Blue Moon, lo storico locale di Ponza ottiene di nuovo il dissequestro dei beni: il compendio andava smontato entro il 30 settembre e il giudice toglie i sigilli
Sequestro, dissequestro, suquestro bis e dissequestro bis in ragione di un titolo concessiorio che va dal 1 maggio al 30 settembre di ogni anno. Ma facciamo qualche passo indietro.
Tutto è iniziato in piena estate quando, i Carabinieri della Compagnia di Formia, con la collaborazione della Guardia di Finanza, misero i sigilli allo storico locale-ristorante dell’Isola, in attuazione di un decreto di sequestro emesso dalla Procura della Repubblica di Cassino.
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Il provvedimento fu motivato dalle reiterate inosservanze del locale. Infatti il Blue Moon, pur essendo un ristorante all’aperto, secondo gli inquirenti, fungeva anche da discoteca, in violazione della normativa anti-Covid e del divieto di disturbo della quiete pubblica.
Talché, scattò la replica dei titolari che sostennero di avere tutte le giuste autorizzazioni per svolgere attività di intrattenimento musicale e danzante quale attività accessoria all’attività di somministrazione di alimenti e bevande, formalizzando tramite il loro avvocato difensore Vincenzo Macari, una richiesta di non convalida del sequestro.
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Richiesta che, alla vigilia di Ferragosto, fu accolta dal G.i.p. del Tribunale di Cassino, Domenico di Croce, che recepì la memoria difensiva presentata dall’avvocato Vincenzo Macari disponendo l’immediata restituzione del bene agli aventi diritto. Nel provvedimento il gip diede atto “della complessità nell’interpretazione della normativa nazionale e locale volta alla prevenzione del rischio da contagio da Covid-19”. Inoltre, alcun adeguato accertamento tecnico era stato effettuato circa la rumorosità proveniente dal locale di cui uno dei confinanti si era lamentato.
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Storia chiusa? Macché. Passarono tre settimane e l’8 settembre i Carabinieri della sezione operativa della Compagnia di Formia sequestrarono di nuovo l’attività commerciale, già sottoposta allo stesso provvedimento l’11 agosto e dissequestrata il 14 dello stesso mese.
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La nuova disposizione scaturì da violazioni appurate anche successivamente al dissequestro del 14 agosto e consistenti nella mancata esecuzione del provvedimento di chiusura provvisoria del locale emesso per mancato rispetto delle prescrizioni inerenti all’emergenza epidemiologica e nell’aver diffuso musica ad alto volume e oltre gli orari consentiti così violando ordinanza dell’autorità comunale.
Tuttavia, non è finita qui. Passano altre tre settimane e oggi, 1 ottobre, lo stesso Gip di Cassino, Domenico Di Croce, considerata la nuova istanza di dissequestro presentata dal medesimo avvocato Macari per conto dei titolari del Blue Moon, ha dato il via libera al secondo dissequestro di un locale che, nell’arco di poco più di un mese, ne ha viste di ogni.
La motivazione è di una logica che non fa una piega e che può essere sintetizzata così: l’estate è finita e il locale va smontato. È, infatti, oggettivamente impossibile poter ancora programmare qualsiasi iniziativa considerato l’approssimarsi dell’autunno e dell’inverno. Le serate ormai sono andate e, in ragione del fatto che il titolo concessorio scadeva ieri 30 settembre, l’intera struttura che insiste sul suolo demaniale deve essere integralmente rimossa, motivo per cui, anche volendo, non si potrebbero più reiterare le supposte violazioni afferenti alle normative anti-Covid e al disturbo della quiete pubblica.
Insomma, il compendio andava smontato il 30 settembre, anche per evitare gli strali dell’Ufficio della Capitaneria di Porto. Venuti meno l’estate e il titolo concessorio, vengono meno anche i motivi del sequestro.