TERRACINA: PROCURA PRONTA A CHIEDERE IL PROCESSO PER MARCUZZI, SUFFER E GLI ALTRI

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Procura della Repubblica di Latina
Procura della Repubblica di Latina

Avviso di conclusione indagini a Terracina: la Procura è pronta a chiedere il rinvio a giudizio per l’ex vice-sindaco di Terracina Pierpaolo Marcuzzi

Sono stati notificati gli avvisi di conclusione delle indagini a carico di Marcuzzi, l’esponente di Fratelli d’Italia, raggiunto a gennaio scorso da un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, Emiliano Suffer, l’imprenditore nel ramo delle giostre, e di tutti gli altri indagati.

L’indagine, come noto, ha avuto origine da un approfondimento investigativo da parte di Guardia Costiera e Carabinieri di Terracina, coordinati dal procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e i sostituti Antonio Sgarrella e Valentina Giammaria Procura di Latina, pertinente l’affidamento in gestione di una vasta area del porto di Terracina, che, da oltre un ventennio, veniva utilizzata nel periodo estivo, in via esclusiva, per l’installazione del famoso “Luna park Suffer”. L’ordinanza eseguita il 14 gennaio per Suffer riguardava i reati di tentata di estorsione e di istigazione alla corruzione commessi rispettivamente ai danni di un dirigente comunale e del Comandante della Guardia Costiera di Terracina.

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Oggetto di attenzione investigativa è stata anche la gestione dello stadio “Vittoria” del Borgo Hermada Calcio, affidato in convenzione, dal 2015, dal Comune di Terracina alla società sportiva Hermada, presieduta proprio dall’ex Vice Sindaco cui sono contestati i reati di falso ideologico in atto pubblico, tentata truffa aggravata e turbativa d’asta commessi al fine di ottenere finanziamenti pubblici stanziati per gli eventi calamitosi che nell’ottobre dell’anno 2018 colpirono il territorio di Terracina e per importi sproporzionati rispetto ai danni riportati dalla tribuna dello stadio. La Procura, inoltre, ha aggiunto a carico di Marcuzzi anche il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità a fini elettorali: uno spaccato, quest’ultimo, che emergeva nel quadro dell’inchiesta quando gli inquirenti ipotizzavano uno scambio di favori. Secondo il Giudice per le indagini preliminari si sarebbe trattato proprio di uno “scambio di voto per una sanatoria”, ben delineato da una conversazione tra l’indagato Emiliano Carnello e Marcuzzi. È proprio Carnello a esplicitare a Marcuzzi: “Sì sì “omissis” è carico, bello carico, ha detto sì ma poi me lo date il permesso…gli ho detto metti sti due voti che famo usci’ subito il permesso per la sanatoria, gli ho detto guarda se metti questi due voti qua stai apposto”. E Marcuzzi: “Okay”.

A settembre 2020, in campagna elettorale, Marcuzzi avrebbe consegnato schede elettorali a due uomini di fiducia, tra cui Emiliano Carnello. Lo stesso Marcuzzi viene visto, dagli investigatori, consegnare a Carnello una scheda elettorale con un fac simile e l’indicazione di voto per se stesso. La tessera elettorale consegnata a Carnello indica il nome di un uomo che era in cerca di un permesso da parte del Comune

Ad ogni modo, in tutto sono 14 le persone a cui è stato recapitato l’avviso di conclusione indagini, ossia coloro che già emergevano nell’ordinanza che ha sottoposto ai domiciliari Pierpaolo Marcuzzi ed Emiliano Suffer (compresi tra i 14). Tra di loro, la famiglia Suffer, l’ingegnere Dario Percoco, la funzionaria comuanle Sabrina Tacelli e il titolare della ditta Caporini Costruzioni, Marco Caporini, al quale, secondo le ipotesi dei magistrati, Marcuzzi tentava di affidare i lavori per la tribuna dello stadio del Borgo Hermada.

Per quanto riguarda la vicenda dello stadio, sono indagati Marcuzzi, l’ingegnere Dario Percoco, il capo settore dell’ufficio gare e contratti del Comune, Sabrina Tacelli, e l’imprenditore Marco Caporini, amico dell’ex vicesindaco. L’esponente di FdI è poi accusato appunto di induzione indebita a dare o promettere utilità insieme a un suo sostenitore e a un elettore, in quanto secondo gli inquirenti avrebbe spinto l’elettore a votarlo assicurandogli un condono edilizio.

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Trascorsi venti giorni, nei quali gli indagati potranno presentare ulteriori memorie o chiedere di essere interrogati, arriverà la richiesta di rinvio a giudizio della Procura dopo la quale sarà il Giudice per l’udienza preliminare a decidere il destino per gli indagati: si vi sarà il processo per tutti o se qualcuno verrà scagionato.

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