TOUCH&GO, DROGA E VIOLENZA A SCAURI: A NOVEMBRE LE RICHIESTE DI CONDANNA PER I 12 IMPUTATI

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Operazione Touch&Go, violenza e spaccio a Scauri: iniziata la requisitoria del Pm della Direzione Distrettuale Antimafia Corrado Fasanelli

Il Pm ha iniziato la requisitoria per le persone coinvolte nell’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, con l’esecuzione dell’ordinanza avvenuta nell’estate del 2020. Prevista per il 10 novembre la richiesta delle condanne da parte del Pm Fasanelli.

Si tratta degli imputati che hanno scelto il rito ordinario: Marco Barattolo, Armando Danilo Clemente, Domenico De Rosa, Giuseppe De Rosa, Giancarlo Di Meo, Giuseppe Leone, Francesco Leone, Giovanni Nocella, Raffaella Parente, Matteo Rotondo, Daniele Scarpa e Giuseppe Sellitto. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Pasquale Cardillo Cupo, Edoardo Fascione, Gianluca Di Matteo, Vincenzo Macari, Danilo Riccio, Luca Scipione, Massimo Signore, Giovanni Valerio.

Al centro del processo il sodalizio che la Direzione Distrettuale Antimafia considera camorristico e che da Scampia/Secondigliano colonizzò diverse piazze di spaccio del sud pontino, partendo da Scauri considerata la loro base principale

Il gruppo, secondo la ricostruzione dei Carabinieri di Formia e del Comando Provinciale di Latina, aveva detronizzato la piazza sul lungomare di Minturno controllata da Giuseppe Fedele detto Geps oppure ‘o viecchio, ossia la vecchia guardia legata ai clan del sud pontino, in particolare i Mendico e gli Antinozzi e i campani Gallo.

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La droga arrivava “sia dalla Campania che dall’estero, in particolare dalla Spagna” e “veniva rivenduta al dettaglio rifornendo le varie piazze di spaccio nei comuni del litorale pontino attraverso i vari appartenenti al sodalizio”. Lo ricordava il gip del Tribunale di Roma Ezio Damizia nell’ordinanza di custodia cautelare che portò, il primo luglio del 2020, agli arresti 22 persone ritenute facenti parte di un unico gruppo criminale. Capi indiscussi” del gruppo che operava sul litorale di Minturno “sono i fratelli Domenico e Raffaele Scotto, originari del quartiere napoletano di Secondigliano.

Legati prima al potente clan Licciardi e poi al clan Sacco Boschetti-Mallo, gli Scotto riuscirono a portare dalla loro parte i pusher del luogo e spinsero il raggio d’azione criminale anche a Gaeta, Formia e persino Ponza. Chi non accettava la nuova legge, veniva colpito anche con azioni violente e dinamitarde.

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Tutti i componenti del gruppo criminale, compresa una donna, Raffaella Parente, poi liberata dal Riesame, sono accusati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, possesso di armi e materiali esplodenti, minaccia, violenza privata e lesioni, con l’aggravante di aver agito con metodo mafioso.

A luglio 2021, il gup del Tribunale di Roma, Gerardi, ha condannato tutti i componenti del gruppo che ha avevano scelto il rito abbreviato, escludendo l’aggravante mafiosa. Nell’ordine: 18 anni e 5 mesi di reclusione per Domenico Scotto, 16 anni e 8 mesi a Raffaele Scotto e a 18 anni e 2 mesi a Stefano Forte di Minturno, detto Fortone, di Minturno. E ancora, 17 anni per Amedeo Prete di Villaricca, detto Minchino, 16 anni e 8 mesi per Michele Aliberti di Napoli, 8 anni e 4 mesi a Carmine Brancaccio di Minturno, detto Mino. Infine, 3 anni a Massimiliano Mallo di Napoli, Valentino Sarno e Walter Palumbo; 2 anni e 4 mesi per Diego Camerota di Minturno, detto Baffo.

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