TERRACINA, DI SAURO: “IN 100 GIORNI DI AMMINISTRAZIONE NON È SUCCESSO NULLA”

Fabrizio Di Sauro
Fabrizio Di Sauro

“Il rilancio della città attraverso la Riforma dell’organizzazione degli Uffici e dei Servizi. Una proposta necessaria di Riforma condivisa e partecipata della macchina comunale per rimettere in moto la città che rischia, altrimenti, di restare per sempre paralizzata”

“I primi cento giorni di amministrazione guidati da Francesco Giannetti sono trascorsi e cosa è accaduto? C’è stato qualcosa di positivo relativamente a tutte quelle emergenze in elenco durante la campagna elettorale? A cominciare dalle tanto reclamate manutenzioni stradali (coperture delle buche, rifacimenti dei manti stradali, etc.) agli interventi d’urgenza su via S. Francesco Vecchio, sul Ponte Sisto, sull’ascensore per il Centro Storico, sulla riapertura della Biblioteca Olivetti, sulla riapertura del Palazzo della Bonifica e del Museo civico Pio Capponi, solo per citare alcune delle emergenze trattate in campagna elettorale. Cosa è successo? Non è successo nulla. Purtroppo. Cento giorni di governo caratterizzati dai ritardi (a partire dalla formazione della Giunta), dalle emergenze, dalla rincorsa alle scadenze. Un governo della città costretto a correre dietro ai provvedimenti approntati dalla struttura tecnico-amministrativa del Comune eternamente in affanno, in ritardo, sotto stress. 

E così accade che i consiglieri comunali sono costretti a dover prendere atto di ‘stati di fatto’ che sono dichiarati dalla stessa struttura tecnico-amministrativa immodificabili. Paradigma di questo tipo di ‘stato di fatto’ sono i famigerati debiti fuori bilancio. I debiti fuori bilancio, che affluiscono copiosi all’attenzione del Consiglio comunale, sono determinati prevalentemente da sentenze di tribunale. Dunque, in quanto sentenze non sono oggetto di scelta se riconoscerli o meno, ma semplicemente la Legge esige che il massimo organo di potere e di responsabilità della città, il Consiglio Comunale, assuma la consapevolezza e la responsabilità di questo indebitamento esprimendo un voto. Cioè la Legge vuole che attraverso il passaggio in Consiglio Comunale tutti siano edotti e responsabilizzati sulle condizioni economiche-finanziarie del Comune. 

Ma queste sentenze di condanna del Comune in merito all’oggetto del contendere contengono anche una condanna implicita della struttura tecnico-amministrativa che ha avuto un comportamento o ha compiuto scelte che hanno portato alla soccombenza del Comune. Perché la sentenza che determina il debito fuori bilancio è una sentenza che mette in luce, nello stesso tempo, la inappropriatezza, inadeguatezza e inefficienza della struttura tecnico-amministrativa. E questo è il giudizio di un Tribunale giudicante esterno rispetto alle situazioni in gioco. 

Ma se noi andiamo ad analizzare nello specifico le innumerevoli situazioni in gioco che riguardano i servizi e i rapporti tra l’Ente e i cittadini troviamo che si ripetono sempre fedelmente le stesse dinamiche. E cioè inappropriatezza, inadeguatezza, inefficienza e inefficacia dei processi e delle decisioni amministrative che limitano o paralizzano l’agire dell’Ente a favore dei bisogni dei cittadini. 

Prendiamo il caso della realizzazione degli accessi agli arenili dei disabili. Personalmente mi sono occupato di questo problema facendo incontrare l’assessore competente e la dirigente del servizio con le associazioni dei disabili, con il fine di concordare e concertare le esigenze e le modalità di attuazione. Questo all’inizio del mese di giugno e già in ritardo per l’avvio della stagione, ma ci siamo insediati nella seconda metà del mese di maggio. Nell’incontro si concorda quanto necessario alla luce della disponibilità dell’assessore, della volontà del dirigente, della competenza delle associazioni, del mio impegno. Cosa è successo? Di nuovo poco o nulla. Ma perché sembra impossibile per chiunque riuscire ad ottenere un buon risultato dall’attività di questo Comune? È un problema Politico, è un problema di competenze o è altro? Certo che la responsabilità maggiore è della Politica che non è stata capace in tutti questi anni di realizzare un modello organizzativo diverso. 

Ma io credo anche che noi ci troviamo in una situazione di crisi istituzionale che non riguarda solo la città di Terracina. Le istituzioni non riescono più a svolgere le proprie funzioni. Questo è dappertutto e riguarda tutte le forze politiche. E questo è un problema importantissimo su cui ci si dovrebbe impegnare, tutti, a riflettere. È possibile però focalizzare dei problemi che potrebbero essere affrontati seriamente con un grande sforzo collettivo. Che potrebbero aiutare a costruire una prospettiva nuova, vera! La più grave debolezza della nostra città è, oggi, l’organizzazione della macchina comunale. 

È necessario cominciare a pensare che se non puntiamo ad una Riforma completa degli Uffici e dei Servizi del Comune di Terracina nessuno sarà più in grado di fare Politica nella città. Perché la situazione grave oggi è questa: decisori politici che, nel tempo, non sono stati in grado di gestire la cosa pubblica secondo quanto previsto anche dalla nostra Costituzione e che non hanno dato un’impronta seria, onesta ed autorevole a quella che è la Missione del Comune. 

Io mi sono convinto, in questi primi cento giorni di amministrazione, che la priorità Politica per la città di Terracina sia una Riforma degli Uffici e dei Servizi capace di rivoluzionare l’approccio e di mettere le esigenze dei cittadini e dell’intera collettività davanti a tutto. 

Una Riforma degli Uffici e dei Servizi da fare non contro qualcuno ma insieme a dirigenti, funzionari e tecnici per creare un modello funzionale alle esigenze dei cittadini e della città. La soluzione delle esigenze dei cittadini e della collettività è la missione principale del Comune e su questo obiettivo deve essere ordinato e riorganizzato il sistema degli Uffici e dei Servizi comunali. Se si riuscirà a fare questo sarà una Riforma epocale ma, proprio per questo, è necessario che sia una Riforma partecipata e condivisa da tutta la Politica, da tutta la struttura tecnico-amministrativa, tutti i dipendenti, i funzionari e dirigenti e da tutta la città. Perché o si cambiano i fondamentali, tutti insieme, oppure non si cambia. È semplice”. 

Così, in una nota, Fabrizio Di Sauro, consigliere comunale di Terracina e capogruppo “La città del possibile”.

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