PINQUA AD APRILIA: “SODDISFATTI DELL’APPROVAZIONE, MA ANDREBBE MODIFICATO”

In arancione la proposta 1, in verde la proposta 2, in celeste la proposta 3
I vari ambiti della città di Aprilia che interessano i progetti con cui il Comune ha partecipato al bando ministeriale Pinqua: In arancione la proposta 1, in verde la proposta 2, in celeste la proposta 3

Aprilia, il progetti Pinqua del Toscanini è stato approvato: “Soddisfatti dell’approvazione da parte del Ministero, ma il Pinqua andrebbe modificato”, così in una nota Carmen Porcelli (Città degli Alberi), Rosalba Rizzuto (Aprilia Libera) e Andrea Ragusa ( Grillini Apriliani)

“Apprendere che Aprilia abbia ricevuto il disco verde dal Ministero delle Infrastrutture per uno dei tre progetti presentati per ottenere i finanziamenti del Pinqua, e per cui tanto hanno lavorato gli uffici comunali, ci rende felici, ma non completamente soddisfatti perché – come avevamo previsto – nella rivalutazione complessiva degli interventi, le graduatorie hanno penalizzato la nostra città. I progetti hanno subito un evidente scorrimento nella griglia tale da far retrocedere i due interventi previsti in periferia, mentre ha perso 40 posizioni quello afferente il piano Quartiere Primo – Toscanini. La città di Aprilia avrebbe così, da una parte perso l’occasione di strappare al degrado alcune periferie, mentre dall’altra avrebbe ottenuto la possibilità di ridisegnare parti centrali del territorio. Avevamo presentato delle alternative concrete all’assessore Ruberti, ma non sono state neanche discusse, a proposito di partecipazione pubblica.

Di fatto, non crediamo che tutte le proposte rispondano ai principi ai quali il Pinqua era ispirato. Dal punto di vista urbanistico, riteniamo illogica la scelta di demolire uno stadio per la messa in sicurezza dell’area abitata e tutto ciò per spostare la struttura nel quartiere Nuovo Toscanini, su una superficie che, secondo il Piano regolatore generale è dedicata esclusivamente a quella zona. Una scelta del genere presuppone la necessità di una variante urbanistica. Se volessimo poi spostare il ragionamento sulla messa in sicurezza degli edifici, allora si dovrebbero demolire la maggior parte degli edifici pubblici.

Sempre sulla parte riguardante lo stadio, dal punto di vista dell’interesse pubblico, non riusciamo a comprendere in cosa consista la pubblica utilità: il Comune farebbe demolire subito una propria struttura pubblica, per poi delocalizzarla e ricostruirla, con fondi pubblici, dissipando quelli a suo tempo già impegnati; tutto questo a fronte del “sacrificio” del privato, che costruirebbe subito quattro palazzine in centro (al posto dello stadio Quinto Ricci), e che rinuncerebbe alla gestione delle aree attrezzate sportive in 167, ma che si impegna comunque a realizzarle in futuro. Senza considerare, come già evidenziato, il consumo di suolo aggiuntivo. Cosa ottiene il Comune di Aprilia in cambio? La Società che ha in gestione il diritto di superficie dell’area, dove si vorrebbe realizzare il nuovo stadio, rinuncerebbe alla convenzione stipulata ottenendo in cambio il permesso di costruire 4 palazzine di cui una in housing sociale,che da progetto dovrebbe essere il guadagno del Comune, ma questo non vuol dire che il privato la venderebbe all’Ente, bensì che la venderebbe privatamente a prezzi calmierati rispetto alle altre tre palazzine, messe in vendita secondo i prezzi del mercato immobiliare. Inoltre, non disporrebbe più di uno stadio nel periodo di realizzazione del nuovo.

Perché il Comune si accontenterebbe di una simile perequazione? E sul plusvalore generato da questa operazione, che sembrerebbe sbilanciata verso la parte privata, il Comune non chiede nulla? La legge prevederebbe di chiedere dal 50 al 100% sul plusvalore generato, ma non troviamo questi accordi su alcun atto d’obbligo o manifestazione d’intenti, siglata tra pubblico e privato, come invece hanno fatto altri comuni in graduatoria (vedi Vercelli) su operazioni analoghe. Oppure pensiamo al Pinqua presentato dal Comune di Latina: è dedicato alla riqualificazione attraverso la realizzazione di nuovi servizi in due quartieri, ma senza prevedere la costruzione di nuove palazzine.

Non conosciamo le valutazioni della commissione, ma certamente uno dei principi contenuti nella Comunicazione della Commissione Europea del 12.2.2021-C(2021) n. 1054 – Orientamenti tecnici sull’applicazione del principio “non arrecare un danno significativo” (c.d. DNSH) significa che tutti gli investimenti e le riforme inclusi nei Piani di ripresa e resilienza non devono danneggiare l’ambiente, a nostro avviso non è stato centrato. Innanzitutto, perché un fosso, cioè un corso d’acqua pubblico, che resta uno dei pochi punti verdi del tessuto urbano, non sarà bonificato e rinaturalizzato, ma tombato in almeno due punti per realizzarvi una superstrada e perché un boschetto di oltre 50 alberi sarebbe raso al suolo per realizzarvi una stradina che potrebbe essere dislocata più funzionalmente e sostenibilmente al lato d’accesso della piscina Rari Nantes. Anche qui, malgrado tutto l’impegno, non si comprende il vantaggio per la collettività di Aprilia”.

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