Non è più agli arresti domiciliari G.S., quarantenne di Cisterna di Latina, indagata nell’ambito del procedimento penale per peculato, riciclaggio ed autoriciclaggio in riferimento alla Microcredito Spa
Il processo scaturisce dall’inchiesta dei sostituti procuratori della Procura di Roma, Mario Dovinola e Gennaro Varone, in relazione ad alcune operazioni finanziarie che hanno coinvolto la Microcredito Spa, una società di diritto privato ma con funzioni pubbliche in quanto intranea all’Ente della Regione Lazio.
G.S., legale rappresentante di una società finanziaria che opera in Veneto, assistita e difesa dall’Avvocato del Foro di Roma Lorenzo Magnarelli, è riuscita a convincere, mediante complesse indagini difensive, il Gip del Tribunale capitolino così da modificare il quadro cautelare configurato a carico della stessa e ottenere la liberazione dagli arresti domiciliari. È la prima indagata della decina di soggetti coinvolti a riuscirci.
Il principale indagato dell’inchiesta della Procura di Roma, che a breve dovrebbe volgere alla conclusione, si chiama Massimo Severoni, ex Presidente di Microcredito Italiano Spa, un uomo che è stato recentemente menzionato in una udienza del processo di mafia “Alba Pontina”, che vede alla sbarra il Clan Di Silvio di Campo Boario (Latina).
Severoni, come riportato da uno degli indagati di “Alba Pontina” durante una recente udienza, Antonio Fusco detto Zì Marcello (posizione, la sua, stralciata: il processo per favoreggiamento al clan Di Silvio inizierà il 31 maggio a Roma), ha dato prova di essere un personaggio da contorni misteriosi.
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Per Fusco, lo stesso Severoni diceva di essere in collegamento con la Dia (Antimafia) o comunque vicino ai servizi segreti; al contempo, sarebbe stato lui, sempre secondo Fusco (accusato di aver soffiato le indagini della Polizia di Latina telefonando a un affiliato del clan rom dal centralino della Gdf di Latina), a intervenire per primo in protezione dell’ex ristoratore di Sermoneta Scalo, vessato ed estorto da Agostino Riccardo, Renato Pugliese, Samuele Di Silvio e Ferdinando “Pupetto” Di Silvio.
Un’estorsione che, come noto, è la vicenda che segnò, dopo il suo arresto, il pentimento di Renato Pugliese, la sua collaborazione con la DDA e, da lì, l’inizio di una nuova stagione investigativa nel territorio pontino che ha portato a contestare il 416bis a diversi clan e famiglie dell’universo rom pontino.
Severoni, inoltre, è ricordato, in terra pontina, per essere stato l’ispiratore della Lista “La Tua Voce per Latina” (in realtà un brand/marchio politico che avrebbe dovuto presentarsi nelle maggiori città italiane) di Davide Lemma alle Comunali di Latina nel 2016. Proprio in quel frangente di campagna elettorale, l’uomo d’affari/manager riuscì a far venire a Latina, presso l’Hotel Europa, per Lemma e la sua lista, niente di meno che l’ex Comandante del Ros ed ex Direttore del Sisde Mario Mori, prima che fosse condannato in primo grado, a 12 anni, nello storico processo sulla Trattativa Stato-mafia.
Quattro anni e mezzo dopo dall’aver portato un pezzo da novanta dei servizi segreti come Mori a Latina, il 15 novembre 2020 Severoni è tornato in Italia dagli Emirati Arabi Uniti, dove risulta residente, per sottoporsi alla misura cautelare in carcere eseguita all’Aeroporto di Fiumicino dal personale del Nucleo Speciale Polizia Valutaria, con il supporto del Gruppo della Guardia di Finanza di Fiumicino e della Polizia di Frontiera.
Il rappresentante legale della società di Cisterna, oggi liberata dai domiciliari su disposizione del Tribunale di Roma, è stata invece arrestata – sempre nell’ambito della stessa inchiesta per peculato, autoriciclaggio e appropriazione indebita – un mese e mezzo prima, il 28 settembre, quando le Fiamme gialle della Valutaria – così come hanno ricordato in una nota – hanno eseguito le misure cautelari personali nonché una serie di sequestri preventivi diretti e per equivalente, nei confronti di soggetti appartenenti a quello che investigatori e inquirenti ritengono essere un gruppo criminale.
Le investigazioni hanno consentito di accertare – si leggeva nella nota della Gdf – che il Presidente della società capitolina operante nel settore della concessione di microcredito, regolarmente iscritta all’Albo speciale previsto dal TUB, aveva “dirottato” finanziamenti pubblici, regionali ed europei, a favore di persone fisiche e giuridiche compiacenti, non rientranti tra quelle ammesse a beneficiare dei relativi fondi, per circa 500mila euro.
In quanto Presidente di suddetta società con funzioni pubbliche, Severoni è indagato per danno erariale anche dalla Procura della Corte dei Conti del Lazio.