TIBERIO: NEL PROCESSO A CUSANI&CO ASCOLTATO ANCHE IL MONSIGNORE

legge

Processo Tiberio. Si è tenuta un’altra udienza del procedimento che vede come principale imputato Armando Cusani. Ascoltati in aula altri testimoni della difesa

Dinanzi al Collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Francesca Coculo, oggi, 13 febbraio, sono passati velocemente “in rassegna” altri tre testimoni della difesa dell’imprenditore Nicola Volpe. A esaminare i testimoni, così come nell’ultima udienza di dicembre 2023, è stato l’avvocato difensore Conca, in un collegio difensivo composto anche dai colleghi Macari, Panella, Palmieri, Lauretti, Pucci e Marino.

Testimonianze veloci, nemmeno un minuto a persona, nelle quali non è stato aggiunto molto al quadro di un processo che vede alcuni capi d’imputazione già prescritti. Tra i testimoni della difesa anche il Monsignor Luigi Francesco Domenico Casolini, tra gli altri e sterminati titoli anche quelli di Marchese di Sersale e Duca di Rocca San Marco, preside del Capitolo della Cattedrale di Tivoli, Prelato titolare della Monumentale Chiesa di San Silvestro Papa in Tivoli,  Rettore Presidente dell’Associazione Cavalieri di San Silvestro.

Il monsignore ha spiegato brevemente che fu avvicinato dall’imprenditore Nicola Volpe per un progetto di una casa di formazione a Cuba.

Un processo che va a rilento e che, oggi, vedeva l’assenza anche del Pm titolare dell’indagine, Valerio De Luca, sostituito dal Pm Antonio Sgarrella.

Come noto, il processo ruota attorno alla vicenda dell’Hotel Grotta di Tiberio e di alcuni appalti, tra cui quello più importante riferibile, per l’appunto, al complesso archeologico di Villa Prato a Sperlonga per un importo di 700mila euro. A sedere sul banco degli imputati, oltreché ad Armando Cusani, l’architetto Isidoro Masi, all’epoca dei fatti contestati in comando dalla Provincia presso il Comune di Sperlonga come Responsabile dell’Ufficio Tecnico, l’ex dirigente comunale Massimo Pacini e gli imprenditori Andrea FabrizioAntonio Avellino e Nicola Volpe.

Tutti sono accusati, a vario titolo, di aver messo in piedi un sistema illecito volto a favorire l’attività imprenditoriale del primo cittadino e a pilotare gare d’appalto a discapito della collettività. Turbativa d’asta e corruzione, i reati più gravi contestati dall’indagine che è stata portata avanti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Sperlonga. Uno degli imputati è deceduto: si trattava dell’imprenditore di Nettuno Mauro Ferrazzano, le cui dichiarazioni sono ormai irripetibili, non più in grado di essere smentite e quindi cristallizzate: proprio queste potrebbero significare un punto a favore dell’accusa e un ostacolo difficile da superare per il sindaco di Sperlonga ed ex Presidente della Provincia di Latina, Armando Cusani. Quantomeno per il merito della accuse.

Diverse le parti civili costituitesi nel processo: Comune di Sperlonga, Prossedi, Priverno, più il confinante dell’Hotel Tibero, Carmine Tursi, l’Associazione antimafia “Caponnetto” e, infine, i gli esponenti politici Alfredo Rossi, Marco Toscano, Alessandro Zori e Carla Di Girolamo.

Leggi anche:
TIBERIO: UN MILIONE DI EURO PER RITIRARE LE PENDENZE. LE ACCUSE DEL SINDACO DI MONTE SAN BIAGIO ALL’AVVOCATO

Alla prossima udienza, fissata per il 21 maggio, verranno ascoltati gli ultimi tre testimoni della difesa di Nicola Volpe, dopodiché si procederà a calendarizzare le altre udienze con la lista dei testimoni degli altri imputati, tra cui quella di Armando Cusani.

Articolo precedente

URBANISTICA A LATINA, MUZIO: “SERVIZIO IN PIENA ATTIVITÀ, ALTRO CHE FERMO”

Articolo successivo

ISOLA PEDONALE A LATINA, LBC: “DAL CENTRODESTRA POCA CHIAREZZA, SI ASCOLTI LA CITTÀ”

Ultime da Giudiziaria