Abusi sessuali su una minorenne a scuola: si è concluso il processo di secondo grado al bidello sessantenne arrestato nell’ottobre 2022
Più che dimezzata la pena per il bidello di 68 anni, accusato di violenza sessuale nei confronti di una ragazzina di una scuola media di Latina, per fatti accaduti tra il 2018 e il 2019. È questo l’esito del giudizio pronunciato dalla Corte d’Appello verso cui avevano ricorso i legali difensori dell’uomo, Daniele Giordano e Matteo Restante. I giudici capitolini hanno emesso una sentenza di condanna a 3 anni di reclusione, dopo che C.G. (queste le iniziali dell’imputato) aveva rimediato una condanna a 6 anni e 3 mesi primo grado emessa dal Tribunale di Latina. Tra 90 giorni le motivazioni della sentenza, scontato il ricorso in Cassazione.
Ad aprile 2024, fu emessa dal Tribunale pontina una condanna rilevante per il bidello originario di Nettuno che, a ottobre 2022, era stato arrestato dai Carabinieri di Latina per violenza sessuale su una alunna di una scuola media del capoluogo pontino (per tutela della ragazza ancora minorenne, verrà omesso il nome della scuola e quelli dei protagonisti di questa vicenda). L’uomo era finito ai domiciliari e, al momento, ha il divieto di avvicinamento alla persona offesa, ossia la misura rimasta dopo che il Riesame aveva sostituito il provvedimento più afflittivo.
Il primo collegio del Tribunale di Latina della terna di giudici Soana-Lulli-Coculo, ad aprile di un anno fa, aveva condannato alla pena di 6 anni e 3 mesi di reclusione il 67enne. L’uomo era stato condannato anche all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e all’interdizione perpetua da ogni incarico nelle scuole. Al 68enne, il Tribunale di Latina aveva comminato anche la pena del divieto di svolgere lavori di qualsiasi tipo con con minori, oltreché al risarcimento, in solido con il Ministero dell’Istruzione, responsabile civile, da corrispondere, in sede civile, ai due genitori della ragazza costituitisi parti civili, assistiti dall’avvocato Francesco Manchisi. Per il 67enne, era arrivata anche la condanna alle spese per la somma di 4060 euro.
Una condanna netta arrivata al termine di una camera di consiglio durata poco più di un’ora, appena poco più bassa della richiesta del pubblico ministero Marco Giancristofaro al termine della sua requisitoria: 6 anni e 6 mesi di reclusione.
Il pubblico ministero, durante la sua requisitoria, aveva spiegato di come l’istruttoria avesse dimostrato le condotte del bidello, che avevano provocato nella minorenne – all’epoca dei fatti 13enne studente di scuola media – un disturbo da stress, con tanto di necessità di supporto psicologico, così come confermato dalla consulente di parte nominata dalla Procura. Lo stesso imputato – aveva ricordato il pm – aveva confermato, nel corso del suo esame nel processo, di aver abbracciato da dietro la ragazzina, nel bagno della scuola. Nonostante la sua incensuratezza, il pm aveva chiesto una pena di oltre 6 anni, con la concessione delle attenuanti generiche.
L’avvocato Manchisi aveva parlato di atteggiamento predatorio da parte del bidello. La difesa della parte civile aveva chiesto che l’uomo fosse condannato in solido col Ministero al risarcimento di 50mila euro oltreché alle spese processuali, e una provvisionale di 10mila euro per ciascuno dei due genitori.
La difesa dell’uomo, invece, aveva puntato sul ragionevole dubbio in quanto non sarebbero emersi elementi di colpevolezza certa nelle fasi del processo, chiedendo l’assoluzione piena o con la vecchia insufficienza di prove, oppure la lieve entità del danno provocato alla ragazza con il minimo della pena.
A gennaio 2024, nel processo di primo grado, era stato ascoltato stato proprio il bidello. C.G. aveva deciso di rispondere alle domande del Pubblico Ministero, sostenendo di avere al massimo abbracciato la ragazza ma senza malizia.
La storia, come noto, aveva avuto una eco mediatica importante. Secondo l’accusa, la ragazza, ormai anni fa, tra il 2018 e il 2019, avrebbe subito, in terza media, le attenzioni e le molestie del bidello, accusato di violenza sessuale aggravata dall’età della vittima. L’episodio più grave di abuso nei confronti della minorenne sarebbe avvenuto peraltro all’interno del bagno della scuola media. Un particolare confermato dalla madre della ragazza che, lo scorso ottobre, è stata interrogata come testimone: il bidello cercò di baciare in bocca la minorenne.
Una volta arrestato e posto ai domiciliari dai Carabinieri di Latina, l’uomo era rimasto in silenzio davanti al Giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Cario. Il bidello, che nel frattempo è stato sospeso dalla scuola in cui lavorava, era stato arrestato nella prima settimana di ottobre 2022. Le manette erano scattate la mattina del 7 ottobre, presso il plesso scolastico della scuola media del capoluogo dove nel frattempo era stato trasferito. I militari dell’Arma di Latina lo avevano prelevato, in pieno orario scolastico, vista la misura urgente degli arresti domiciliari da applicare.
Nel corso dell’incidente probatorio, davanti al Gip Giuseppe Cario, la ragazza, oggi una adolescente di 18 anni, aveva confermato tutto il quadro accusatorio. Ecco perché l’intero incidente probatorio era agli atti del processo. Ascoltata in modalità protetta per ovvi motivi, la giovane, difesa dall’avvocato Manchisi e assistita da una psicologa, aveva ripercorso le varie fasi dell’approccio sessuale dell’uomo: dall’offerta di comprarle una merendina, fino al tentativo di baciarla e ai palpeggiamenti ricevuti suo malgrado.
Tutti, nel corso del processo, dai genitori della ragazza al vice preside dell’istituto scolastico della scuola media, fino alla psicoterapeuta che ha in cura la ragazza e alla consulente della Procura, avevano confermato più o meno il quadro accusatorio. Una vicenda che per la famiglia della ragazza, secondo le testimonianze di entrambi i genitori, è stata ed è ancora molto dolorosa. Oggi, la sentenza d’Appello che ha dimezzato la pena per il 68enne.
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