Operazione “Status Quo”: la Cassazione rimette in discussione le posizioni di Angelo Travali e Mohamed Jandoubi
La quinta sezione di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata nei confronti di Mohamed Jandoubi (38 anni), difeso dagli avvocati Marco Nardecchia e Alessandri Farau, per il capo d’imputazione in cui gli è contestato lo spaccio di droga, rinviando ad altra sezione di Corte d’Appello. La Corte Suprema ha invece annullato la condanna solo per ricettazione in capo ad Angelo Travali (reato prescritto), assistito dagli avvocati Camillo Irace e Pasquale Cardillo Cupo, confermando le accuse per la gambizzazione contro Marco Urbani, il tabaccaio di Latina raggiunto, in Via dei Mille, da colpi d’arma da fuoco nel 2014. La nuova condanna per “Palletta” Travali, stavolta definitiva, è di 4 anni, rispetto ai 4 anni e 2 mesi di reclusione comminati dalla Corte d’Appello.
La Corte d’Appello capitolina, infatti, a settembre 2024, aveva emesso le sentenze a carico dei quattro imputati che avevano ricorso contro le pronunce del giudice per l’udienza preliminare capitolino. La Procura generale della Corte d’Appello di Roma aveva chiesto la conferma delle condanne emesse a marzo 2023 dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma, Angela Gerardi. Il Gup capitolino aveva condannato tutti e cinque gli imputati che avevano scelto il rito abbreviato nell’ambito del processo scaturito dall’operazione di Carabinieri di Latina e Direzione Distrettuale Antimafia di Roma portata a termine ad aprile 2022.
Non aveva impugnato la sentenza di primo grado e aveva rinunciato a ricorrere in Appello Valentina Travali, condannata in primo grado a 7 anni e 6 mesi. In ragione degli effetti della Legge Cartabia, alla Travali, che aveva scelto il rito abbreviato, è stato tolto un sesto della pena. La latinense è stata condannata a complessivi 6 anni e 4 mesi.
Gli imputati fanno parte di un procedimento denominato “Status Quo” che aveva visto processata separatamente a Latina, Maria Grazia Di Silvio (madre di due degli imputati: Valentina Travali e Angelo Travali), già condannata in due gradi di giudizio per una estorsione col metodo mafioso ai danni di un benzinaio di Latina. Incardinato presso il Tribunale di Latina anche il processo nei confronti di Maurizio De Bellis (rito ordinario), accusato di aver rifornito di droga il sodalizio dei fratelli Travali, quando questi erano già stati incarcerati.
Parti civili nel processo, il Comune di Latina e l’Associazione antimafia “Antonino Caponnetto”, rappresentati rispettivamente dagli avvocati Alessandra Capozzi e Licia D’Amico. La Cassazione ha condannato Angelo Travali a rifondere le spese di giudizio per una somma di 3800 euro per ciascuna delle parti civili.
Come accennato, il procedimento denominato “Status Quo” deriva dall’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma eseguita il 20 aprile 2022 dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina guidati dal tenente colonnello Antonio De Lise. Ad essere arrestati dai Carabinieri di Latina, con la collaborazione della Squadra Mobile di Latina, la madre dei fratelli Travali, Maria Grazia Di Silvio, 60 anni; la figlia di quest’ultima e sorella dei Travali, Valentina Travali, 37 anni; Maurizio De Bellis, 57 anni; Gianluca Campoli, 42 anni; Guerrino Di Silvio, 53 anni; Mohamed Jandoubi e Angelo Travali, 38 anni, a cui veniva contestata la gambizzazione con metodo mafioso del tabaccaio di Latina Marco Urbani. Travali, tuttora detenuto nel carcere di Benevento, è stato già condannato nel processo Don’t Touch e assolto per il concorso nell’omicidio Giuroiu. “Palletta”, inoltre, è stato condannato a estorsione mafiosa nel maxi processo denominato “Reset”: in pratica, tra i membri dell’omonimo clan, è l’unico che si trova ancora ristretto dietro le patrie galere.
I reati contestati, a vario titolo, sono in materia di stupefacenti, di lesioni personali e di estorsione tentata aggravata dal metodo mafioso. L’inchiesta aveva dimostrato come il gruppo dei Travali, nonostante arresti, indagini e processi, avesse continuato a fare affari con la droga. Base di spaccio principale: i cosiddetti Palazzoni in Viale Nervi.
E la requisitoria del Pm Spinelli aveva ripercorso le tappe dell’inchiesta, soffermandosi sulla suddetta gambizzazione mafiosa messa in atto da Angelo Travali detto “Palletta” per vendicare la madre Maria Grazia Di Silvio, denunciata dal tabaccaio vittima di una tentata estorsione da parte della donna, e sugli episodi di spaccio che hanno coinvolti gli altri indagati.
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Il Gup Gerardi, a marzo del 2023, aveva emesso le seguenti condanne in primo grado, riconoscendo l’aggravante mafiosa a Angelo Travali e Mohamed Jandoubi: 5 anni e 2 mesi per Angelo Travali; 3 anni e 4 mesi per Mohammed Jandoubi; 7 anni e 6 mesi per Valentina Travali; 4 anni e 4 mesi per Gianluca Campoli; 1 anno e 8 mesi per Guerrino Di Silvio. A Valentina e Angelo Travali anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Il 16 settembre 2024, era arrivato il verdetto in Appello per i quattro imputati che avevano impugnato la sentenza di primo grado, arrivata col rito abbreviato. Confermate le condanne per Gianluca Campoli e Mohammed Jandoubi, mentre da rifarsi il il processo per Guerrino Di Silvio (accusato di spaccio di droga), in ragione di una riconosciuta incompetenza territoriale. Per quanto riguarda il principale imputato, Angelo Travali, era arrivata una diminuzione della pena: 4 anni e 2 mesi. Confermata per “Palletta” l’aggravante del metodo mafioso. Oggi, l’ennesima riduzione a 4 anni, dal momento che la ricettazione di un ciclomotore è andata prescritta.