Processo Tiberio. Si è tenuta un’altra udienza del procedimento che vede come principale imputato Armando Cusani
Dinanzi al Collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Francesca Coculo, oggi, 21 maggio, è stato ascoltato un solo testimone dei tre previsti, come richiesto dalla difesa dell’imprenditore di Priverno, Nicola Volpe. A esaminare il testimone che avrebbe voluto avvalersi della facoltà di non rispondere, così come nell’ultima udienza di febbraio, è stato l’avvocato difensore Conca, in un collegio difensivo composto anche dai colleghi Macari, Panella, Palmieri, Lauretti, Pucci e Marino.
Testimonianza veloce come quelle che hanno occupato le ultime udienza, dopodiché il Tribunale ha rinviato alla prossima udienza del 3 dicembre, quando saranno ascoltati altri quattro testimoni della difesa, tra cui l’attuale dirigente del settore Ambiente del Comune di Latina, Gian Pietro De Biaggio, già condannato nel procedimento “Tiberio”, come responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Prossedi, a un anno e tre mesi, e il sindaco di Prossedi, Angelo Pincivero.
Come noto, il processo ruota attorno alla vicenda dell’Hotel Grotta di Tiberio e di alcuni appalti, tra cui quello più importante riferibile, per l’appunto, al complesso archeologico di Villa Prato a Sperlonga per un importo di 700mila euro. A sedere sul banco degli imputati, oltreché ad Armando Cusani, l’architetto Isidoro Masi, all’epoca dei fatti contestati in comando dalla Provincia presso il Comune di Sperlonga come Responsabile dell’Ufficio Tecnico, l’ex dirigente comunale Massimo Pacini e gli imprenditori Andrea Fabrizio, Antonio Avellino e Nicola Volpe.
Tutti sono accusati, a vario titolo, di aver messo in piedi un sistema illecito volto a favorire l’attività imprenditoriale del primo cittadino e a pilotare gare d’appalto a discapito della collettività. Turbativa d’asta e corruzione, i reati più gravi contestati dall’indagine che è stata portata avanti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Sperlonga. Uno degli imputati è deceduto: si trattava dell’imprenditore di Nettuno Mauro Ferrazzano (che fu condannato in abbreviato), le cui dichiarazioni sono ormai irripetibili, non più in grado di essere smentite e quindi cristallizzate: proprio queste potrebbero significare un punto a favore dell’accusa e un ostacolo difficile da superare per il sindaco di Sperlonga ed ex Presidente della Provincia di Latina, Armando Cusani. Quantomeno per il merito della accuse.
Diverse le parti civili costituitesi nel processo: Comune di Sperlonga, Prossedi, Priverno, più il confinante dell’Hotel Tibero, Carmine Tursi, l’Associazione antimafia “Caponnetto” e, infine, i gli esponenti politici Alfredo Rossi, Marco Toscano, Alessandro Zori e Carla Di Girolamo.
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