SABAUDIA, IL CAMPO DI GARA E LA CENA A CASA DEL SINDACO: “MO’ VEDIAMO COME BUTTARLI FUORI”

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Coppa canottaggio

Terremoto a Sabaudia: il campo di gara per la Coppa del Mondo di Canottaggio 2020 e le manovre messe in piedi per orientarne la realizzazione

Quella che doveva essere una vetrina di sport e turismo per Sabaudia, si è rivelata il campo paludoso dove l’amministrazione Gervasi è scivolata.

Il Comune di Sabaudia affidò a due tecnici del Coni la progettazione del campo di gara, la cui realizzazione prevedeva, secondo il cosiddetto sistema “Albano”, la ristrutturazione del pontile di partenza e la fornitura di torrette e pontili di collegamento per un costo totale di 219mila euro.

Il risultato, secondo gli inquirenti, fu una turbativa d’asta contestata all’ex Assessore ai Lavori Pubblici Innocenzo Angelo D’Erme (domiciliari), all’ex dipendente comunale e attuale dipendente provinciale Edoardo Piovesana (domiciliari), in concorso con il Sindaco Giada Gervasi (domiciliari), il consigliere comunale di maggioranza con delega ai Lavori Pubblici Sandro Dapit, il Rup Fabio Minotti, l’ex segretaria comunale Rosalba Ambrosino, il Direttore generale Comitato Sabaudia MMXX Luigi Manzo (ai domiciliari, già Direttore della Coppa del Mondo a Varese nel 2016 e membro del Comitato organizzatore Campionati Europei) e l’amministratore della società Marine Building Service Giuseppe Pellegrino (domiciliari).

Sono loro che, secondo gli inquirenti, avrebbero turbato la gara per i lavori di realizzazione di un campo di regata per la Coppa del Mondo di canottaggio a Sabaudia (che si è svolta nel 2021 ma avrebbe dovuto avere luogo nel 2020, rinviata per la pandemia appena scoppiata). D’Erme e il Sindaco Gervasi, insieme ai dipendenti comunali, avrebbero fatto in modo di revocare la gara d’appalto così da escludere una ditta di costruzioni prossima vincitrice e favorire la società di Pellegrino. Il Rup Minotti revocò la gara con apposita determina risalente al dicembre 2019 con il pretesto che i lavori non potessero essere effettuati per via dei vincoli imposti dall’Ente Parco Nazionale del Circeo, guidato dall’allora Direttore Paola Cassola (anche lui indagato per altri episodi).

E proprio il Responsabile unico del procedimento indicato per la gara Fabio Minotti telefona più volte all’imprenditore Giuseppe Pellegrino. Siamo a inizio novembre 2019 quando la gara si trovava ancora nelle fasi di risposta all’avviso pubblico. Telefonate che quantomeno risultano inopportune: il controllore della regolarità della gara che chiama un imprenditore determinato a vincerla. E anche il Direttore del Comitato Sabaudia 2020 Luigi Manzo telefona nelle fasi di gara a Pellegrino, e lo fa mentre si trovava a casa del Sindaco Gervasi, proprio quando si stava decidente di revocare la gara perché sarebbe stata vinta da una ditta “non amica”. E non mancano anche le telefonate del consulente tecnico Erasmo Scinicariello (domiciliari) all’indirizzo dell’imprenditore Lapertosa della Tegysport, coinvolti nella turbativa d’asta per la fornitura da 100mila euro per il campo di regata.

Alla gara svolta per via telematica, tramite il portale gestito dalla società Net4Market (la stessa che fornì il supporto informatico per i famigerati concorsi Asl finiti nella scandalo che ha coinvolto l’ex senatore Moscardelli), si presentano in 11 ditte invitate dall’Ente. Alla fine dei giochi, inviata la documentazione necessaria, ne rimangono tre e ad aggiudicarsi la gara per il campo di gara è la Dea Costruzioni.

Il problema è che Pellegrino non ha vinto: si rifarà in seguito, aggiudicandosi con la ditta Mabes la gara frazionata in tre mini appalti tutti in suo favore. Ad ogni modo, da qui partono le manovre per far sì di riportare le cose come dovevano essere e l’ex assessore, il sindaco Gervasi e Manzo si incontrano privatamente così da decidere che il Rup Minotti avrebbe dovuto revocare la gara.

Prima dell’incontro, l’ex Assessore D’Erme cerca il modo di poter escludere le prime due ditte classificate, tra cui la vincitrice Dea, relazionandosi anche con il Presidente della Commissione di Gara Edoardo Piovesana il quale, comunque, lo aveva già chiamato per farlo partecipare all’aggiudicazione della gara d’appalto. Per D’Erme sia nella Dea Costruzioni che nella Eco Scavi srl (arrivate tra le prime due) risulta un cognome identico nei rispettivi assetti societari. Al che è Piovesana a dire all’Assessore che quello non era un motivo valido: “Non puoi escluderli, non c’è la motivazione. Li puoi escludere solo se lo stesso soggetto ha presentato una offerta, cioè appartenga alla medesima società“.

Nonostante altri tentativi di escludere la Dea Costruzioni, contestando anche la mancanza della Soa che in realtà sarebbe stata in regola, l’ex Assessore prova a chiamare anche un avvocato di Cassino per carpire informazioni sulla società vincitrice. Ormai rassegnato, alla fine, D’Erme stesso ammette: “C’poco da contesta’…per me c’hanno ragione loro“.

La rassegnazione dura poco però perché prima di salutare l’avvocato di Cassino gli dice: “Mo’ vediamo come buttarli fuori“. Il giorno dopo proseguono le telefonate tra D’Erme e l’avvocato di Cassino, nella convinzione degli inquirenti che quella ditta sin dall’inizio doveva finire nella mani della Marine Building Service di Pellegrino.

L’ex Assessore ai Lavori Pubblici era “preoccupatissimo” che la gara era stata vinta dalla Dea e allora chiede all’Avvocato di Cassino se tra la prima e la seconda classificata potesse esserci “qualche intreccio” in modo da poterle escludere.

Ad ogni modo, il giorno dopo che la Commissione di Gara ha prodotto l’esito negativo per D’Erme, quest’ultimo si incontra a cena a casa del Sindaco Gervasi: con loro anche il marito del Sindaco e il Dg del Comitato organizzatore Sabaudia 2020 Luigi Manzo che si rammarica circa il risultato finale della gara (“se la segretaria avesse fatto quello che gli ho consigliato io…non saremo in questa situazione…”). E persino il Sindaco Gervasi, secondo il Gip Castriota, sarebbe stata d’accordo sul desiderio di turbare la gara a monte. Tutti e tre vogliono trovare una soluzione a quel cul de sac in cui sono finiti: insomma, quella gara per il campo di canottaggio non può finire a chi ha vinto l’appalto, bensì doveva convergere verso l’imprenditore Pellegrino che con Manzo si era conosciuto ai tempi dei Campionati Europei di Varese 2021 dove, per l’appunto, il primo era Direttore dell’Organizzazione e il secondo aveva vinto la gara per il campo di regata con un’altra società di cui era titolare, la Mabes srl. Che fare?

L’esito della cena è scontato: per escludere i vincitori c’è un solo modo, revocare la gara. Tanto è che l’allora segretaria comunale Rosalba Ambrosino (anche lei indagata nell’operazione “Dune”), già imbeccata dal Sindaco Gervasi, chiama l’allora assessore D’Erme spiegandogli che al momento è difficile poter revocare una gara d’appalto già vinta ed espletata secondo norme, temendo un eventuale ricorso al Tar visto il non rispetto del cosiddetto stand still (il periodo che deve intercorrere tra la stesura di un contratto d’appalto e l’aggiudicazione della gara). Di mezzo anche il parere dell’Ente Parco che vieta i lavori sul Lago nei mesi di gennaio e febbraio. Siamo nel dicembre 2019 e l’organizzazione della Coppa del Mondo è in alto mare.

Tuttavia la decisione presa a cena a casa di Gervasi di revocare la gara del tormento (nonostante i ritardi, c’è da dire che si perdeva tempo in questo modo) è già di dominio pubblico tra parte politica e amministrativa dell’Ente. È il consigliere Sandro Dapit (ai domiciliari da ieri 21 febbraio), prossimo a ricevere la delega da Gervasi ai Lavori Pubblici, ad anticipare al Capo Settore Giovanni Bottoni (ai domiciliari, e attuale Assessore nella Giunta Tombolillo a Pontinia) l’obiettivo della revoca della gara.

Secondo il Gip Castriota, il piano prevedeva non solo la revoca ai vincitori a favore, poi, della ditta di Pellegrino, ma anche un affidamento diretto di una quota dei lavori, come la fornitura di attrezzature in acciaio, alla ditta metalmeccanica Aurelia srl di Cori dell’imprenditore Guido Angiello legato da un rapporto d’amicizia con l’assessore Giampiero Macale. Un proposito che, però, non trova riscontro nelle carte se non nelle intercettazioni telefoniche.

Fatto sta che il 19 dicembre, il Rup Fabio Minotti (dipendente comunale, da ieri col divieto di dimora a Sabaudia e l’interdizione dal lavoro per un anno) firma la determina di revoca della gara, motivandola con il parere dell’Ente Parco Nazionale del Circeo, a danno della vincitrice Dea Costruzioni srl. Non sarà più la società ciociara a costruire il campo di gara per la Coppa del Mondo di Canottaggio, nonostante per altre gare d’appalto vinte da ditte “amiche” i lavori furono eseguiti a gennaio e febbraio in deroga e in opposizione al parere succitato. Un parere che valeva per i “nemici” e non gli “amici”.

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È qui che, secondo il Gip, si inserisce il tentativo di crearsi un alibi da parte del Sindaco Gervasi provando persino a depistare le indagini, accreditandosi come confidente del Comandane dei Carabinieri di Sabaudia e dicendo al Comandante della Guardia di Finanza di Sabaudia di aver presentato un esposto sulla suddetta gara. Il Sindaco, in poche parole, voleva dare la responsabilità della revoca solo a Minotti, Bottoni e all’ex assessore D’Erme, nel caso in cui fosse emerso qualcosa.

Uno scenario che fa scrivere al Gip relativamente alla revoca: “le motivazioni inserire a giustificazione risultavano false e pretestuose al solo fine di impedire l’aggiudicazione dell’appalto e procedere al frazionamento in altrettante gare poi vinte dalle ditte amiche“.

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