Sfruttamento della prostituzione nel night di Monte San Biagio: slitta il processo a carico dei tre imputati
È slittato davanti al II collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Elena Nadile, il processo che contesta ai tre imputati lo sfruttamento della prostituzione. A processo, difesi agli avvocati Basile e Leone, c’è il classe 1947, Michele Antonelli, proprietario e gestore del locale night, il privée “Il Sentiero” a Monte San Biagio, dove sarebbero avvenute le prestazioni sessuali. Insieme al 77enne, anche Luigi Vocella e Daniela Ripasci, collaboratori di Antonelli. Tutti e tre sono originari di Monte San Biagio.
Nel 2021, lo stesso Antonelli aveva subito una condanna con sentenza irrevocabile a 3 anni sempre per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Oggi, 5 novembre, il processo è stato rinviato perché era assente giustificato il Capitano della Compagnia dei Carabinieri di Terracina che deve relazionare sulle indagini espletate e che hanno portato all’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare. Tutti e tre gli imputati si trovano, al momento, agli arresti domiciliari. Gli avvocati hanno chiesto la revoca della misura cautelare. In particolare, l’avvocato Basile ha motivato la sua richiesta anche per le condizioni di Antonelli che si è presentato in aula piuttosto debilitato, aiutandosi con un bastone per camminare. L’avvocato Leone ha chiesto al Tribunale che quantomeno, per i suoi due assistiti, vi sia la misura meno afflittiva dell’obbligo di firma. L’avvocato di Antonelli ha inoltre chiesto il dissequestro del locale “Il Sentiero” di Monte San Biagio. Il Pubblico Ministero, Marina Marra, si è detta favorevole solo a una misura meno afflittiva per i due imputati Vocella e Ripasci.
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A marzo 2024, il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Laura Morselli, aveva rinviato a giudizio Antonelli più gli altri due co-imputati.
Dopo l’ordinanza della magistratura, due su tre degli indagati, tra cui Antonelli, si erano avvalsi della facoltà di non rispondere rispetto alle circostanze contestate nel night di Monte San Biagio dove si sarebbero consumati, secondo gli inquirenti, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Latina e condotte dai militari dell’Aliquota Operativa del N.O.R., sono state avviate nel novembre 2022, a seguito della denuncia di uno dei clienti del locale che, dopo van incontri con una delle donne a disposizione, era incappato in uno stato di circonvenzione, sborsando nel tempo, circa 15mila euro.
Le investigazioni, attraverso intercettazioni telefoniche, pedinamenti e video-riprese, anche all’interno della struttura, hanno documentato, fino al marzo del 2023, la quotidiana attività di prostituzione da parte di sette donne, tutte straniere (America Latina o Est Europa), domiciliate nella Capitale e reclutate, di volta in volta, dal gestore del locale, oppure dagli altri due indagati, che fungevano da “intemediari”, con il compito di agevolare lo spostamento delle donne, da Roma al night.
Le prestazioni, secondo l’accusa, venivano pagate ai due sodali per ogni singolo viaggio, direttamente dal gestore del locale. Le somme sborsate dai clienti finivano nelle mani del gestore del locale che, a fine serata, pagava una quota alle donne, a seconda delle consumazioni che riuscivano a fare, anche 400 euro a testa.