi a Carmine Brancaccio di Minturno, detto Mino. Infine, 3 anni a Massimiliano Mallo di Napoli, Valentino Sarno e Walter Palumbo; 2 anni e 4 mesi per Diego Camerota di Minturno, detto Baffo.

La prossima udienza del processo ordinario si svolgerà il 24 novembre con le prime arringhe degli avvocati del collegio difensivo.

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