Processo Scarface, è iniziato il procedimento che vede alla sbarra diversi componenti del clan capeggiato da Giuseppe Di Silvio detto Romolo
SI è aperto e si è chiuso subito il processo che imputa a Giuseppe Di Silvio detto Romolo e ai suoi sodali l’associazione mafiosa. Il procedimento penale vede alla sbarra 33 indagati derivanti dall’operazione antimafia portata a compimento dalla Polizia di Latina a ottobre 2021. A decidere il rinvio a giudizio, il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma Rosalba Liso che, a febbraio scorso, ha accolto la richiesta di giudizio immediato da parte della Procura/DDA. Sono molti, però, coloro che hanno optato per il rito abbreviato per cui verranno giudicati a Roma.
Nell’udienza odierna, sul banco degli imputati, il “capo” Giuseppe Di Silvio detto “Romolo” che si trova nel carcere di Tolmezzo; Ferdinando Di Silvio detto Pescio (ristretto in carcere), figlio di Costantino “Patatone” Di Silvio; Casemiro Cioppi; Daniel De Ninno; Giulia De Rosa detta “Peppina”; Domenico Renzi; Romualdo Montagnola; Yasine Slimani detto “Stefano”; Roberto Di Silvio e Marco Maddaloni.
Diverse le parti offese e sin da oggi il Comune di Latina e l’Associazione antimafia “Antonino Caponnetto” hanno chiesto al Collegio del Tribunale presieduto dal Giudice Francesco Valentini di costituirsi parti civili.
L’udienza è slittata per la mancata traduzione di due degli imputati, tra cui “Romolo”, nonostante la sua difesa abbia detto in Aula che lo stesso Romolo avrebbe optato per il rito abbreviato, e il legittimo impedimento di un terzo imputato che si trova in quarantena. Il processo è stato rinviato al prossimo 21 giugno.
L’operazione anticrimine, coordinata dal Procuratore aggiunta della DDA romana Ilaria Calò, portò all’esecuzione di 33 misure cautelari, nei confronti di soggetti, a vario titolo gravemente indiziati di aver commesso reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, sequestro di persona, spaccio di droga, furto, detenzione e porto abusivo di armi, reati aggravati dal metodo mafioso e da finalità di agevolazione mafiosa.
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L’accusa ipotizza l’esistenza di un sodalizio di matrice mafiosa ed origine autoctona riconducibile al gruppo di etnia Rom di Giuseppe Di Silvio detto Romolo, organizzazione strutturata su base familiare e territoriale, già protagonista di gravissimi episodi criminali a Latina, che si è nel tempo sempre più radicato sul territorio di Latina, sia con riguardo al settore criminale dello spaccio di stupefacenti, sia con riguardo alle attività estorsive.
Gli episodi estorsivi evidenziavano come la famiglia Di Silvio facente capo a Giuseppe detto Romolo (ristretto in carcere per l’omicidio di Fabio Buonamano avvenuto nel 2010) sarebbe riuscita ancora ad incutere timore, a piegare la volontà delle vittime, in alcuni casi vessate da anni, il tutto senza subire denunce in ragione del clima di omertà ingenerato proprio dal terrore che gli appartenenti al clan incutono sulla popolazione locale.
Furono disposte 27 custodie cautelari in carcere: Giuseppe “Romolo” Di Silvio, nato nel 1966 (già in carcere dove sconta tra gli altri reati l’omicidio di Fabio “Bistecca” Buonamano); il fratello Carmine Di Silvio detto Porcellino nato nel 1973 (condannato già nel processo “Caronte); Costantino “Costanzo” Di Silvio nato nel 1963, altro fratello di “Romolo”, e coinvolto nell’operazione Movida; Costantino Di Silvio detto Cazzariello nato nel 1998; Antonio Di Silvio detto Patatino (figlio di Romolo) nato nel 1992; Ferdinando Di Silvio detto Prosciutto nato nel 1997 (anche lui figlio di Romolo); Ferdinando Di Silvio detto Pescio (figlio di “Patatone” Di Silvio) nato nel 2001; Fabio Di Stefano detto “Il siciliano” nato nel 1989, sposato con una delle figlie di Romolo (Angelina Di Silvio detta Pellanera); Daniel Alessandrini detto “Tyson” nato nel 1998, legato a una figlia di Carmine “Porcellino”; Mirko Altobelli detto “Il sinto” nato nel 1999 (sposato con una figlia di Carmine detto Porcellino o Zio Sale); Angelo Crociara nato nel 1972; Casemiro Ciotti nato nel 1965; Mirko Lolli nato nel 1979; Riccardo Mingozzi nato nel 1989; Daniel De Ninno nato nel 1997; Michele Petillo nato nel 1993; Alessandro Di Stefano nato nel 1991 sposato a una Di Silvio; Giulia De Rosa detta Peppina nata nel 1979 moglie di Patatone Di Silvio; Manuel Agresti, nato nel 1985; Marco Ciarelli, figlio di Luigi Ciarelli, nato nel 1985; Simone Di Marcantonio, nato nel 1989, ex dirigente dell’Ugl nominato dal deputato della Lega Claudio Durigon; Salvatore Di Stefano, padre dei due predetti Di Stefano, nato nel 1968; Franco Di Stefano nato nel 1987; Simone Ortenzi nato nel 1980; Domenico Renzi detto Il Cobra nato nel 1975; Alessandro Zof nato nel 1984, già in carcere per l’operazione “Reset” contro il Clan Travali; Massimiliano Del Vecchio, coinvolto nelle operazioni Astice e Certificato Pazzo.
Ai domiciliari: Anna Di Silvio detta Gina nata nel 1961; Romualdo Montagnola nato nel 1986; Yasine Slimani detto “Stefano” nato nel 1985; Sara Bianchi nata nel 1992; Roberto Di Silvio detto Berzotto nato nel 1972 e fratello della madre dei fratelli Travali e Marco Maddaloni detto Il Pittore nato nel 1970 e coinvolto a marzo scorso nell’operazione anti-droga dei Carabinieri di Aprilia denominata “Babele”.
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