Processo Scheggia: riparte in Aula il dibattimento per il procedimento che vede sul banco degli imputati l’ex consigliera regionale Gina Cetrone
Dopo diversi impedimenti che hanno fatto saltare udienze e persino la morte di uno degli imputati, Samuele Di Silvio morto nel carcere di Agrigento dove era recluso, è ripreso il processo, davanti al Collegio presieduto dalla Presidente Caterina Chiaravalloti, che vede giudicati Gina Cetrone, l’ex marito Umberto Pagliaroli, due Di Silvio – Armando detto Lallà e il figlio Gianluca – più l’attuale collaboratore di giustizia Agostino Riccardo già escusso come testimone.
I reati contestati agli imputati sono estorsione, atti di illecita concorrenza, violenza privata, più gli illeciti connessi alle elezioni amministrative di Terracina 2016, tutti aggravati dal metodo mafioso.
L’udienza era ancora una volta incentrata sulla testimonianza del Dirigente della Squadra Mobile di Latina Giuseppe Pontecorvo la cui escussione in Aula era stata negata proprio per gli impedimenti palesatisi tra novembre e febbraio.
Il Dirigente Pontecorvo aveva iniziato la sua testimoniato nell’udienza del 30 settembre scorso quando, interrogato dal Pm Luigia Spinelli, aveva iniziato la ricostruzione delle fasi d’indagini poi concretizzatisi negli arresti a carico degli odierni imputati, avvenuti a gennaio 2020. Il Vice Questore aggiunto aveva menzionato in Aula le chat Facebook che dimostrano come Agostino Riccardo, più gli altri componenti del Clan Di Silvio, interloquivano con Umberto Pagliaroli e Gina Cetrone, sia per quanto riguardava la propaganda elettorale per le Comunali di Terracina 2016, sia per l’estorsione che gli inquirenti ritengono si sia consumata ai danni di un imprenditore di Pescara, eseguita dal sodalizio rom ma commissionata dagli imprenditori Pagliaroli e Cetrone.
La testimonianza di Pontecorvo era ripresa a dicembre scorso, intervallata anche da alcune domande poste da parte degli avvocati difensori di Cetrone e Pagliaroli, con la ricostruzione dell’indagine menzionando di nuovo le chat Facebook e i riscontri effettuati dalla Squadra Mobile di Latina: le fasi, in sostanza, che hanno portato a delineare l’episodio dell’estorsione all’imprenditore di Pescara avvenuto ad aprile 2016 e l’accordo per la propaganda elettorale di Gina Cetrone.
Anche oggi però l’udienza, che avrebbe dovuto vedere il contro-esame di Pontecorvo, è stata rinviata per un problema di salute. Eppure, per un’udienza che non doveva restituire niente di più, c’è stato l’accoglimento da parte della Corte di uno dei testimoni “eccellenti” chiamati a deporre da parte dell’avvocato che assiste Cetrone, Lorenzo Magnarelli.
L’avvocato Magnarelli, che aveva reiterato la convocazione dei testimoni, ha chiamato a deporre a settembre scorso tre esponenti politici del passato e del presente. La Corte, presieduta dal Giudice Caterina Chiaravalloti, ha iniziato a sciogliere le riserve sulle richiesta della difesa e per la prossima udienza, fissata il 5 aprile, oltreché a dover essere concluso il contro-esame del Dirigente della Squadra Mobile di Latina Giuseppe Pontecorvo, sarà ascoltato l’ex deputato di Fratelli d’Italia Pasquale Maietta più volte chiamato in causa, durante la sua testimonianza, da parte del collaboratore di giustizia Agostino Riccardo.
Nel corso dell’ulteriore sviluppo del processo, la Corte scioglierà le richieste anche sugli altri testimoni chiamati in causa dalla difesa di Cetrone, tra cui il sindaco di Sperlonga Armando Cusani e l’ex sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi.