SCANDALO CASTRIOTA, INTERVIENE DE FALCO: “AL VAGLIO LE CONDOTTE NELL’AMBITO DELLA PROCURA”

Giuseppe De Falco
Giuseppe De Falco, Procuratore della Repubblica di Latina

Corruzione in Tribunale, il Procuratore Capo Giuseppe De Falco interviene sulla vicenda che ha coinvolto il giudice di Latina, Giorgia Castriota

Dopo il silenzio di Istituzioni, politica e magistratura, nella giornata di oggi, 28 aprile, a una settimana dall’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare, il Procuratore della Repubblica Giuseppe De Falco ha rilasciato una nota ufficiale sulla vicenda che ha coinvolto il giudice di Latina, Giorgia Castriota, il suo compagno-amante Silvano Ferraro e l’amica del medesimo giudice, Stefania Vitto. Gravi, come noto, le accise a carico del giudice per le indagini preliminari Giorgia Castriota: induzione a dare o promettere utilità, corruzione e corruzione in atti giudiziari.

Come non bastasse, emerge dagli atti dell’indagine di Procura e Guardia di Finanza di Perugia, poi sfociata nell’ordinanza firmata dal Gip umbro Natalia Giubilei, un tentativo di pressioni da parte del Gip Castriota anche sui colleghi della Procura in relazione ai sequestri da disporre nei confronti delle società dell’imprenditore di Nettuno, Fabrizio Coscione, imputato per reati fiscali e tributari e uomo da cui nasce l’indagine della Procura perugina per via delle sue denunce.

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Ora, il Procuratore De Falco, che aveva chiesto a fine marzo di segnalare Castriota al Csm a causa del suo “attivismo” sulle società sequestrate a Coscione e nelle quali venivano nominati Vitto, Ferraro e altri suoi “protetti”, vuole vederci chiaro. O almeno così parrebbe dalla nota diffusa.

“Rilevato che – scrive De Falco – la gravità della vicenda giudiziaria relativa all’arresto di un magistrato del Tribunale di Latina e, in particolare, il contenuto delle intercettazioni di cui si dà atto nell’ordinanza cautelare del GIP di Perugia e che sono state riportate dai media ingenerano, oltre ad un generale comprensibile sconcerto, anche un rischio di pregiudizio all’immagine dell’ufficio della Procura di Latina nel suo complesso.

Ritiene – prosegue – di dover sottolineare, a tutela dell’immagine e della funzione dell’ufficio, l’esigenza di operare un vaglio accorto e specifico di quanto emerge, dall’ordinanza, a proposito delle diverse condotte poste in essere nell’ambito della Procura“.

Il Procuratore “assicura, per altro verso, pur nella doverosa riservatezza del tema, di avere tempestivamente posto in essere quanto compete al capo dell’ufficio, anche al fine di consentire agli organi competenti la pertinente valutazione in ordine alle responsabilità da accertare a vario titolo”.

A interpretare, il Procuratore vuole dire due cose: ci sarà una sorta di ispezione interna alla Procura per capire chi sia stato molle, tra i magistrati, rispetto alle pressioni di Castriota (che, da ricordare, secondo l’accusa, otteneva in cambio delle nomine nelle società sequestrate soldi e beni da parte di Vitto e Ferraro); al momento, sono stati messi a disposizione degli organi competenti – la Procura di Perugia sicuramente, ma anche al Procuratore Generale della Corte d’Appello di Roma, che peraltro Castriota provò a contattare per le società sequestrate a Coscione – elementi per accertare eventuali responsabilità all’interno della magistratura pontina.

Se siamo o non siamo all’inizio di uno scontro o di altri clamorosi scenari, il tempo lo dirà a breve.

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