Cresce l’ansia per le sorti di Daniele Nardi, l’alpinista nativo di Sezze disperso da sei giorni impegnato nell’ascesa in invernale del Nanga Parbat: una delle montagne più pericolose della Terra. Dopo la rinuncia a causa del maltempo degli alpinisti russi provenienti dal K2, che avrebbero dovuto perlustrare la zona da dove provenivano le ultime comunicazioni di Nardi e Ballard, quest’oggi ci sono stati problemi con il pagamento anticipato dell’agenzia di volo Askari che gestisce in concessione gli elicotteri dell’esercito pakistano. Non è stato possibile quindi attuare il piano B, vale a dire la perlustrazione mediante dei droni.
CHI ERA MUMMERY
Albert Frederick Mummery fu un precursore dell’alpinismo moderno, che nell’estate del 1895 partì per il primo tentativo assoluto di toccare quota 8000, proprio sul Nanga Parbat. La spedizione era composta da 4 alpinisti britannici (compreso Mummery) più due portatori del posto.
Il primo tentativo da parte dell’alpinista inglese fu proprio quello di salire attraverso la via a lui dedicata, ma dopo aver desistito cercò una via alternativa e fu proprio in quel momento che la montagna chiamò a sé Mummery e i due portatori che scomparvero per sempre.
UN’IMPRESA TITANICA
Anni fa Nardi si invaghì dell’idea di tentare l’ascesa di una via disegnata nel 1800, ma che mai nessuno fino ad oggi è riuscito ad attraversare (lo Sperone Mummery).
L’arrampicata in questione è, per usare un eufemismo, estrema. Lo sperone, soggetto a valanghe, si erge quasi verticale sopra il ghiacciaio Diamir (dove perse la vita Gunther Messner). Più in alto a circa 7000mt è presente una zona piena di seracchi che possono arrivare anche ad una grandezza di decine di metri, e che, crollando all’improvviso, possono causare slavine difficili da evitare. Insomma un imbuto terribile di seracchi e valanghe tale da indurre gli alpinisti professionisti a ritenere l’ascesa in quel punto un vero e proprio “suicidio”.
Dopo aver scalato lo sperone Mummery ci si trova davanti al Basin, un enorme plateau di ghiaccio orribilmente crepacciato, che in caso di forti nevicate potrebbe rivelarsi letale. La neve fresca potrebbe coprire i crepacci che risulterebbero poco visibili. Superato il Basin si incontra il “trapezio sommitale”, l’ultimo chilometro prima della vetta della “Montagna Mangiauomini”.
PERCHÈ IL MUMMERY
Ma perchè Nardi ha scelto di tentare questa impresa? Come spiegato in un precedente articolo sull’argomento, gli scalatori sono affascinati dalle sfide estreme, sopratutto se si tratta di vie inesplorate che farebbero entrare il primo attraversatore nell’olimpo dell’alpinismo e nella storia.
È la stessa forza che spinse i primi rocciatori dell’era moderna a scalare le Alpi, la forza di chi vuole andare oltre i limiti delle possibilità e delle forze umane e che ha consentito a Messner di scalare gli 8000 senza l’ausilio della bombola dell’ossigeno.
Inoltre per Nardi si tratta anche di una sfida contro se stesso alla ricerca di un riscatto personale, visto che è giunto al quinto tentativo di ascesa attraversando il famigerato sperone.
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