Sequestrato il patrimonio di Pasquale Iovinella, uomo ritenuto vicino ai Casalesi, che assoldò due egiziani che vivevano a Latina per bruciare un’auto della Guardia di Finanza di Nettuno
Ammonta a oltre 400.000 euro il valore del patrimonio nella disponibilità del pluripregiudicato Pasquale Iovinella, sequestrato dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma.
Il provvedimento ablativo – emesso dalla Sezione Specializzata Misure di Prevenzione del Tribunale capitolino su richiesta dell’allora Procuratore della Repubblica di Velletri Francesco Prete – ordina il sequestro di una villa con piscina, un locale e due attività commerciali nonché polizze assicurative e conti correnti, intestati fittiziamente a familiari e “prestanome” di Iovinella, ritenuto contingente a clan della camorra campana.
Sono stati i Finanzieri di Nettuno, coordinati dell’Autorità Giudiziaria di Velletri, a ricostruire l’excursus criminale di Iovinella, adoperandosi in accertamenti economico-patrimoniali, che hanno evidenziato la rilevante sproporzione tra i redditi dichiarati al Fisco e le ricchezze accumulate negli anni in cui era dedito ad attività delittuose.
Il Tribunale di Roma ha ritenuto sussistenti i presupposti soggettivi e oggettivi previsti dalla normativa antimafia, disponendo il sequestro dei beni ai fini della loro successiva confisca.
D’altra parte, la Gdf di Nettuno conosceva bene Iovinella. Come emerse dalle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Velletri, infatti, Iovinelle commissionò un incendio come ritorsione per l’arresto effettuato nei suoi confronti dai militari della Compagnia di Nettuno il 13 settembre 2017.
Iovinella, con la collaborazione di una guardia giurata, commissionò, per poche centinaia di euro, l’atto intimidatorio ai due cittadini egiziani -uno dei due era minorenne e viveva in una casa famiglia a Latina, mentre l’altro controllava un autolavaggio sempre nel capoluogo pontino – i quali danneggiarono un’autovettura di servizio della Compagnia di Nettuno, data alle fiamme proprio nel parcheggio antistante la caserma, in Piazza Mazzini (al centro di Nettuno). Il fuoco fu appiccato, il 2 febbraio 2018, proprio dal minorenne che, come si legge nei verbali, riportò la storia. residente, all’epoca dei fatti, presso una casa famiglia della provincia pontina.
“Nel mese di ottobre 2017 – raccontò Elsayed (questo il nome dell’allora minorenne – sono stato avvicinato da due napoletani che avevo conosciuto ad agosto, i quali mi hanno chiesto di bruciare due autovetture della Guardia di Finanza e in cambio mi avrebbero pagato 200 euro. Mi hanno comunicato che volevano vendicarsi di un sequestro del valore di 25mila euro eseguito in loro danno da parte vostra (ndr: della Finanza). In quel momento ho rifiutato di farlo ma poi ho accettato per paura che si vendicassero“. Pasquale Iovinella, poi, si rifiutò di pagare 200 euro poiché il patto era per due macchine e siccome ne fu bruciata solo una, al ragazzino venne consegnata una semplice banconota da cento euro.
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