STATUS QUO, CLAN TRAVALI: RIDOTTA LA CONDANNA PER “PALLETTA”, CONFERMATO IL METODO MAFIOSO PER LA GAMBIZZAZIONE DEL TABACCAIO

I Carabinieri durante gli arresti eseguiti il 20 aprile 2022 (operazione Status Quo). Nell'immagine un militare dell'Arma di Latina con un cane anti-droga ai Palazzoni di Viale Nervi, che i Travali hanno da tempo considerato un loro feudo

Operazione “Status Quo”: arrivano le sentenze di secondo grado per gli imputati giudicati col rito abbreviato dal Tribunale di Roma

La Corte d’Appello di Roma ha emesso le sentenze a carico dei quattro imputati che avevano ricorso contro le pronunce del giudice per l’udienza preliminare capitolino. A causa del cambio del collegio della Corte d’Appello di Roma, l’udienza era stata rinviata a oggi, 16 settembre. La Procura generale della Corte d’Appello di Roma aveva chiesto la conferma delle condanne emesse a marzo 2023 dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma, Angela Gerardi. L’anno scorso, infatti, il Gup capitolino aveva condannato tutti e cinque gli imputati che avevano scelto il rito abbreviato nell’ambito del processo scaturito dall’operazione di Carabinieri di Latina e Direzione Distrettuale Antimafia di Roma portata a termine ad aprile 2022.

Non ha impugnato la sentenza di primo grado e ha rinunciato a ricorrere in Appello Valentina Travali, condannata in primo grado a 7 anni e 6 mesi. In ragione degli effetti della Legge Cartabia, alla Travali, che aveva scelto il rito abbreviato, viene tolto un sesto della pena. La latinense, difesa dall’avvocato Alessia Vita, viene condannata a complessivi 6 anni e 4 mesi.

I cinque imputati fanno parte di un procedimento denominato “Status Quo” che ha visto processata separatamente a Latina, Maria Grazia Di Silvio (madre di due degli imputati: Valentina Travali e Angelo Travali), già condannata in due gradi di giudizio per una estorsione col metodo mafioso ai danni di un benzinaio di Latina. Incardinato presso il Tribunale di Latina anche il processo nei confronti di Maurizio De Bellis (rito ordinario), accusato di aver rifornito di droga il sodalizio dei fratelli Travali, quando questi erano già stati incarcerati.

Parti civili nel processo, il Comune di Latina e l’Associazione antimafia “Antonino Caponnetto”, rappresentati rispettivamente dagli avvocati Alessandra Capozzi e Licia D’Amico. Il collegio difensivo degli imputati è composto dagli dagli avvocati Giancarlo Vitelli, Alessia Vita, Marco Nardecchia, Camillo Irace e Massimo Frisetti.

Come accennato, il procedimento denominato “Status Quo” deriva dall’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma eseguita il 20 aprile 2022 dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina guidati dal tenente colonnello Antonio De Lise. Ad essere arrestati dai Carabinieri di Latina, con la collaborazione della Squadra Mobile di Latina, la madre dei fratelli Travali, Maria Grazia Di Silvio, 60 anni; la figlia di quest’ultima e sorella dei Travali, Valentina Travali, 37 anniMaurizio De Bellis57 anniGianluca Campoli42 anniGuerrino Di Silvio, 53 anniMohamed Jandoubi e Angelo Travali, 38 anni, a cui veniva contestata la gambizzazione con metodo mafioso del tabaccaio di Latina Marco Urbani. Travali, tuttora detenuto nel carcere di Benevento, è stato già condannato nel processo Don’t Touch e, in secondo grado, per il concorso nell’omicidio Giuroiu. È attualmente sotto processo per il procedimento dell’Antimafia “Reset”.

reati contestati, a vario titolo, sono in materia di stupefacenti, di lesioni personali e di estorsione tentata aggravata dal metodo mafioso. L’inchiesta aveva dimostrato come il gruppo dei Travali, nonostante arresti, indagini e processi, avesse continuato a fare affari con la droga. Base di spaccio principale: i cosiddetti Palazzoni in Viale Nervi.

E la requisitoria del Pm Spinelli aveva ripercorso le tappe dell’inchiesta, soffermandosi sulla suddetta gambizzazione mafiosa messa in atto da Angelo Travali detto “Palletta” come mandante (l’esecutore sarebbe stato Jandoubi) per vendicare la madre Maria Grazia Di Silvio, denunciata dal tabaccaio vittima di una tentata estorsione da parte della donna, e sugli episodi di spaccio che hanno coinvolti gli altri indagati.

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La Procura/DDA, infatti, contestava ad Angelo Travali e alla madre Maria Grazia Di Silvio, capi d’imputazione aggravati dal metodo mafioso: il primo per la gambizzazione del tabaccaio Urbani (secondo la testimonianza del collaboratore Agostino Riccardo, riscontrata dagli accertamenti degli investigatori, Travali fu il mandante e Jandoubi l’esecutore degli spari in Via dei Mille), la seconda per il tentativo di estorsione del benzinaio di Latina, già vittima delle angherie dei Travali rientranti nel processo “Reset”.

Il Gup Gerardi, a marzo dell’anno scorso, aveva emesso le seguenti condanne, riconoscendo l’aggravante mafiosa a Angelo Travali e Mohamed Jandoubi: 5 anni e 2 mesi per Angelo Travali3 anni e 4 mesi per Mohammed Jandoubi7 anni e 6 mesi per Valentina Travali4 anni e 4 mesi per Gianluca Campoli1 anno e 8 mesi per Guerrino Di Silvio. A Valentina e Angelo Travali anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Alle parti civili, Comune e “Caponnetto”, riconosciuto il risarcimento del danno non patrimoniale da 30mila euro.

Oggi, 16 settembre, è arrivato il verdetto per i quattro imputati che avevano impugnato la sentenza di primo grado, arrivata col rito abbreviato. Confermate le condanne per Gianluca Campoli e Mohammed Jandoubi, mentre dovrà rifarsi il processo per Guerrino Di Silvio (accusato di spaccio di droga), difeso dall’avvocato Frisetti, in ragione di una riconosciuta incompetenza territoriale. Per quanto riguarda il principale imputato, Angelo Travali, assistito dagli avvocati Vitelli e Iraca, è arrivata una diminuzione della pena: 4 anni e 2 mesi. Confermata per “Palletta” l’aggravante del metodo mafioso.

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