“VOTO INQUINATO”, RICORSO DI COLETTA RESPINTO: SI TORNA A VOTARE IL 4 SETTEMBRE. ECCO LA SENTENZA

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Elezioni da ripetere a Latina: respinto il ricorso di Damiano Coletta, c’è attesa per la decisione del Consiglio di Stato

I giudici di Palazzo di Spada hanno respinto il ricorso di Damiano Coletta che chiedeva l’annullamento della sentenza con cui il Tar, lo scorso 8 luglio, ha fatto decadere il Sindaco del capoluogo e l’intero Consiglio Comunale con la contestata pronuncia che rimarrà alla storia pontina come quella della “scheda ballerina”.

Una breve sentenza di cinque pagine firmata dal Presidente della Sezione Seconda del Consiglio di Stato Carlo Santelli e dall’estensore Francesco Frigida, con l’intervento in camera di consiglio dei consiglieri Giovanni Sabbato, Francesco Guarracino e Fabrizio D’Alessandri, ha sancito il respingimento del ricorso presentato da Damiano Coletta, fino all’8 luglio in carica a Piazza del Popolo come Sindaco di Latina. Coletta era assistito dagli avvocati Gennaro Terracciano, Paolo D’Eletto e Annunziata Abbinente.

Damiano Coletta
Damiano Coletta

Il ricorso era rivolto contro Giovanni Monterubbiano, Alessandro Rossi e Emilio Cerci, rappresentati dall’avvocato Toni De Simone, vale a dire coloro i quali, tramite l’opposizione al Tar avevano fatto decadere Sindaco e Consiglio Comunale.

Costituiti in giudizio in consiglieri comunali di opposizione Andrea Chiarato e Dino Iavarone e di maggioranza, Nazzareno Ranaldi.

I giudici di Palazzo Spada si sono pronunciati anche sui motivi aggiunti e l’appello incidentale dei consiglieri comunali di maggioranza Gianluca Bono, Valeria Campagna, Gianmarco Proietti, Emilio Ranieri, Floriana Coletta, Enzo De Amicis, Tommaso Malandruccolo, Leonardo Majocchi, Daniela Armida Fiore, Massimiliano Colazingari e Francesco Pannone.

Per il Consiglio di Stato il ricorso è infondato sia nell’appello principale di Coletta che in quello incidentale dei consiglieri di maggioranza “giacché, come correttamente affermato dal TAR, la prova di resistenza non è necessaria (e peraltro non è concretamente esigibile) laddove, come nel caso di specie, in sede di verificazione siano riscontrate, in numerose sezioni, violazioni delle regole di voto e di scrutinio talmente gravi, manifeste e sistematiche, da far emergere un quadro di generale inquinamento del voto, che ne alteri in modo oggettivo la genuinità e soprattutto renda impossibile, con valenza assorbente ogni ulteriore considerazione, ricostruire l’effettiva volontà del corpo elettorale interessato”.

Vincenzo Zaccheo
Vincenzo Zaccheo

“La Prefettura di Latina – prosegue la sentenza – ha accertato, tra varie anomalie, in un numero significativo di sezioni la non corrispondenza del numero complessivo di schede autenticate rispetto alla somma delle schede effettivamente utilizzate dagli elettori e di quelle non utilizzate e indicate a verbale, con una differenza numerica, in alcune sezioni, non trascurabile“.

“Le incongruenze – si legge nella sentenza – e in particolare la mancanza di schede autenticate e non votate – attengono agli aspetti generali delle operazioni elettorali, sicché non possono essere dequotate a mere irregolarità, denotando, invero, un’estrema confusione che ha governato svariati seggi, idonea ad influire negativamente sul complesso delle operazioni svolte e ragionevolmente impingendo, per tal via, in modo esiziale sull’attendibilità del risultato elettorale“.

Per quanto riguarda la scheda ballerina contestata da Sindaco e consiglieri comunali di maggioranza, il ricorso è parimenti infondato, in quanto il riferimento a tale fenomeno “è, in ogni caso, un argomento ultroneo rispetto alle oggettive gravi illegittimità accertate, che di per sé sono idonee ad invalidare irrimediabilmente le operazioni elettorali e di conseguenza il loro esito, anche senza ipotizzare il doloso utilizzo su vasta scala del fraudolento meccanismo della scheda ballerina“.

Il Consiglio di Stato, pertanto, conferma l’esito del Tar respingendo i due appelli (il principale e l’incidentale), compensa le spese di lite e ordina che la sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.

Si vota il 4 settembre così come stabilito dal Prefetto di Latina.


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