A LATINA SI VOTA DI NUOVO CON L’OMBRA DELLA SCHEDA BALLERINA: “INCIDE SU CORRETTEZZA”

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Latina, ri-conteggio schede elettorali: il Tribunale amministrativo sancisce il commissariamento del Comune. Si rivoterà in 22 sezioni

È uscita la sentenza con cui la Sezione Prima del Tribunale amministrativo di Latina (Presidente Riccardo Savoia, Consigliere Roberto Bucchi, Estensore Valerio Torano) di fatto annulla il verbale di proclamazione degli eletti al primo turno delle Comunali dello scorso ottobre. Le operazioni elettorali sono annullate in ben 22 sezioni: nn. 24, 40, 44, 60, 64, 68, 69, 73, 75, 76, 81, 83, 85, 86, 94, 95, 98, 103, 106, 107, 109, 110. In queste sezioni il Tar ha deciso che i cittadini di Latina dovranno rivotare.

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Il risultato elettorale – secondo i ricorrenti Giovanni Monterubbiano, Alessandro Rossi ed Emilio Cerci – era viziato dalle gravi violazioni di legge riscontrate nelle operazioni di voto e di scrutinio in molti Uffici elettorali di sezione, come risultava dai rispettivi verbali, con specifico riferimento al numero di schede autenticate e bollate e dalla discrepanza tra numero di schede vidimate, numero di voti espressi e numero di schede vidimate non utilizzate, indicatori del verificarsi del fenomeno comunemente descritto come “schede ballerine”.

In alcune sezioni, scrivevano i ricorrenti, “non sussiste la necessaria corrispondenza tra il numero delle schede complessivamente autenticate e la somma delle schede utilizzate dagli elettori e di quelle autenticate ma non utilizzate”, in altre non sussiste la corrispondenza tra elettori votanti e numero di voti espressi, in altre il numero di schede autenticate è superiore al numero di elettori, in altre a causa delle omissioni dei verbali non è possibile effettuare un esatto conteggio, in altre è stato autenticato un numero maggiore di schede rispetto al numero di elettori, ed ancora, in altre sono presenti nei verbali evidenti correzioni ed abrasioni. Insomma, un pastrocchio, certificato ad aprile anche dalla Prefettura di Latina.

Un ricorso, presentato dagli avvocati Toni De Simone e Biagio Coppa, da un’idea dell’avvocato Giacomo Mignano, che nel frattempo ha visto la costituzione in giudizio dei consiglieri comunali Nazzareno Ranaldi, Dino Iavarone e Matilde Eleonora Celentano, oltreché al Sindaco Damiano Coletta. Successivamente, a febbraio, si è costituito ad adiuvandum il consigliere comunale Andrea Chiarato.

È i giudici del Tar, ripercorrendo il verbale della Prefettura, che aveva sostanzialmente rilevato un disastro dal punto di vista della correttezza delle operazioni, apre anche uno scenario non proprio edificante (e dai possibili risvolti penali), ossia quello della cosiddetta scheda ballerina.

Ad esempio, nella Sezione 40 non risulta il numero delle schede firmate dagli scrutatori e bollate prima delle operazioni di voto, ma solo il numero delle schede autenticate successivamente nel corso delle operazioni di voto (6+1), per cui è impossibile verificare la corrispondenza con le complessive n. 701 schede autenticate, utilizzate e no, rinvenute dalla Prefettura. Nella sezione 56, inspiegabilmente risultano 928 schede firmate dagli scrutatori e 1000 schede bollate (evidentemente comprensivo di ulteriori (72) firmate direttamente dal presidente). E così via tanto è che il Tar conclude aprendo fenomeno accennato.

È evidente – si legge nella sentenza – che dietro l’apparente minimo scarto (tranne i casi eclatanti delle sezioni 40, 73, 95 e 103) tra il numero delle schede autenticate come risultante dai verbali delle Sezioni sopra citate, e quello delle schede autenticate adoperate effettivamente dagli elettori e di quelle non utilizzate, effettivamente rinvenute dalla Prefettura, può nascondersi il fenomeno della c.d. scheda ballerina (consistente nel far uscire dal seggio una scheda vidimata e non votata, sulla quale viene poi scritto il nome del candidato e consegnata all’elettore che, entrando nel seggio, ritira la scheda bianca assegnatagli, depositando nell’urna non già quest’ultima ma quella consegnatagli all’esterno del seggio) destinato a incidere sulle correttezza del voto in maniera esponenziale e non determinabile a priori”.

E infine “i vizi lamentati dai ricorrenti, coinvolgenti un numero molto esteso di sezioni, sono tali da incidere su una quantità tale di voti espressi da non poter escludere riflessi sostanziali sull’esito del primo turno elettorale“.

Un risultato che fa decadere il Sindaco Damiano Coletta, i consiglieri comunali eletti e rimescola le carte elettorali e politiche di una città che, ad oggi, aspetta un commissario prefettizio. Poi, quest’ultimo stabilirà la nuova data del ri-voto, a meno che i soccombenti ricorrano al Consiglio di Stato chiedendo la sospensiva: ciò significherebbe che fino alla pronuncia di merito, rimarrebbe alla guida del Comune Coletta e la sua maggioranza.


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