SI TORNA AL VOTO IN 22 SEZIONI: MISTIFICAZIONI E SILENZI DI VINCENZO ZACCHEO

Vincenzo Zaccheo
Vincenzo Zaccheo, sindaco di Latina dal 2002 al 2010. È stato parlamentare, consigliere regionale, consigliere comunale. Percepisce due vitalizi in qualità di ex consigliere regionale e deputato della Repubblica

In merito alla vicenda delle ventidue sezioni per le quali occorre tornare a votare, l’ex sindaco Vincenzo Zaccheo ha una certezza: non c’è stata imperizia e negligenza da parte dei componenti dei seggi, ma vi è stato un’attività dolosa da parte di qualcuno tesa ad inquinare il voto. La parte sottintesa di tale affermazione è che ovviamente non è stato lui, proprio perché denuncia il fatto.

La certezza di Zaccheo non si sa bene da cosa derivi, visto che nessuno ha fatto esposti in Procura, visto che gli stessi giudici amministrativi non hanno trasmesso gli atti in Procura, visto che la Procura non ha aperto alcun fascicolo in merito.

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Siamo in presenza dell’ennesima mistificazione da parte di Zaccheo. Una delle più eclatanti è stata quella del gennaio 2021, quando ha fatto passare la prescrizione per la vicenda metro (era accusato di truffa aggravata ai danni dello Stato per milioni di euro, di abuso di ufficio e di falso) come un’assoluzione.

La mistificazione di oggi da parte di Zaccheo è di dare per certo l’incerto e di indossare l’abito del danneggiato. Ma se effettivamente ci fossero stati dei brogli, chi è in grado di dire, senza uno straccio di indagine, chi sarebbero stati gli autori dei brogli? Perché dovrebbe essere per forza Zaccheo il danneggiato e non altri?

Tra l’altro, val la pena ricordare che vi sono state dichiarazioni di collaboratori di giustizia, già appartenenti alla criminalità organizzata di Latina, dalle quali emerge che nelle elezioni comunali del 2016 vi sarebbe stato il cosiddetto “voto di scambio” (ne sono derivati due processi) proprio tra la criminalità organizzata locale ed esponenti del centrodestra tuttora in politica.

Ad ogni modo, visto che l’ex sindaco ha colto l’occasione, con riferimento alla vicenda delle ventidue sezioni, di parlare di legalità, sarebbe interessante che Zaccheo affrontasse l’argomento della legalità in merito a storie, non più nascoste, che lo riguardano direttamente. 

Si tratta dei documenti inediti, riguardanti il periodo in cui Zaccheo è stato sindaco, pubblicati in due libri: “Storie nascoste di Latina” (luglio 2021) e “Storie nascoste di Latina parte II” (giugno 2022). Documenti rappresentati da carte giudiziarie costituite da rapporti dei carabinieri, da intercettazioni telefoniche e ambientali e da provvedimenti di magistrati, che dipingono un quadro estremamente opaco rispetto alla figura di Zaccheo come sindaco.

Dalla lettura delle stesse ecco cosa si evince:

venuto a sapere che il proprio vicesindaco era indagato per concussione, ha spifferato l’informazione all’indagato e ha agito per garantirgli ogni forma di protezione;

nel contempo non ha interrotto l’iter della delibera relativa ai lavori per i quali era prevista la tangente;

non contento, si è direttamente interessato affinché, al fine di inserire un progetto di finanza proposto dall’imprenditore concusso, venisse appositamente modificato il piano triennale delle opere pubbliche;

non solo, sulla base delle intercettazioni, ecco cosa scrivono di Zaccheo e dei suoi più stretti collaboratori i carabinieri: “si denota una spiccata propensione a decidere a priori il soggetto imprenditore destinato ad effettuare determinati lavori a carico del Comune, ancor prima dei relativi bandi di gara”;

A completare il tutto Zaccheo, che ama definirsi uomo delle Istituzioni, parlando al telefono con il suo capo di gabinetto così appella i carabinieri che stanno facendo il loro dovere “quegli stronzi che stanno intercettando”.  

Su tutta questa vicenda (ci sono anche altre cose) Zaccheo, normalmente estremamente loquace tanto da diventare alcune volte anche logorroico, ha osservato un rigorosissimo silenzio.

Si è trincerato dietro al fatto che non ha subito alcuna conseguenza penale. Tale circostanza, paradossalmente, aggrava la sua posizione. Infatti, già nel 2015 si parlò apertamente su alcuni mezzi di informazione di indagine affossata. Su tale punto i due libri sopra citati (“Storie nascoste di Latina” e “Storie nascoste di Latina Parte II”) entrano in maniera dettagliata sull’argomento, anche con rivelazioni inedite, e l’ipotesi dell’indagine affossata trova conferme. 

In conclusione è bene quindi ricordare quanto ha detto in un suo recente libro il magistrato antimafia Nino Di Matteo, che vive sotto scorta dal 1993, “La responsabilità etica e politica deve essere fatta valere a prescindere dalle vicende penali. Solo per l’affermazione della responsabilità penale la Costituzione sancisce il principio della presunzione di innocenza sino a condanna definitiva. Confondere piani diversi è strumentale a creare confusione nell’opinione pubblica e a scrollarsi dalle spalle responsabilità, decisioni e scelte che dovrebbero essere il pane quotidiano della politica”.

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