OPERAZIONE TACCHI A SPILLO: PER GLI INDAGATI NON ERA SESSO A PAGAMENTO MA MASSAGGI

Operazione Tacchi a spillo: gli indagati decidono di rispondere al giudice nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia

Per loro erano solo massaggi. Questo è in sintesi quanto hanno risposto i destinatari della misura cautelare disposta dal Gip Pierpaolo Bortone su richiesta del Procuratore Aggiunto presso la Procura della Repubblica di Latina Carlo Lasperanza in seguito alla recente operazione denominata Tacchi a Spillo.

I tre, Daniele Sciotti e i due genitori, Teodoro Sciotti e Patrizia Giammatteo, sono accusati, a vario titolo, di estorsione e sfruttamento della prostituzione.

A differenza di moglie e figlio, Teodoro Sciotti ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. La difesa ha chiesto solo per Patrizia Giammatteo la revoca della misura cautelare (obblighi di firma).

Secondo la Procura e la Squadra Mobile di Latina che ha svolto le indagini, la famiglia Sciotti, in particolare il figlio Daniele (agli arresti domiciliari, mentre i genitori hanno subito gli obblighi di firma), affittavano a un prezzo di circa 250 euro settimanali diversi appartamenti, su Strada Litoranea a Borgo Sabotino e in Via Palmarola sul lungomare di Latina, a squillo. Secondo l’ipotesi degli inquirenti, Sciotti chiedeva persino 20 euro per ogni prestazione sessuale consumata dalle squillo dentro gli appartamenti.

Tuttavia, per gli indagati, non c’era nessuna prostituzione ma solo massaggi ricevuti da clienti che chiamavano tramite siti di incontri ben noti per essere veicolo di sesso a pagamento.

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