SMOKING FIELDS: RIMOSSI I CARTELLI DEL SEQUESTRO SU ALCUNI TERRENI A PONTINIA. IL VIAGGIO DEL COMITATO SUGLI ETTARI FUMANTI

Cartello del sequestro rimosso
Cartello del sequestro rimosso

Non possono passare inosservati i video girati dal Comitato di Pontinia Salute e Ambiente lungo la strada che confina su alcuni terreni sequestrati nell’ambito dell’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia Smoking Fields. Come noto, sui terreni venivano sversati gli ammendati prodotti dallo stabilimento di compostaggio Sep per essere utilizzati come concime da alcuni proprietari terrieri dell’area posta tra Mazzocchio e il fiume Selcella. Quel compost, prodotto dalla Sep, secondo i cittadini, la magistratura, il Nipaf, l’Arpa ecc., presenta diverse criticità tanto da risultare non conforme, premessa del sequestro ai danni degli stabilimenti Sep e Sogerit di Mazzocchio (compresa la discarica della società Adrastea nella Capitale), oltreché a quello di diversi terreni della zona (e di altri nella provincia di Latina e a Roma). Gli impianti sono stati sottoposti a sequestro e, ad oggi, sono diretti dall’amministratrice giudiziaria, nominata dal Tribunale di Roma, dott.ssa Carmela Regina Silvestri.

Nei video, Fabio Ottaviani, Presidente del Comitato Pontinia Salute e Ambiente (uno dei quattro comitati che chiedono la chiusura definitiva degli stabilimenti degli Ugolini), illustra lo stato dell’arte dovuto, a detta sua, dall’ormai famigerato ammendante causa dei cosiddetti campi fumanti. Le immagini mostrano come almeno due cartelli del sequestro disposti dal Nipaaf non ci sono più, mentre sui campi il granturco coltivato cresce ingiallito come fosse già bruciato, non sviluppando neanche l’infiorescenza composta (la pannocchia).

Secondo Ottaviani, le strisce aride che si vedono, di tanto in tanto, tra il granturco e l’erba, sono conseguenza dell’ammendante Sep utilizzato dai proprietari, nello specifico Gaetano e Gianfilippo Coronella, entrambi indagati in Smoking Fields (di cui Latina Tu pubblicò un video in cui si documentava lo sversamento dell’ammendante: guarda qui). L’ammendante, secondo il video del Comitato, ha ridotto il terreno sul quale, letteralmente, non cresce più un filo d’erba. Molti, nella terra che il video documenta, sono gli scarti di ciò che sembra plastica ormai scomposta in piccoli brandelli, un elemento innaturale che appare, nelle immagini, drammaticamente connaturato all’area.

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